giovedì 22 gennaio 2015

Esterophilia: Chivas-UNAM 1987

di Vincenzo Lacerenza (www,calciofuorimoda.blogspot.com)

Chivas Guadalajara-UNAM 2-0 (15/03/1987, trentatreesima giornata, Primera Division de Mexico)


Chivas Guadalajara: Ledezma, Lugo Barron, Quirarte, Gutierrez, De la Torre, Galindo, Mendizabal, Diaz, Rodriguez, E. De la Torre, Valdez (43' Arellano). All. Alberto GuerraUNAM: Rios, Servin, Esquivel, Salgado, Cruz, Marroquin (45' Salas), Espana, Garcia Aspe, Raya, Garcia (60' Patino), Luque. All. Mario Velarde

Marcatori: Rodriguez 8', 70'.

Arbitro: Marcel Perez (MEX)Abbastanza cervellotico il regolamento della Primera Division Mexicana 1986/1987: ai nastri di partenza ci sono ventuno squadre divise in tre gruppi da cinque e uno, l'ultimo, composto da sei formazioni. Le prime due di ogni raggruppamento si qualificano per la Liguilla finale, mentre i quattro gironcini non costituiscono criterio per quanto riguarda le retrocessione: vanno in Ascenso le due compagini con il minor numero di punti racimolati. Abolite Apertura e Clausura, il torneo si gioca sulla base di trentotto incontri, disputati senza ristrezioni legate ai gruppi. Per Chivas Guadalajara e UNAM la stagione post mondiale casalingo non è particolarmente sfiancante. Niente impegni in Concacaf Champions League, il massimo torneo calcistico riservato ai club del Nord-Centro America, e niente gare di Copa Mexico, competizione temporaneamente relegata in soffitta in attesa di ripartire l'anno successivo, ad intasare il calendario. Entrambe le compagini hanno un unico obiettivo: provare a far bene in campionato. Il Chivas rincorre un titolo che latita ormai da ben diciasette anni, mentre al collettivo universitario un successo in patria manca dai tempi di Bora Milutinovic. Per tentare la cavalcata Los Chiverios non badano a spese, operando una faraonica campagna acquisti. A spiccare sono sopratutto i nomi di Benjamin Galindo, formidabile centrocampista dal grilletto facile proveniente dal Tampico Madero, che diventerà una leggenda della selezione messicana partecipando a USA '94, e Guillermo Mendizabal, per tutti "Wendy", roccioso mediano vecchio stampo tornato in patria dopo l'infelice parentesi con gli spagnoli del Rayo Vallecano. Non solo, a cesellare l'impianto difensivo biancorosso, già forte dei veterani Fernado Quirarte, Demetrio Madero e Sergio "El Ninito" Lugo Barron, la società ingaggia dal Monarcas Morelia anche Javier Arturo Ledezma, brevilineo estremo difensore noto per i propri riflessi felini.


Plasmata da Alberto Guerra, tecnico in carica dal 1982, data in cui subentrò a Diego Mercado, la squadra approccia in maniera ottimale al nuovo campionato: al giro di boa conserva un vantaggio di quattro lunghezze sul Tampico Madero primo inseguitore. Con Guerra in panchina la compagine tapatina si era avvicinata in due occasioni al tanto agognato nono titolo, ma prima il Puebla di rigore nell'82/83, e poi gli odiati rivali del Club America l'anno successivo, avevano posto il veto ai sogni tricolore dei Chiverios. Nell''86/87  i fattori per far terminare l'attesa e festeggiare il nono titolo ci sono tutti: al timone c'è un allenatore capace, è stato aumentato il peso specifico della squadra con una serie di innesti mirati e di respiro internazionale e mai come quest'anno tutti remano nella stessa direzione. Alla trentatresima giornata al Jalisco di Guadalajara il Chivas ospita l'UNAM, in una delle tante classiche del calcio messicano. Il margine in classifica sul Club America secondo è rassicurante. Vincere significherebbe garantirsi quasi aritmeticamente la prima piazza, utile per cominciare la Liguilla affrontando un avversario più morbido. Di tutto rispetto anche l'annata dei Pumas, in testa nell gruppo 3 davanti a Monarcas Morelia, Puebla, Atlas e Leones Negros.Con Manuel Negrete emigrato in Europa per apportare il proprio contributo ai portoghesi dello Sporting Lisbona, da temere sono sopratutto Alberto Garcia Aspe, leader tecnico e carismatico dei Felinos, Ramon Raya, centrocampista che militerà anche nelle fila di Queretaro e Club Deportivo Marte prima di andare a svernare negli States, e Miguel España, rude mediano di rottura con all'attivo ben ventitre cartellini rossi disseminati lungo l'arco della carriera. Agli ordini di Mario Velarde, ex bandiera del club universitario, si muovono anche giocatori del calibro di Miguel Salas, Raul Servin e Felix Cruz. A difendere i legni dell'Equipo Felinos c'è invece Adolfo Rios, "El Arquero di Cristo", una vita tra i pali di tutto il Messico, dal Veracruz al Club America, passando per il Necaxa  e la selezione messicana.  Tutti, anche il cattolico estremo difensore, si aspettano uno squillo di Eduardo de la Torre, autore quell'anno di ben diciotto reti tra stagione regolare e Fiesta Grande. Ad infilare l'Arquero de Cristo per ben due volte sarà invece Josè Concepcion Rodriguez, funambolico furetto arrivato al Jalisco grazie alla proverbiale lungimiranza di Alberto Guerra.
Una carriera, quella del "Concho", costruita sulla meritocrazia e tutt'altro che scontata. A diciassette anni non lo vuole nessuno. Gioca nella squadra del suo quartiere. Ha talento, si vede. Ma si nota anche la sua modesta costituzione fisica. Spalle strette, baricentro basso. Troppo filiforme secondo la maggior parte degli osservatori messicani dell'epoca. Poi l'approdo al Leon, la sliding door propedeutica alla scintilla con Alberto Guerra e i Pumas. Nessuno emulerà Rodriguez, Los Pumas non riusciranno ad invertire le sorti dell'incontro. Verranno agevolati dall'espulsione di Mendizabal al tramonto della prima frazione, ma non riusciranno ad approfittarne, fallendo anche un calcio di rigore con Felix Cruz al 56, a partita non ancora compromessa.Los Chiverios concluderanno la stagione in grande stile. Non solo riusciranno finalmente a coronare la lunga rincorsa al nono titolo, ma saranno capaci anche di laurearsi sia come l'attacco più prolifico che come la difesa meno battuta della manifestazione. Poi, nella Liguilla, si sbarazzeranno nell'ordine di Monterrey, Puebla e Cruz Azul.  Epilogo amaro invece per Los Pumas, preceduti da Monarcas e Puebla nella graduatoria del gruppo 3 e rimasti fuori dai giochi Liguilleri.

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