lunedì 15 settembre 2014

Potteries Derby


 Il Trent è uno dei fiumi più importanti di tutta l’Inghilterra, rappresenta un’efficiente via di comunicazione e il suo corso torbido e limaccioso, dopo aver ricevuto diversi affluenti, sfocia infine nel turbolento Mare del Nord, il quale, insieme al Mare Celtico, al Canale della Manica e al Mar d’Irlanda, cinge ed accerchia quest’isola millenaria contribuendo ad alimentarne la storicità, unica nel suo genere, che si erge imponente dal Vallo di Adriano alle Bianche Scogliere di Dover, dalla cittadina più a Nord del Paese, Berwick-upon-Tweed, fino alle rive della Cornovaglia. Tuttavia, nel suo lungo percorso all’interno delle Midlands, il Trent bagna anche diverse città, come Derby e Nottingham, elette negli anni ’70 e ’80 a capitali del calcio, come Scunthorpe, centro urbano famoso per le acciaierie la cui squadra omonima si barcamena tra le divisioni minori, ed infine Stoke, sede di due squadre poco blasonate, lo Stoke City FC e il Port Vale, ma allo stesso tempo intrise di una tradizione incomparabile che si riversa in una delle rivalità più accese di tutto il football d’oltremanica, il Potteries Derby.

Tra i due club, il Port Vale è sicuramente il meno noto al pubblico inglese, soprattutto a casa della propria storia calcistica, costellata da sporadiche soddisfazioni e trascorsa, il più delle volte, tra la Seconda e la Terza Divisione, salvo una breve parentesi negli anni ’50 quando raggiunse la semifinale di FA Cup, poi vinta dal West Bromwich Albion, e vinse la Third Division. Tuttavia, al di là dei risultati sportivi, la particolarità dei Valiants si arguisce da due aspetti che rispecchiano le origini della società: lo stemma e il rione di appartenenza. Il Vale, infatti, nasce nel quartiere di Burslem (uno dei 6 che compongono la città, insieme a Longton, Hanley, Fenton, Tunstall, altra zona dove risiedono molti tifosi bianconeri, e Stoke-on-Trent, nucleo dei rivali) e il suo stadio, il Vale Park (che agli inizi del progetto doveva diventare il Wembley of the North), è situato proprio nel cuore delle zona, tra i verdi parchi di Sproson e Burslem. Il logo simboleggia le origini storiche del rione, in quanto osteggia due vasi di ceramica (l’industria cittadina) e il Nodo di Strattfordshire, ovvero il cosiddetto nodo che unisce. A dispetto dei propri risultati mediocri, il Port Vale ha sempre mantenuto la propria identità, rifiutando per ben due volte (1996 e 2002) la fusione con i rivali in virtù della mobilitazione dei propri sostenitori, tra cui emerge il cantante Robbie Williams.

Lo Stoke, fondato nel 1863, è il secondo club più antico d’Inghilterra (il primo è il Notts County, sorto nel 1862). Negli ultimi anni il blasone dei Potters è cresciuto in maniera esponenziale, anche grazie alla permanenza in Premier League e alla costruzione del Britannia Stadium, completato nel 1997. Tra le proprie fila, il club vanta la presenza dell’incommensurabile Stanley Matthews, il primo Pallone d’Oro della storia, capace di giocare in First Division fino a 50 anni. Il gruppo ultrà più famoso è quello dei Naughty Forty, sorto negli anni ’80, il cui nome deriva da rissa avvenuta a Fratton Park, quando riguardo a 40 ragazzi dello Stoke si scrisse ‘nothing major, just a bit naughty’. Uno dei suoi fondatori, Max Chester, ha scritto un libro intitolato Sex, Drugs and Football Thugs: On the Road with the Naughty 40, dove narra le vicende extracalcistiche di questa gang di hoolingans, protagonista, tra i vari alterchi, di un’invasione di campo nel 1998 e di aver incendiato il White Hart Pub dei tifosi dell’Hudderfield Town nel 2001. Il Port Vale e lo Stoke non si incontrano da 14 anni, ma nel 2002 (data dell’ultimo match disputato che vide i Valiants vincere per 1 a 0 in virtù di una rete di Cummins) 84 membri dei N40 vennero arrestati nei dintorni del Park Vale per aver inscenato una rissa senza precedenti, coinvolgendo ben 300 membri delle forze dell’ordine. Il primo Derby venne disputato nell’ormai lontano 1887, al Victoria Ground, e vide i Potters imporsi di misura sui rivali grazie a una rete di Lawton.

Nonostante la differenza tecnica, di categoria e di blasone, in quel di Stoke la rivalità continua ad essere molto sentita, soprattutto dalle parti di Burslem dove i Valeites continuano a sbandierare con orgoglio e dignità la propria storia e le proprie origini. La disputa si staglia fiera tra vasi di ceramica, musei d’arte e, ovviamente, lungo il corso del Trent che da anni attraversa la città e ne sigilla la valenza, nella storia del Paese come in quella del calcio.

Francesco Pietrella

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