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martedì 27 novembre 2018

Il fascino di Catanzaro-Reggina, 'U classicu

 
Il derby 'u classicu nella stagione di Serie B del 1970/71
Tratto dal libro I Derby d'Italia, le rivalità del calcio italiano di Vincenzo Paliotto
Catanzaro-Reggina, ‘u classicu

 Il derby Catanzaro-Reggina, invece, denominato in stretto dialetto calabrese come “’u classicu” va a lacerare una ferita già ampiamente aperta per entrambe la città. Ed il contrasto in questo caso prettamente politico ed amministrativo si inasprì intorno al 1970, nel momento in cui la sede del capoluogo di regione venne spostato da Reggio Calabria a Catanzaro. Gravi disordini si verificarono a Reggio Calabria, capeggiati dal militante di destra Ciccio Franco al grido di “Boia chi molla”. Dal luglio del 1970 al febbraio del 1971 Reggio era una città praticamente assediata dai disordini e dalla guerra civile, che contò anche diversi morti, che acuirono ovviamente il clima già teso di quelle giornate. Soprattutto i partiti della destra appoggiarono la rivolta, che in un secondo momento vide coinvolte anche i gruppi anarchici ed alcune correnti della sinistra. In quel periodo ovviamente Reggina e Catanzaro vissero una forte rivalità ed i due incontri del campionato del 1970/71 si giocarono in campo neutro per evitare disordini. Le due tifoserie successivamente hanno poi vissuto rapporti di cordialità, scalfiti di tanto in tanto da qualche malinteso. I reggini ricucirono a loro modo un rapporto, presentandosi al Ceravolo con uno striscione alla memoria di Massimo Capraro. 

venerdì 13 luglio 2018

I Derby d'Italia, la recensione del CorSport

 Sapreste dare un nome alle protagoniste del derby del Tigullio? E lo sapevate che tanti anni fa il principe degli arbitri, Concetto Lo Bello, riuscì ad allontanarsi dallo stadio di Angri solo perché si travestì da Carabiniere? E’ uno splendido viaggio trasversale nel calcio italiano più vero, quello di Vincenzo Paliotto, che già ci aveva convinto parlandoci delle grandi rivalità delle sfide in Europa e nel Mondo. Questa volta, il suo sguardo si è fermato tra i nostri confini ma il risultato è altrettanto affascinante, proprio per le tante differenze anche storiche e politiche esistenti nelle varie regioni del nostro Paese con il carico di sano (più meno) provincialismo che il nostro Campanile dimostra ancora in tante circostanze, non escluso il mondo del pallone, senza tralasciare gli incidenti e anche i lutti (dalla morte nel 1920 di un guardalinee, Augusto Morganti, in seguito agli scontri tra Viareggio e Lucchese, fino alla tragedia di Paparelli) che hanno accompagnato le nostre stracittadine. Ecco quindi che si comincia dai grandi derby delle principali città (Torino, Milano, Roma, Genova) fino a concentrarsi - e qui i curiosi di storie del calcio potranno trovare le pagine più gustose - nelle rivalità regionali e provinciali, che nulla o quasi hanno da invidiare ai confronti metropolitani. Leggere della sfida infinita tra Matera e Potenza, delle prodezze di Dirceu con l’Ebolitana, della rivalità atavica tra Cavese e Salernitana, e poi dei derby del Po, dei Fiori, del Chienti, delle Torri, è divertente e istruttivo, perché ci fa anche capire chi siamo e dove va il nostro calcio.
I DERBY D’ITALIA, le rivalità del calcio italiano; di Vincenzo Paliotto, Urbone Publishing, 401 pagine, 16 euro.


http://www.corrieredellosport.it/news/libreria/2018/07/12-45298925/tutti_i_derby_d_italia_e_tre_libri_sul_grande_ciclismo/


mercoledì 13 giugno 2018

I Derby d'Italia

 L'addetto stampa della Serie B Alberto Monguidi ha recensito il volume I Derby d'Italia. Le rivalità del calcio italiano sul magazine delle squadre della serie cadetta.

lunedì 16 aprile 2018

I Derby d'Italia, le rivalità del calcio italiano

I Derby d’Italia rappresenta un viaggio ideale attraverso le grandi e mai sopite rivalità del calcio nostrano. Il punto di partenza imprescindibile resta quello delle stracittadine, passando poi per le grandi classiche fino ad arrivare ai sentitissimi derby provinciali e regionali. E’ un lungo percorso trasversale nelle pagine sia di gloria che buie del calcio italiano, sfruttando la lente d’ingrandimento delle rivalità, a volte di natura campanilistica, spesso anche di origine politica e nella maggior parte dei casi semplicemente calcistica. E’ il calcio italiano quello vero, del tifo, delle storie, degli aneddoti e soprattutto vissuto nella quotidianità dei suoi tifosi. Un lungo racconto di rivalità e di derby di ogni genere, che ripercorre in qualche modo la storia del nostro calcio, ma anche quello dello stesso football come fattore storico e sociale. I Derby d’Italia inoltre va a completare una trilogia di volumi più volte annunciata dallo stesso autore dopo Football Rivalries poi nella nuova versione di Football Fans e Clàsicos.

http://www.urbone.eu/obchod/derby-d-italia-le-rivalit%C3%A0-del-calcio-italiano 

sabato 20 febbraio 2016

Derby dell'Arena: Hellas Verona-Chievo


Nel peraltro ristretto novero delle città italiane a cui è riservato il gusto esclusivo della stracittadina dal 1994 si è aggiunta in assoluta sorpresa anche Verona, le cui origini calcistiche hanno radici profonde per merito dell’Hellas, società fondata nel 1903 da un professore greco. La leadership scaligera dei gialloblu non era mai stata messa in discussione, tra l’altro rafforzata anche dallo Scudetto del 1985, fino all’avvento nei quartieri alti del calcio nostrano della matricola Chievo Verona. Squadra fondata nel 1929 e rappresentante di un quartiere della città di Romeo e Giulietta e rimasta ai margini del calcio dilettantistico per oltre 60 anni. Quindi, improvvisamente la seconda squadra scaligera ha scalato i piani più ambiti del calcio nazionale. Nel 1986 è infatti promossa dall’Interregionale alla Serie C2, nel 1989 invece approda in Serie C1 e nel 1994 effettua il salto in cadetteria. Nel 1995 per la prima volta nella sua storia proprio nel campionato di Serie B incrocia i destini dell’Hellas Verona, retrocessa dalla massima serie. In effetti non esiste una rivalità vera e propria come negli altri derby italiani. Molti tifosi veronesi hanno applaudito l’exploit del miracolo Chievo, che a sua volta però rappresenta soltanto un quartiere della città. Il derby, comunque, impone le sue regole ed il 12 dicembre del 1994 il Bentegodi conta ben 30.000 spettatori ad assistere alla prima stracittadina Verona-Chievo. La sfida si chiude sull’1-1, con i gol di Fermanelli per l’Hellas e di Gori per i clivensi. Il Chievo, però, nella gara di ritorno si impone con un netto 3-1. Il Chievo affronta i blasonati cugini gialloblu senza alcun timore riverenziale. Tuttavia, in verità il bello deve ancora venire, in quanto nel 2001 il Chievo viene promosso per la prima volta in Serie A con Campedelli che si rivela un Presidente eccezionale e competente, coadiuvato dal DG Giovanni Sartori ed inventato tatticamente dall’allenatore-rivelazione Gigi Del Neri. Il 18 novembre del 2001 il primo Derby dell’Arena in Serie A viene vinto dal Verona. Il Chievo va in vantaggio di due gol con Eriberto (che poi più tardi si scoprì essere Luciano con qualche anno in più) e Corini e grande rimonta con Oddo, autorete di Lanna e Camoranesi. Il Chievo si rifà nel ritorno: vantaggio di Mutu e doppietta decisiva di Cossato. Oltretutto la classifica finale applaude il Chievo al 5° posto e qualificato per la Coppa UEFA, mentre il Verona retrocede in Serie B. D’altronde non sarà quello l’unico exploit di un certo livello dei clivensi. Nella stagione del 2005/2006 il Chievo risulterà alla fine anche al 4° posto in Serie A, guadagnando il diritto a  giocare i preliminari di Champions League, persi poi malamente di fronte ai bulgari del Levski Sofia. Ma in effetti la squadra che dunque rappresenta un quartiere di Verona è da considerare il vero miracolo del calcio italiano di ogni epoca. Rimanere per così tanto tempo sulla cresta dell’onda non è mai stato facile e mai lo sarà per nessuno. Il merito va ascritto soprattutto ad una società oltremodo seria in ogni suo dettaglio: dall’oculata gestione finanziaria di Campedelli alla straordinaria capacità di scoprire ed inventare talenti di Sartori. Nel novembre del 2013 il Chievo ha vinto il Derby dell’Arena, che tornava di scena dopo 10 anni. Ai clivensi è risultato decisivo il gol del serbo Lazarevic.

 La seconda squadra di Verona ha cambiato il corso della storia ed anzi qualcuno in città ha provato ad unire le due forze per dar vita ad un solo grande club, considerate le difficoltà societarie dell’Hellas Verona retrocesso mestamente anche in terza serie (il Verona sarebbe ritornato in A soltanto nel 2013). Ma i tifosi dell’Hellas con piena ragione del rispetto della loro storia e del loro blasone hanno rinunciato a questa possibilità in maniera categorica, ritornando a fatica nei quartieri alti del calcio italiano. Il Verona del resto conta nella sua bacheca dei successi lo straordinario Scudetto del 1985 vinto con Osvaldo Bagnoli in panchina, ma anche ben tre finali di Coppa Italia perse nel 1976, nel 1983 e nel 1984. Oltretutto gli scaligeri contano più di una partecipazione nelle varie competizioni europee. Nel 2013 il Derby di Verona torna a disputarsi addirittura sul palcoscenico della Serie A. Per la prima volta nella storia tutte e cinque le maggiori stracittadine del calcio italiano contemporaneamente si disputano nello stesso campionato. Il Verona, comunque, squadra più blasonata della regione, è impegnato in numerosi derby con le altre compagini venete. Anche se su tutti spicca il confronto contro il Vicenza, legato ad un dualismo che affonda le radici addirittura nel Medioevo.

lunedì 15 settembre 2014

Potteries Derby


 Il Trent è uno dei fiumi più importanti di tutta l’Inghilterra, rappresenta un’efficiente via di comunicazione e il suo corso torbido e limaccioso, dopo aver ricevuto diversi affluenti, sfocia infine nel turbolento Mare del Nord, il quale, insieme al Mare Celtico, al Canale della Manica e al Mar d’Irlanda, cinge ed accerchia quest’isola millenaria contribuendo ad alimentarne la storicità, unica nel suo genere, che si erge imponente dal Vallo di Adriano alle Bianche Scogliere di Dover, dalla cittadina più a Nord del Paese, Berwick-upon-Tweed, fino alle rive della Cornovaglia. Tuttavia, nel suo lungo percorso all’interno delle Midlands, il Trent bagna anche diverse città, come Derby e Nottingham, elette negli anni ’70 e ’80 a capitali del calcio, come Scunthorpe, centro urbano famoso per le acciaierie la cui squadra omonima si barcamena tra le divisioni minori, ed infine Stoke, sede di due squadre poco blasonate, lo Stoke City FC e il Port Vale, ma allo stesso tempo intrise di una tradizione incomparabile che si riversa in una delle rivalità più accese di tutto il football d’oltremanica, il Potteries Derby.

Tra i due club, il Port Vale è sicuramente il meno noto al pubblico inglese, soprattutto a casa della propria storia calcistica, costellata da sporadiche soddisfazioni e trascorsa, il più delle volte, tra la Seconda e la Terza Divisione, salvo una breve parentesi negli anni ’50 quando raggiunse la semifinale di FA Cup, poi vinta dal West Bromwich Albion, e vinse la Third Division. Tuttavia, al di là dei risultati sportivi, la particolarità dei Valiants si arguisce da due aspetti che rispecchiano le origini della società: lo stemma e il rione di appartenenza. Il Vale, infatti, nasce nel quartiere di Burslem (uno dei 6 che compongono la città, insieme a Longton, Hanley, Fenton, Tunstall, altra zona dove risiedono molti tifosi bianconeri, e Stoke-on-Trent, nucleo dei rivali) e il suo stadio, il Vale Park (che agli inizi del progetto doveva diventare il Wembley of the North), è situato proprio nel cuore delle zona, tra i verdi parchi di Sproson e Burslem. Il logo simboleggia le origini storiche del rione, in quanto osteggia due vasi di ceramica (l’industria cittadina) e il Nodo di Strattfordshire, ovvero il cosiddetto nodo che unisce. A dispetto dei propri risultati mediocri, il Port Vale ha sempre mantenuto la propria identità, rifiutando per ben due volte (1996 e 2002) la fusione con i rivali in virtù della mobilitazione dei propri sostenitori, tra cui emerge il cantante Robbie Williams.

venerdì 1 marzo 2013

Meraviglie del Rio-Sao Paulo


Da sabato 2 marzo RaiSport trasmetterà in esclusiva le partite del campionato brasiliano, iniziando in questo caso con il torneo statale paulista e subito con una sfida di prestigio tra Santos e Corinthians. Quello che segue è un estratto del libro Clàsicos di Vincenzo Paliotto ed edito dalla Urbone Publishing che ci racconta del calcio sudamericano e delle sue sfide più belle in assoluto, dal Brasile all’Argentina, passando per il Perù e la Bolivia fino ad arrivare al Messico.

 Il campionato brasiliano su scala specificamente nazionale andò in scena soltanto a partire dal 1971. Fino a quel momento i tornei di maggior interesse e con vasto seguito di pubblico rimanevano quelli statali, anche se le più blasonate compagini sia carioca che paulista già da tempo organizzavano manifestazioni a carattere interstatale. Nel 1933 andò in scena la prima edizione del Torneio Rio-Sao Paulo, che metteva di fronte le migliori squadre dei due stati (anche perchè erano quelli considerati calcisticamente più evoluti), competizione che fu ripresa con maggiore e più regolare frequenza a partire dal 1950 fino al 1966 e che mise le basi per la Taca Roberto Gomes Pedrosa, evoluzione dello stesso torneo a cui prendevano parte in qualche occasione anche compagini del Minas Gerais, del Rio Grande do Sul, del Paranà e del Pernambuco, che si disputò dal 1967 al 1970. Pedrosa era al tempo il Presidente della Federazione Paulista, che aveva ideato il torneo e poi era scomparso prematuramente. I tifosi e gli addetti ai lavori denominarono affettuosamente e familiarmente questo torneo come Robertao o Taca de Prata. Rio de Janeiro e San Paolo del Brasile erano ritenute e non a torto le città in cui si giocava il calcio migliore, con le squadre più blasonate ed i migliori talenti del paese. Per cui il Torneio Rio-Sao Paulo sanciva in qualche modo la squadra più forte del Brasile, anche se ben presto il paese dovette adeguarsi alle esigenze organizzative della confederazione sudamericana.

giovedì 26 luglio 2012

Il Derby dell’Agro 19 anni dopo


Un vecchio tagliando d'ingresso per un Nocerina-Paganese Anni '70
 Dopo 19 anni ritorna a giocarsi il Derby dell’Agro tra la Nocerina e Paganese, accoppiate nel primo turno della Coppa Italia Tim, che si giocherà il prossimo 5 agosto al San Francesco di Nocera. L’ultima volta il derby oltre la striscia di Santa Chiara si diputò il 30 gennaio del 1994 per il Campionato di Serie D e la Nocerina si impose sul neutro di Portici per 3-0 con i gol di Pallanch, Luciano e Pastore. L’andata a Nocera anche era stata vinta dalla Nocerina, di misura con gol di Zottoli. E’ tra i derby più sentiti del calcio campano. Il tabellone di Coppa le ha messe di fronte, ma i tifosi di Nocerina e Paganese riusciranno a vedere questa partita oppure le misure restrittive lo ridurranno ad uno spettacolo a porte chiuse o soltanto per tesserati? Uno stralcio della descrizione di questo derby dal mio Football Rivalries. Derby e rivalità calcistiche in Europa (Urbone Publishing).

mercoledì 30 maggio 2012

Il Derby Intercontinentale di Istanbul


di Vincenzo Paliotto (tratto da Fan’s n. 260)

 Pareggiando per 0-0 al Sukru Saracoglu il campo del Fenerbahce, il Galatasaray ha vinto il suo diciottesimo scudetto, eguagliando il nuovo record di campionati vinti del calcio turco proprio al pari dei cugini del Fener. La formazione giallorossa, allenata da Fatih Terim, già allenatore di Fiorentina e Milan, è salita sul podio più alto dopo ben quattro anni di assenza. Un trionfo che però, come del resto era preventivabile, non è stato ben digerito dalla tifoseria ospitante dei gialloblu del Fener, acerrima rivale di quella del Galata. Al fischio finale del match i calciatori giallorossi del Galtasaray sono stati costretti a scappare negli spogliatoi, in quanto quelli del Fener hanno inscenato una pesante guerriglia sul terreno di gioco. Il bilancio è stato piuttosto pesante con 26 poliziotti feriti, 59 arresti ed un tifoso quarantenne morto per una pallottola vagante. Molti sostenitori del Fener hanno invaso il terreno di gioco, mentre la guerriglia si è poi prolungata all’esterno dello stadio. In verità neanche in campo i protagonisti non hanno fatto nulla per rendere il clima del derby il meno fanatico possibile. Ben 10 infatti sono stati gli ammoniti e con 2 espulsi in un clima veramente infuocato. Oltretutto il carismatico Terim ha preteso di festeggiare nonostante tutto dopo ben tre ore che era finita la partita. Era quasi mezzanotte ed in uno stadio deserto i giocatori e lo staff tecnico del Galatasaray sono ritornati sul terreno di gioco per alzare al cielo la coppa, tra i riflettori timidamente accesi, proprio come così aveva deciso che fosse fatto il Premier Erdogan.

martedì 3 gennaio 2012

North London Derby

All'interno di Football Rivalries, volume di nuovissima pubblicazione, trovano spazio i derby e le rivalità più importanti del Vecchio Continente. Vi anticipo uno stralcio del libro con un derby di grandissima tradizione, quello nel nord di Londra tra l'Arsenal ed il Tottenham.

 Il North London Derby, la stracittadina tra Arsenal e Tottenham Hotspur, costituisce dal suo canto la sfida più classica tra le compagini londinesi. Il primo derby tra gunners e spurs si disputò il 4 dicembre del 1909 e fu ad appannaggio seppur di misura dell’Arsenal. Tuttavia, questo derby assunse maggiormente importanza dopo il 1919, anno dello spostamento dell’Arsenal ad Highbury a pochi kilometri da White Hart Lane, la tana del Tottenham, e più ancora dopo lo stesso anno, quando i gunners si stabilirono con maggiore frequenza nel massimo campionato. Qualcuno nelle gerarchie del calcio londinese nell’ultimo decennio lo ha un po’ sminuito, volendo concentrare maggiormente le attenzioni sulla sfida a suon di sterline tra lo stesso Arsenal ed il Chelsea, che hanno primeggiato di più negli ultimi anni in campionato ed in coppa rispetto al Tottenham. Ma la sfida tra cannonieri e speroni continua a conservare un fascino particolare e difficilmente eguagliabile. Del resto il North London Derby si è giocato in ben 165 occasioni, con l’Arsenal che ha raccolto un maggior numero di successi 69, contro i 52 del Tottenham.

lunedì 3 ottobre 2011

Un grande weekend all’insegna dei derby

di Vincenzo Paliotto

Van der Vaart esulta dopo il gol all'Arsenal
 Per una strana ma affascinante coincidenza dei calendari dei maggiori campionati europei tra sabato e domenica si sono disputati dei derby, che da sempre richiamano grande fascino e folti cornici di pubblico.
 In Inghilterra, dove i derby e le rivalità fanno parte integrante della cultura calcistica, nell’anticipo del sabato si è disputato il primo grande derby di giornata. A Goodison Park, infatti, si giocava il Merseyside Derby, la stracittadina di Liverpool per intenderci, vinto in maniera combattuta dai reds di Kenny Dalglish per 2-0 sui blues dell’Everton, con gol di Carroll  e del solito Suarez. Con questa vittoria il Liverpool conquista il suo primo importante successo stagionale. Nella giornata di domenica, invece, il Fulham ha strabattuto con un incredibile e tennistico 6-0 il Queen’s Park Rangers in uno dei tanti West London Derby, una parte di Londra in cui giocano anche il Chelsea ed il Brentford. Per i cottagers hanno segnato tre volte Johnson, quindi Murphy, Dempsey e Zamora. Tuttavia, la stracittadina più attesa, giocatasi sempre nella capitale londinese, era il North London Derby tra il Tottenham Hotspur e l’Arsenal, che ha registrato il prestigioso successo degli spurs per 2-1, grazie ai gol di Van der Vaart )ormai uno specialista della sfida) e del giovane prodigio Walker e del gallese Ramsey per i gunners.
 Invece, in Spagna all’Anoeta di San Sebastian si è giocato il bellissimo Derbi Vasco tra la Real Sociedad e l’Athletic Bilbao, registrando la vittoria di questi ultimi per 2-1. L’eroe di giornata risponde al nome di Francisco Llorente, centravanti dei biancorossi ed anche nel giro della nazionale. Un successo importante per la squadra del loco Marcelo Bielsa, che in Europa League aveva appena superato sul terreno amico la corazzata Paris Saint Germain.
 E’ il caso di dire che il derby in ogni angolo d’Europa ha sempre il suo fascino, così come sarà a Roma tra più o meno quindici giorni tra la Lazio e la Roma di Luìs Enrique.