di Vincenzo Paliotto (I
giorni del Grifone, rubrica dedicata al club più antico d’Italia)
“Meroni
Luigino fu triste il destino con te”, così
cominciava una canzone degli Anni Sessanta, che purtroppo era costretta a
ricordare Gigi Meroni, il grande calciatore italiano, scomparso in un incidente
stradale beffardamente inventato dal destino. Ma Gigi Meroni, morto ad appena
24 anni il 15 ottobre del 1967, fu uno dei migliori calciatori italiani di
tutti i tempi. Dribblomane, giocava con i calzettoni sempre abbassati, era
un‘anticonformista e difficilmente scendeva a qualche compromesso, anche nei
confronti di quegli allenatori che volevano tenerlo fuori squadra, per i suoi
capelli lunghi ed il suo atteggiamento quasi proclamato da quinto beatle. Ma Meroni era un idolo incontrastato
delle folle e soprattutto di quella genoana nel biennio che andò dal 1962 al
1964, giocando in campionato 42 partite con 7 gol con la maglia del Grifone.
Nell’estate del 1964 il Genoa lo cedette al Torino per la cifra stratosferica
di 300 milioni, nonostante le proteste dei tifosi rossoblu che scesero in
Piazza De Ferrari per scongiurarne l’addio. Ma fu tutto inutile. Nel frattempo,
mentre il suo cartellino passava dal Genoa al Torino, l’allentore ligure
Beniamino Santos stava tornando in tutta fretta dalla Spagna per impedirne la
cessione. Ma fu tutto inutile, Santos perì in un incidente stardale. Un cattivo
presagio.
Gigi Meroni era un calciatore di indiscutibili
doti tecniche, ma anche di enormi doti umane. Sapeva farsi voler bene da tutti,
anche in un mondo del calcio in cui spesso era difficile coesistere con il sistema
ed i giochi di potere. Non amava molto le luci della ribalta e si innamorò
della giovane Christiane, che lavorava al Luna Park di Genova. La famiglia la
diede in sposa ad un noto produttore cinematografico, ma lui se la riprese
grazie al suo enorme amore. Proprio per questo gli furono vietati i funerali
canonici della Chiesa Cattolica, ma la gente, la sua gente, lo omaggiò con una
folla ocenaica al suo ultimo saluto.
Il
1° novembre del 1962 il Genoa ricevette al Ferraris la visita della Fiorentina
e la squadra viola fu piegata prorpio da una prestazione straordinaria di Gigi
Meroni, autore nell’occasione di una sontuosa doppietta. I gol dell’ala genoana
arrivano al 18’ del primo tempo e dopo pochi minuti nella ripresa. Il marcatore
diretto Castelletti impazzisce per tutto l’incontro, andando sulle tracce di un
Meroni che non riuscirà mai del tutto ad inseguire. Hamrin accorcia le distanze
per i gigliati, ma sarà tutto inutile. La stagione del Genoa sarà nobilitata
dalla classe di Meroni e dal record di imbattibilità
di Mario Da Pozzo, fermatosi a 791’. Ma negli occhi della gente del Ferraris
rimasero soprattutto le prodezze di quel funambolico giocatore che il Genoa
aveva pescato con lungimiranza nel Como. Che calcio quello di Meroni, un calcio
che purtroppo non tornerà più.
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