giovedì 15 marzo 2012

Un sogno che riposa in fondo al mare

Ho avuto il piacere di stringere contatti con gli amici del blog Calcio Romantico. Un contenitore di importanti e belle storie di calcio. Proprio per questo ho preso in prestito dal summezionato blog un articolo molto importante a firma di Federico Greco. Un racconto godibile e forse da tanti dimenticato.
 Le squadre africane sono ormai diventate abituali frequentatrici del podio olimpico. La prima fu il Ghana nel 1992, bronzo, poi due ori, Nigeria nel 1996 e Camerun nel 2000, e un argento, sempre Nigeria nel 2008. Ma in una giornata particolare, quattro anni prima che Kuffour, Lamptey e soci portassero per la prima volta l’Africa subsahariana sul podio, un’altra squadra aveva fatto sognare un continente prima che il proprio sogno venisse spezzato.

Olimpiadi di Seul, è il 19 settembre 1988, siamo a Gwanju. Lo Zambia, alla sua prima partecipazione a una competizione di livello mondiale, deve affrontare la seconda partita del girone eliminatorio. Avversari del giorno gli azzurri. La sfida è a dir poco proibitiva perché in Italia si mangia pane e calcio e in Zambia no, perché all’esordio gli azzurri hanno travolto 5-2 il Guatemala mentre lo Zambia ha pareggiato 2-2 con l’Iraq, perché il ct Rocca ha in rosa calciatori che da anni giocano in Serie A ma hanno poco spazio nella nazionale maggiore e, invece, mister Ndhlovu ha il solo Kalusha Bwalya che gioca nel calcio che conta, precisamente in Belgio.[1]



Per Tacconi Tassotti Ferrara Evani Virdis Carnevale e gli altri dovrebbe essere una formalità e invece… gli zambiani, soprannominati Chipolopolo, proiettili di rame, dimostrano sin da subito una buona organizzazione di gioco. Gli azzurri sono un po’ distratti e fatalmente al 40’ si ritrovano sotto: Kalusha Bwalya con un potente sinistro a incrociare dal limite dell’area batte Tacconi. Vabbé alla fin fine all’Italia un pareggio va bene lo stesso, ora che si son spaventati torneranno più concentrati e almeno un punto per difendere il primo posto nel girone lo otterranno.
Al contrario il secondo tempo è ancor più squilibrato del primo: Kalusha Bwalya beffa con una punizione a girare Tacconi e gli altri che pensavano ad una punizione indiretta e il suo omonimo Johnson Bwalya chiude qualsiasi discorso al 63’ segnando il 3-0 con un destro da fuori deviato. Lo Zambia continua a giocare, irridendo gli azzurri ormai storditi, e in contropiede col solito Kalusha Bwalya segna ancora. Quattro a zero!

All’insegna del 4-0 l’avventura olimpica dello Zambia continua: il primo a favore, nella terza partita del girone eliminatorio contro il Guatemala, il secondo a sfavore, nei quarti contro l’imbattibile Germania Ovest di Klinsmann e Häßler che forse aveva scelto di arrivare seconda nel girone per evitare i comunque temibili azzurri. Avventura finita ai quarti, ma non importa, è stata bella lo stesso. Gli zambiani hanno mostrato qualità, buone individualità e discreta organizzazione: il vero obiettivo è staccare un biglietto per il mondiale.

Per Italia ’90, però, niente da fare: i Chipolopolo non passano il secondo turno. Intanto Kalusha Bwalya si sposta al PSV Eindhoven e qualcun altro dei suoi compagni “coreani” lo segue in Europa. Cominciano le qualificazioni per USA ’94 e la squadra sembra più matura. Passato il primo turno, lo Zambia è inserito in un girone a tre con Senegal e Marocco: la prima si qualifica per la fase finale. Prima partita in Senegal il 29 aprile 1993. Kalusha Bwalya, Johnson Bwalya e l’altro “coreano” Musonda arriveranno direttamente a Dakar dall’Europa perché impegnati coi rispettivi club, mentre il grosso della nazionale si imbarca in aereo.

Ma a Dakar non ci arriva nessuno. L’aereo, un cargo dell’esercito vecchio e malandato, si inabissa in prossimità delle coste del Gabon. Muoiono 18 calciatori, 7 funzionari della federazione e 5 membri dello staff. Tra loro sette degli eroi di Gwanju: il portiere e capitano David Chabala, il secondo portiere Richard Mwanza, i difensori Edmon Mumba, Derby Makinka, Peter Mwanza, i centrocampisti Wisdom Chansa ed Eston Mulenga.[2]
Nonostante l’incidente, la federazione non rinuncia al prosieguo delle qualificazioni. I Chipolopolo battono il Marocco a Lusaka, ma non vanno oltre il pareggio nel recupero col Senegal e così la sconfitta patita a Casablanca nell’ultima partita del girone sancisce la qualificazione del Marocco. Non poteva finire diversamente: il sogno di Kalusha Bwalya e di tutti gli zambiani riposava già da alcuni mesi in fondo al mare, accanto a quello dei suoi compagni morti.


Una formazione dello Zambia 1993. In piedi: Chomba, Kalusha Bwalya, Musonda, Mulenga, Soko, Chabala; Accosciati: Johnson Bwalya, Mutale, Mwila, Malitoli, Watiyakeni. A parte i due Bwalya e Musonda, il solo Malitoli non è deceduto nel disastro aereo (fonte http://www.zav.com.au)



Cammino dello Zambia Olimpico a Seul 1988

17/09/1988, Daejon. XXIV Olimpiade, Torneo di calcio maschile. Fase finale - 1° Turno, Gruppo B, 1° GIORNATA
ZAMBIA ol.-IRAQ ol. 2-2 Radhi(I) 36′ rig.-Nyirenda(Z) 44′-Bwalya K.(Z) 66′-Alahi(I) 71′

19/09/1988, Gwanju. XXIV Olimpiade, Torneo di calcio maschile. Fase finale -1° Turno, Gruppo B, 2° GIORNATA
ITALIA ol.-ZAMBIA ol. 0-4 Bwalya K.(Z) 40′ e 55′-Bwalya J.(Z) 63′-Bwalya K.(Z) 90′

21/09/1988, Gwanju. XXIV Olimpiade, Torneo di calcio maschile. Fase finale - 1° Turno, Gruppo B, 3° GIORNATA
ZAMBIA ol.-GUATEMALA ol. 4-0 Makinka(Z) 53′-Bwalya K.(Z) 79′ e 82′-Makinka(Z) 85′

25/09/1988, Gwanju. XXIV Olimpiade, Torneo di calcio maschile. Fase finale - 4ti di finale
ZAMBIA ol.-GERMANIA Ovest ol. 0-4 Funkel(G) 18′ rig.-Klinsmann(G) 34′, 43′ e 89′

Federico Greco

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[1] Nelle qualificazioni e nella fase finale delle olimpiadi di Seul 1988 si potevano schierare anche giocatori professionisti, purché questi non avessero mai partecipato alla fase finale di un mondiale
[2] Scrive Filippo Maria Ricci in Scusate il ritardo. Racconti di calcio africano, ed. Limina: “Quella che si era appena consumata si stava già profilando come una tragedia assurda ed evitabile. Ciò che seguirà saranno inchieste lunghe e inutili (il governo dello Zambia impiegò 10 anni per completare il proprio rapporto sull’accaduto), polemiche internazionali (lo Zambia accusava il Gabon per il ritardo nei soccorsi e nella gestione dell’inchiesta), solidarietà popolare e scarsissima gloria economica per le famiglie delle vittime. Nemmeno una lira dalla Caf, la confederazione continentale.”


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