sabato 31 marzo 2012

In ricordo di Francesco Mancini

di Federico Greco (tratto da calcioromantico.wordpress.com)
Zdenek Zeman non batté ciglio quando alla fine della stagione 1991-92 il presidente Casillo decise di far cassa e smantellare il Foggia dei miracoli del trio d’attacco Baiano-Signori-Rambaudi, di Matrecano e del russo Shalimov. Gli schemi, non i singoli giocatori contavano per il boemo. L’unica eccezione, l’unica richiesta che Zeman fece a Casillo fu quella di non vendere il portiere, Francesco Mancini.
A detta del boemo, infatti, nessuno meglio di Mancini avrebbe potuto interpretare il compito che il 4-3-3 “tutti all’attacco” del Foggia richiedeva al portiere: tanta abilità con i piedi, uscite spericolate, un po’ di pazzia e qualche papera ogni tanto, perché anche gli avversari devono segnare.
Senza Mancini in porta, Zeman non avrebbe potuto costruire il Foggia dei miracoli bis, il Foggia del giovane Kolyvanov e dei vari Di Bari, De Vincenzo, Seno, Pierpaolo Bresciani e Biagioni, semi-sconosciuti che fino all’anno prima calcavano i campi di B e C, il Foggia che avrebbe ottenuto una tranquilla salvezza nel 1992-93 e avrebbe sfiorato la qualificazione UEFA l’anno dopo.
Senza Mancini preparatore dei portieri, Zeman vent’anni dopo non si sarebbe forse rimesso in gioco a Foggia e poi a Pescara. Senza Mancini, Zeman, il Pescara e tutti coloro che ricordano il paradiso Zemanlandia dovremo restare d’ora in poi.
E chissà se stasera e domani la Lega avrà il coraggio di far osservare un minuto di silenzio sui campi di A e B. In realtà ci credo poco visto che Francesco Mancini era solo un giocatore di calcio che amava il calcio e non un soldato morto in guerra in Afghanistan… scusate, l’imprecisione morto in missione di pace in Afghanistan… prima di poter tornare in Italia a presidiare a Chiomonte il non-cantiere della TAV.

venerdì 30 marzo 2012

Sotto due bandiere: Giuseppe Oscar Damiani

di Vincenzo Paliotto

 Nato a Brescia il 15 giugno del 1950 e sbocciato calcisticamente nelle giovanili dell’Inter, Giuseppe Oscar Damiani in maniera trasversale e ed in diverse momenti della sua carriera ha rappresentato uno dei numerosi intrecci esistenti tra calciatori che hanno indossato con fortune alterne le maglie del Napoli e della Juventus. Esordisce, comunque, giovanissimo in Serie A nelle file del Lanerossi Vicenza nel campionato del 1969/70, evidenziando importanti doti tecniche ed anche confidenza con il fondo della rete. Con i biancorossi veneti rimane fino al 1972, giocando 68 partite e con 9 reti all’attivo, ma nella stessa estate si trasferisce per la prima volta nella sua carriera al Napoli, rappresentando uno degli acquisti più attesi e forse dispendiosi per i partenopei. Nonostante 26 presenze e 5 reti all’attivo (Damiani gioca prevalentemente sull’out mancino) non riesce a far breccia nel cuore dei napoletani e soprattutto in quella della dirigenza capeggiata da Ferlaino. Infatti, in maniera troppo precipitosa viene rispedito senza troppi complimenti al Vicenza, con cui disputa ancora un torneo di massima divisione. Tuttavia, il talento di Damiani non passa inosservato ed il calciatore nell’estate del 1974 matura per lui una nuova ed importante opportunità di carriera. Damiani, infatti, si accasa alla Juventus e con i bianconeri rimane per due stagioni, collezionando 47 presenze e 16 reti in campionato. Le sue giocate contribuiscono anche alla vittoria dello Scudetto del 1974/75. Suo, tra le altre cose, è un gol con cui contribuisce alla sonora sconfitta casalinga dei partenopei per 2-6 contro i bianconeri. Mentre in Coppa UEFA nell’edizione del 74/75 due suoi gol eliminano l’Ajax. Il suo passaggio alla Juventus lo porta anche nel giro della Nazionale Italiana che Fulvio Bernardini ed Enzo Bearzot stanno meticolosamente rifondando. Ad ogni modo, la sua esperienza azzurra non va oltre due apparizioni in gare amichevoli contro Jugoslavia e Bulgaria.

mercoledì 28 marzo 2012

The Road to Wembley- 7°


Ryan Nelsen del Tottenham
 Con il recupero della gara tra Tottenham Hotspur e Bolton e con il replay giocato come di consueto a campi invertiti tra Sunderland ed Everton ne sono scaturiti i nomi che completano il tabellone delle semifinali della FA Cup. Un’edizione della Coppa d’Inghilterra appunto che propone due sfide che decideranno le due finaliste praticamente incandescente. Due derby probabilmente irripetibili in un’edizione indimenticabile della FA Cup. Il Tottenham, infatti, ha superato non senza troppa fatica il Bolton Wanderers, dopo la gara sospesa per l’arresto cardiaco accusato da Muamba. Gli spurs hanno avuto la meglio a meno din un quarto d’ora dalla fine. A sorpresa ha rotto l’equilibrio in campo il neozelandese appena arrivato dal Blackburn Rovers Ryan Nelsen, ex anche del Christchurch in Nuova Zelanda e del DC United negli States. Ha raddoppiato, quindi, il gallese Bale, quindi ha accorciato le distanze Davies, mentre nel recupero il francese Saha ha messo definitivamente al sicuro il risultato. A Wembley in semifinale il Tottenham affronterà in una sfida tutta londinese il Chlesea, rinfrancato dalla cura Di Matteo. In verità il Chlesea negli ultimi anni si era abituato a giocare il maggiori derby cittadini contro l’Arsenal. Ma quest’anno anche il Tottenham vuol togliersi qualche legittima soddisfazione.

martedì 27 marzo 2012

Cronache di Zemanlandia2- L’avventura che riportò Zeman nel calcio italiano

di Vincenzo Paliotto
 Zdenek Zeman è probabilmente l’ultimo dei personaggi genuini rimasti in piedi nel mondo del calcio. Una carriera da allenatore importante, seppur contrassegnata da qualche delusione, ma fondamentalmente condotta soltanto tenendo sempre vivo e mai rinnegando il suo credo tattico. Proprio il suo gioco spumeggiante e ricco di gol, molte volte anche da parte degli avversari di turno, ha portato a coniare il termine di Zemanlandia, con l’intento di indicarne un gioco favoloso e quasi sempre fuori dal comune. Quindi, le sue confessioni che hanno messo a nudo problemi e pecche importanti di un mondo all’apparenza dorato e corretto come quello del Dio Pallone. Da quelle famose e drammatiche dichiarazioni le fortune di allenatore del boemo non sono state più le stesse. Sdengo ha peregrinato in società senza troppe ambizioni come l’ultimo Napoli in A prima di De Laurentiis, l’Avellino, la Salernitana e perfino il Fenerbahce e la Stella Rossa di Belgrado, con tanto di esoneri finali, ma in fin dei conti è rimasto sempre lui tra una sigaretta e l’altra.

EuroStory- Germania Ovest 1972

 La Germania Ovest di Sepp Herberger che vinse la Coppa Rimet del ’54 vide rapidamente eclissare le fortune dei suoi interpreti. Quella Nationalmanschaft non raccolse altri risultati particolarmente esaltanti. Tuttavia, i tedeschi diventarono nel giro di pochi anni i veri protagonisti del calcio europeo ed anche mondiale. La Germania riusciva ad arrivare fino in fondo a qualsiasi manifestazione partecipasse. Una nuova generazione di talenti diede lustro alle fortune dei bianchi. Nel ’66 la Germania perse a Wembley la finale di Coppa del Mondo contro l’Inghilterra per un tiro di Geoffrey Hurst che non aveva varcato del tutto la linea di porta. Mentre a Mexico 70 soltanto l’Italia eroica di Riva, Burgnich e Rivera li fermò in una semifinale che avrebbe scritto la pagina più bella della storia del calcio, vincendo per 4-3 nei tempi supplementari. La Coppa Europa del ’72 era, quindi, un evento che interessava ai tedeschi e la nazionale venne allestita, attuando una miscela esplosiva tra i migliori elementi delle due squadre tedesche più in voga negli Anni Settanta. Bayern Monaco e Borussia Moenchengladbach fornirono l’ossatura di una squadra inarrestabile. I bianchi di Germania effettivamente superarono il proprio girone di qualificazione senza patemi, soffocando le pretese dell’emergente Polonia. Anche se il cammino europeo della squadra di Helmut Schon iniziò con un poco rassicurante pareggio interno di fronte alla modesta Turchia.

sabato 24 marzo 2012

Dundee Football Street

di Vincenzo Paliotto (tratto da Fan’s Magazine n. 255)

Dundee Football Street
 Situata a ridosso dello costa orientale scozzese, poco più a nord da Edimburgo e ad un centinaio di kilometri da Glasgow, Dundee (152.000 abitanti circa) un tempo riusciva ad incidere nelle vicende del calcio nazionale, in cui le due compagini cittadine il Dundee United ed il Dundee FC hanno scritto anche pagine importanti. Attualmente non riescono a ripetere quei risultati, ma l’attrazione calcistica cittadina rimane altissima ed ancora di più originale. Il Dundee FC è costretto addirittura a barcamenarsi in Division One, la  seconda divisione scozzese, occupando al momento il terzo posto in classifica, alle spalle del Falkirk e della capolista Ross County. Mentre lo United gode di qualche fortuna migliore, in quanto occupa il quarto posto nella Scottish Premier League, la massima divisione nazionale. Tuttavia, il calcio a Dundee ha una storia antica ed anche molto particolare, in cui domina da sempre la grande rivalità tra le due compagini.

venerdì 23 marzo 2012

Napoli-Juventus, finale da sogno

 Napoli-Juventus è una finale di Coppa Italia da sogno. Il 20 maggio all’Olimpico di Roma non mancherà senza dubbio lo spettacolo tra due squadre del resto tradizionalmente già rivali. Il Napoli, che di coppe nazionali ne ha vinte 3, non gioca una finale dal 1997 (perse nella doppia sfida contro il Vicenza), mentre non se l’aggiudica dal 1987, nell’occasione centro il double campionato-coppa. La Juventus, invece, di Coppe Italia ne ha vinte 9, ma manca dal successo finale dal 1995, in piena era-Lippi. Partenopei e bianconeri non si sono mai affrontati in finale di Coppa Italia. Nel 1990, però, si affrontarono in quella di Supercoppa Italiana ed al San Paolo vinse nettamente il Napoli per 5-1.

mercoledì 21 marzo 2012

Sotto due bandiere: Pietro Puzone

 In questo pezzo apparso sul numero 10 di Napolissimo ho rivisitato al figura di Pietro Puzone ex-calciatore tra le altre di Napoli, Catania e Cavese. Su Youtube ho scovato le immagini di un’amichevole da lui organizzata portando a giocare Maradona ad Acerra. Diego è stato per me il più grande di tutti.

martedì 20 marzo 2012

La favola del Kilmarnock tra gioia e dolore

Dopo ben cinque finali perse, il Kilmarnock per la prima volta nella sua storia si aggiudica la Coppa di Lega scozzese, battendo in finale ad Hampden Park il Celtic con un gol a pochi minuti dalla fine del belga Van Tournhot, pescato ad inizio stagione nelle file dei ciprioti del Salamina. Purtroppo la vittoria dei killie è stata però rovinata da un evento luttuoso. Infatti, al fischio finale nel tripudio dei festeggiamenti il calciatore del Kilmarnock Kelly veniva avvicinato dai dirigenti del suo club e ravvisato del fatto che il padre aveva appena accusato un infarto. Soccorso immediatamente per papà Kelly non c’era , però, nulla da fare. I giocatori del Klimarnock hanno dedicato il trofeo ovviamente al loro compagno di squadra e a suo padre. A sollevare il trofeo è stato l’italiano Manuel Pascali, un classe ’81, che dal 2008 veste la maglia del club scozzese, che però non ha giocato la finale in quanto infortunato. Dopo una carriera con le maglie di Sant’Angelo Lodigiano, Alessandria, Pizzighettone, Carpenedolo e Foligno, il centrocampista italiano ha trovato la sua miglior dimensione in Scozia, diventando un idolo ed anche il capitano della squadra. Gli scozzesi lo acquistarono dopo che Pascali si era messo in luce nelle file del Foligno, in Serie C1 e con Bisoli in panchina. Del resto gli italiani in Scozia non sono una novità. Di Canio, Annoni e Donati hanno fatto bene nel Celtic, Pasquale Bruno e Salvatori negli Hearts, anche se la colonia più folta l’hanno vantata i Rangers Glasgow con Marco Negri, Lorenzo Amoruso, Sergio Porrini e qualche altro ancora. Anche se quello di Pascali è un vero e proprio sogno, a differenza di altri suoi colleghi connazionali che arrivarono in Scozia per chiudere la carriera o comunque già affermati.

lunedì 19 marzo 2012

The Road to Wembley-6°

Questa volta la mitica FA Cup consegna alle cronache mondiali una storia triste. Quella del congolese Fabrice Muamba che rischia la vita per un infarto riportato nel corso del match valevole per i quarti di finale tra Tottenham Hotspur e Bolton Wanderers. Le due squadre a White Hart Lane erano sull’1-1 (autorete di Gareth Bale e gol di Walker), quando il centrocampista si è accasciato al suolo dopo un improvviso malore. Lo hanno soccorso tempestivamente ben 6 medici, ma le condizioni del calciatore restano ovviamente disperate. Il direttore di gara Webb ha ovviamente sospeso il match, per questa volta lo spettacolo non può e non deve continuare. Muamba ha 23 anni ed è nato a Kinsasha in Congo, ma ha il passaporto inglese. Da quattro stagioni è una delle colonne del Bolton, dopo aver militato anche per Arsenal e Birmingham City.

sabato 17 marzo 2012

Amarcord: Ad Udine spunta la Mano de Dios

di Vincenzo Paliotto (tratto da Napolissimo n. 9)

 Il commiato di Arthur Zico dal calcio italiano per forza di cose non passò inosservato. Anzi una partita con un gran numero di emozioni, disputata il 12 maggio del 1985 allo Stadio Friuli tra Udinese e Napoli, salutò l’ultima esibizione del mito carioca con la casacca bianconera, in una sfida oltretutto che richiamava il suo motivo di grande interesse nel confronto stellare tra l’asso brasiliano Zico e quello argentino Maradona. Il match si giocò in un clima privo di particolari assilli di classifica e questo favorì indubbiamente lo spettacolo in campo. L’ex di turno con il dente anche un po’ avvelenato Luis Vinicio dispose così la sua Udinese: Brini, Galparoli, Cattaneo (70’ Tesser), Gerolin, Edinho, De Agostini, Montesano, Miano (63’ Pasa), Carnevale, Zico e Criscimanni. Marchesi, invece, rispose con: Castellini, Bruscolotti, Ferrara, Celestini, Ferrario, Marino, Bertoni, Favo (67’ De Vecchi), Caffarelli, Maradona e Dal Fiume (78’ Penzo). Direzione di gara affidata a Pirandola di Lecce, che ebbe non pochi grattacapi da sbrogliare.

giovedì 15 marzo 2012

Un sogno che riposa in fondo al mare

Ho avuto il piacere di stringere contatti con gli amici del blog Calcio Romantico. Un contenitore di importanti e belle storie di calcio. Proprio per questo ho preso in prestito dal summezionato blog un articolo molto importante a firma di Federico Greco. Un racconto godibile e forse da tanti dimenticato.
 Le squadre africane sono ormai diventate abituali frequentatrici del podio olimpico. La prima fu il Ghana nel 1992, bronzo, poi due ori, Nigeria nel 1996 e Camerun nel 2000, e un argento, sempre Nigeria nel 2008. Ma in una giornata particolare, quattro anni prima che Kuffour, Lamptey e soci portassero per la prima volta l’Africa subsahariana sul podio, un’altra squadra aveva fatto sognare un continente prima che il proprio sogno venisse spezzato.

Olimpiadi di Seul, è il 19 settembre 1988, siamo a Gwanju. Lo Zambia, alla sua prima partecipazione a una competizione di livello mondiale, deve affrontare la seconda partita del girone eliminatorio. Avversari del giorno gli azzurri. La sfida è a dir poco proibitiva perché in Italia si mangia pane e calcio e in Zambia no, perché all’esordio gli azzurri hanno travolto 5-2 il Guatemala mentre lo Zambia ha pareggiato 2-2 con l’Iraq, perché il ct Rocca ha in rosa calciatori che da anni giocano in Serie A ma hanno poco spazio nella nazionale maggiore e, invece, mister Ndhlovu ha il solo Kalusha Bwalya che gioca nel calcio che conta, precisamente in Belgio.[1]

Napoli fuori dalla Champions con l’onore delle armi

 Il Napoli chiude anzitempo all’altezza degli ottavi di finale la sua fantastica avventura continentale in Champions League, ma ciò non gli permette di lasciare l’Europa con l’onore delle armi. La squadra di Mazzarri soltanto nei tempi supplementari ha dovuto arrendersi al Chelsea di Roberto Di Matteo, soccombendo peraltro nel computo della doppia sfida soltanto per un gol. Eppure il Napoli ha entusiasmato e fatto divertire, giocando sul campo dei londinesi a viso aperto ed assaporando più volte il gusto di una qualificazione che sarebbe stata anche meritata. Purtroppo le troppe occasioni fallite in avvio di gara e lo sciagurato fallo di mano di Dossena, che ha procurato il rigore di Lampard, hanno spianato la strada al Chelsea, squadra esperta e ricca di nomi importanti.

martedì 13 marzo 2012

In attesa di Chelsea-Napoli

 Tra le molteplici sfumature delle pagine web sono risucito con molta fortuna a scovare questa fotografia bellissima, che ritrae insieme due fuoriclasse napoletani. Massimo Troisi e Diego Armando Maradona, infatti, nell'occasione si fronteggiano sul prato del San Paolo in una partita di beneficienza. Fa un certo effetto vederli insieme, sorridenti e felici per Napoli e per il Napoli. Anzi è un'immagine che ovviamente riporta la mente anche ad un certa e giustificata nostalgia.
 Domani sera il Napoli a Londra affronta il Chelsea per la gara di ritorno per gli ottavi di Champions League. Il Npaoli non vuole mancare all'appuntamento con la storia.

lunedì 12 marzo 2012

FA Cup, quarti di nobiltà

 Nel prossimo fine settimana ritornerà prepotentemente alla ribalta la FA Cup, che tra l’altro entra proprio nella sua fase più cruciale con la disputa dei quarti di finale. Infatti, dopo i replay vinti sia dal Chelsea che dal Tottenham Hotspur, il tabellone è ormai completo con sfide più che interessanti. Si inizia sabato 17 marzo con Everton-Sunderlnad a Goodison Park e Tottenham-Bolton a White Hart Lane. Quindi, il giorno successivo il Liverpool ospita lo Stoke City e il Chelsea il Leicester City, l’unica compagine di Championship rimasta in lizza.

Taranto, la maglia negata

di Vincenzo Paliotto (tratto da Fan’s Magazine n. 254)

 Con un incredibile e clamoroso dietrofront la Lega Pro è ritornata sui suoi passi, negando al Taranto di scendere in campo con sopra la propria maglia con la scritta recante lo sponsor-slogan pensato e pagato dai suoi tifosi. Una presa di posizione che ha scatenato polemiche roventi non soltanto nella città pugliese, ma riportando una vasta eco anche su scala nazionale.  Con una nota stampa che ha scatenato un vero e proprio putiferio a Taranto e dintorni il Direttore Generale della Lega Pro Ghirelli ha, infatti, proibito alla società rossoblu, dopo averlo prima avallato, lo sponsor-slogan RespiriAmo Taranto, in quanto dettato da presunti “connotati di natura politica” e pertanto incompatibile con il regolamento della federazione. L’iniziativa è partita dal gruppo ultras dei Taranto Supporters, oramai da sempre vicini alle sorti della loro squadra del cuore, che hanno dato una mano alla società presieduta da D’Addario con evidenti difficoltà economiche, sottoscrivendo una raccolta popolare arrivata a quota 11.000 euro, che ha consentito alla squadra jonica di sostenere il ritiro pre-partita prima del big-match del campionato al Libero Liberati di Terni. I tifosi tarantini hanno poi ottenuto con enorme soddisfazione della dirigenza del club e dell’allenatore Davide Dionigi di vedere campeggiare sulle maglie della propria squadra del cuore lo sponsor-slogan RespiriAmo Taranto, per sottolineare l’amore dei tarantini per la propria maglia e la determinazione e la voglia degli stessi di “respirare” l’aria della propria città, scevra da fumi, veleni e polveri di ogni genere.

sabato 10 marzo 2012

Recensione per Football Rivalries sul Guerin Sportivo

Con la firma di Christian Giordano anche il Guerin Sportivo n. 4 del 2012, uscito il 10 marzo, ha recensito il libro Football Rivalries. Derby e rivalità calcistiche in Europa.

 Titolo in inglese, ma guida italianissima per un viaggio nei 150 derby continentali. Dall’Old Firm di Glasgow (Celtic-Rangers) alle stracittadine londinesi fino al Clàsico spagnolo (Barcelona-Real) e De Klassieker (Ajax-Feyenoord). In 15 capitoli- fra storia, curiosità e aneddoti- si attraversano Londra, Regno Unito, Irlanda, Paesi Bassi, il cuore della Vecchia Europa (Germania e Francia), Spagna, Italia, i Balcani, la Turchia, il Mediterraneo, l’Est europeo e i nuovi ricchi dell’ex-URSS. Prefazione di Massimo Grilli.

Football Rivalries. Derby e rivalità calcistiche in Europa, Vincenzo Paliotto, Urbone Publishing, 204 pagine, 15 euro. www.urbone.eu

venerdì 9 marzo 2012

Sotto due Bandiere: Giovanni Vavassori

di Vincenzo Paliotto (Napolissimo n. 9)

 Fu un vero peccato, in quanto Giovanni Vavassori, classe 1952 da Arcene in provincia di Bergamo, avrebbe meritato di raccogliere molto di più in una carriera lunga, ma comunque segnata dai postumi di un brutto infortunio nel suo miglior momento da calciatore. Difensore centrale con grande senso del piazzamento e di ottima tecnica, Vavassori si mise il luce nel fertile vivaio dell’Atalanta, con cui esordì in Serie B nel 1970/71, vincendo il campionato cadetto da debuttante. Nell’estate del 1972, appena ventenne, venne acquistato dal Napoli che nel vuol fare uno dei tasselli più in vista per costruire una squadra finalmente pronta per grandi traguardi. Il buon Giovanni non tradì le attese e disputò un campionato, quello del 72/73, subito ad alti livelli, ambientandosi seppur giovanissimo in una piazza difficile come quella di Napoli. Nel pacchetto difensivo partenopeo brillò insieme a Zurlini e ad un giovanissimo Bruscolotti a guardia di Pietro Gedeone Carmignani. Anzi per lui si scomodarono senza esagerare paragoni importanti ed il suo nome viene fortemente caldeggiato dagli addetti ai lavori per una maglia in Nazionale. La malasorte gli tese, però, un brutto scherzo. Il 3 marzo del 1974, infatti, il Napoli si recò in trasferta a Marassi per affrontare la Sampdoria. Vavassori era titolare inamovibile anche sotto la guida sapiente e per certi versi rivoluzionaria di Luis Vinicio, che aveva cominciato ad indottrinare la sua squadra nel tanto in voga gioco corto. La gara contro i blucerchiati fu però sfortunata per Vavassori. Era da poco passato il quarto d’ora di gioco ed il difensore napoletano fu coinvolto in un brusco e duro contrasto nella propria metà campo con il centravanti doriano Mario Maraschi. Il difensore napoletano ebbe nettamente la peggio e fu costretto a lasciare il terreno di gioco in favore di Landini. Il responso del campo fu traumatico, per Vavassori si trattava di stagione finita, con conseguente addio ai sogni di gloria sia con il Napoli che con la Nazionale. Vavassori ritornò in campo con la maglia del Napoli soltanto nella stagione del 1975/76, perdendo per forza di cose parte di quella lucidità e veemenza atletica che lo avevano contraddistinto agli esordi. Nel ’76, contribuì, comunque, al successo del Napoli in Coppa Italia.

giovedì 8 marzo 2012

Polonia in lutto, morto Smolarek

Era stato in qualche modo uno dei miei idoli dell’adolescenza. Dal nome un po’ impronunciabile Wlodzimierz, ma dal cognome che aveva fatto breccia ed era diventato famoso Smolarek. Era balzato agli onori della cronaca internazionali agli albori degli Anni Ottanta, di un calcio genuino, ma con in embrione la sua modernità. Smolarek, attaccante polacco sgusciante e con il fiuto del gol, si mise in luce con la Polonia, terza ai Mondiali del 1982 in Spagna, e con la maglia del suo club emergente quel Widzew Lodz, due volte campione nazionale nel 1981 e nel 1982, che nella Coppa dei Campioni del 1983 estromise anche il Grande Liverpool di Rush e Dalglish. Quindi, dopo aver difeso fino al 1986 i colori del suo Widzew in patria, dopo anche una breve parentesi al Legia Varsavia, tentò l’avventura in occidente, indossando le maglie di Eintracht Francoforte, Feyenoord ed Utrecht, non perdendo mai il vizio del gol.

mercoledì 7 marzo 2012

La Spagna? Non solo Real e Barca

 Nelle ultime stagioni il calcio spagnolo si è impadronito delle cronache calcistiche mondiali per i suoi successi a livello di nazionali e di club, ma anche per la sua cultura e dedizione rivolte al settore giovanile o meglio la cantera come si dice dalle parti di Barcelona e dintorni. Proprio in merito ai blaugrana si sono spese parole di elogio opportune per come il club catalano ha saputo condurre in merito alla crescita dei giovani. Non a caso nel dream team di Guardiola in molti provengono direttamente dal vivaio blaugrana. Tuttavia, in Spagna sta ottenendo successo lusinghiera un’altra cantera, anch’essa di enormi tradizioni come quella basca dell’Athletic Bilbao. Anzi nelle Province Basche il vivaio è una ragione di vita. Infatti, il club bilbaino in oltre 100 anni di storia non ha mai schierato stranieri, ottenendo comunque lo straordinario risultato di aver vinto 8 volte la Liga ed in 23 occasioni la Copa del Rey. Il quartier generale dell’Athletic è situato a Lezama, dove vengono allevati e svezzati dei piccoli campioncini. Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. La squadra del loco Marcelo Bielsa, uno che ha rifiutato l’Inter per venire ad allenare a Bilbao, ha infatti raggiunto la finale di Copa del Rey (che giocherà al Vicente Calderòn contro il Barcelona), gli ottavi di Europa League (dove affronterà il Manchester United) ed il quarto posto nella Liga, già utile per partecipare alla prossima Champions League.

martedì 6 marzo 2012

Bravo Award 6a/parte

 Artefice di una stagione strepitosa con la maglia del Milan, Christian Panucci riporta il Bravo Award in Italia dopo quattro anni dopo l’ultimo successo ottenuto da Roberto Baggio. Il difensore di un Milan che nella finale della Coppa dei Campioni schianta con un perentorio 4-0 il Barcelona, precede in classifica Ryan Giggs del Manchester United e Julen Guerrero dell’Athletic Bilbao.

sabato 3 marzo 2012

Ivan Bogdanov ed il panorama ultras ad Est

Ultras Stella Rossa
di Vincenzo Paliotto

 Non più di due anni fa ha rappresentato il vero incubo nella notte calcistica degli italiani, ma anche di quella di molti dirigenti europei del pallone. Il 14 ottobre del 2010 per l’esattezza Ivan Bogdanov era riuscito ad impedire il regolare svolgimento della partita valida per le qualificazioni alla Coppa Europa tra Italia e Serbia allo Stadio Marassi di Genova.  A capo delle sue deljie, il famigerato gruppo ultras al seguito della Stella Rossa, aveva provocato disordini pesantissimi fuori e dentro lo stadio genovese, costringendo l’arbitro e le autorità ad annullare la partita. Non fu quella la prima e tantomeno l’ultima delle imprese di Ivan il Terribile. Infatti, qualche settimana fa il Tribunale di Belgrado ha condannato il capo ultrà serbo a 2 anni di reclusione per una mega-rissa risalente al 2006 tra i tifosi della Stella Rossa Belgrado ed il Partizan prima di un atteso incontro di basket.

venerdì 2 marzo 2012

Lucio Dalla

  Lontano e per fortuna dalla retorica della politica il nostro blog vuole ricordare la figura e la persona straordinaria di Lucio Dalla. Cantautore sublime, poeta, genio della musica, tifoso del Bologna e tante altre cose. Ho deciso di aggiungere anche il video e le note di questa sua canzone del 1984 dal titolo Washington. Una canzne a cui sono affezionato, anche perchè Dalla era più avanti nel tempo rispetto a molti altri.

giovedì 1 marzo 2012

+3 in edicola con la Gazzetta dello Sport

 Il Fantacalcio non può oramai lasciare più niente al caso e all’improvvisazione. Tra anticipi, posticipi e turni infrasettimanali il fantacalcista deve tenere d’occhio tutto e a portata di mano qualsiasi informazione per il suo schieramento vincente. Per questo la Gazzetta dello Sport esce in edicola con un nuovo supplemento cartaceo tutto dedicato al Fantacalcio dal titolo +3. I lettori lo troveranno per la prima volta in edicola il prossimo 3 marzo in allegato gratuito al quotidiano, ma sarà in edicola il venerdì, invece, quanto proprio al venerdì sarà programma l’anticipo. In 8 pagine si potranno raccogliere tutte le informazioni utili per schierare la miglior formazione possibile.  Un vademecum denso di informazioni con statistiche, aggiornamenti, tanti numeri ma anche il pareri degli esperti ed i consigli preziosi. A seguire il prezioso link: http://www.gazzetta.it/settimanalefantacalcista/

 Lo speciale vanterà una grande novità come all’interno dello speciale come GAZZA INDEX, il primo e unico indice di rendimento dei giocatori, studiato dai giornalisti  di Gazzetta in collaborazione con OPTA. Un elemento oggettivo che racchiude la prestazione individuale del giocatore nel suo complesso. Grazie a questo nuovo strumento tutti i fantallenatori avranno un valido supporto nella scelta della loro formazione.

L’Italia fa una figura da pecorella

Cesare Prandelli è un allenatore che stimo personalmente per le sue qualità tecniche e forse ancor di più umane. Ha ripreso i cocci di una Nazionale reduce da una debacle epocale in Sud Africa, cercando di restituirgli dignità e creando qualche buon proposito di ben figurare alla Coppa Europa. Dopo un ottimo inizio, l’ex-allenatore tra le altre della Fiorentina è incappato in qualche passo falso. Se dunque ci può stare la battuta d’arresto, sempre in gara amichevole, contro l’Uruguay, fresco vincitore della Copa America, ha destato un certo malumore perdere a domicilio contro la nazionale degli USA, in quanto colpevolmente o meno riteniamo da sempre gli americani poco avvezzi al gioco del calcio e farci battere a domicilio dagli States non è stata proprio una gran bella cosa. Anche se gli statunitensi possono certificare in quello che loro chiamano soccer dei progressi enormi e forse impensabili. Lo stesso CT degli americani Jurgen Klinsmann, una nostra vecchia e piacevole conoscenza, ha comunque minimizzato sulla loro vittoria, assicurando che in ogni caso l’Italia è un’ottima squadra e che Prandelli è pur sempre un grande allenatore. Insomma una brutta figura, ma arrivata comunque in gara amichevole in un periodo in cui il calendario del calcio europeo è fin troppo oberato di appuntamenti. In sostanza una gara che con i dovuti insegnamenti si può archiviare. Ma l’Italia vista contro gli USA ha fatto una figura da pecorella o meno? Questa è una domanda a cui si potrà rispondere soltanto nel momento in cui l’Italia parlerà di partite vere nel quadro dell’imminente inizio della Coppa Europa. Forse l’opinione pubblica e i mass media italiani sono per una volta più distratti da altre cose che dal calcio, come un’altra nave della Costa Crociere che lamenta una sventura, fortunatamente finita bene questa volta, e sulle parole dell’operaio Marco Bruno da Giaveno che ha cercato di provocare un carabiniere nel corso della violenta manifestazione NO-TAV in Val di Susa con toni come dire da pecorella. Il video del manifestante che provoca il militare e la calma e la compostezza di quest’ultimo ha fatto il giro del web e dei giornali. Un ottimo bigliettino da visita per sostenere che la ragione dei NO-TAV può anche andare a farsi benedire. Mentre qualcuno intanto scomoda in maniera anche distorta Pier Paolo Pasolini. Forse è meglio non dire che il governo italiano questa TAV la deve portare avanti per forza di cose per una cambiale di svariati milioni di euro che dovrà pagare.