sabato 24 gennaio 2015

Napoli-Genoa, storia di un grande amore

Il gol della salvezza del barbudo Faccenda
di Vincenzo Paliotto (I giorni del Grifone, rubrica di amarcord dedicata al club più antico d'Italia)

 Napoli-Genoa è la sintesi della più grande storia di amicizia tra tifoserie che esiste nel calcio italiano. Lo chiamano gemellaggio nel rigoroso gergo ultras, ma la fratellanza diremmo noi tra napoletani e genoani parte da lontano. Da un caldo pomeriggio del 16 maggio del 1982 allo Stadio San Paolo di Napoli. Il Genoa si era lasciato battere da un derelitto Milan proprio negli ultimi minuti di gioco e rischiava seriamente la retrocessione proprio alle falde del Vesuvio, anche perché i rossoneri impegnati a Cesena sarebbero risultati matematicamente salvi in caso di sconfitta del Grifone. La situazione di classifica era dunque delicata. Un buon numero di genoani seguì la trasferta della propria squadra a Napoli, sperando in una salvezza proprio nelle battute finali del campionato.
 Quella trasferta cominciò nel migliore dei modi per i rossoblù con Massimo Briaschi che violò la porta dei napoletani dopo appena tre minuti. Intanto il Milan sul terreno del Cesena andò sotto di due gol e la domenica sembrava incanalarsi nel modo migliore per il Genoa. Nel Napoli però si impegnò allo spasimo l’interno di centrocampo Antonino Criscimanni, ex-genoano dal dente avvelenato ed intenzionato a mettere in grande affanno i genoani. Lo stesso Criscimanni pareggiò all’inizio della ripresa, mentre Musella segnò poi il gol del sorpasso, gettando nello sconforto i genoani presenti al San Paolo. Anche perché il Milan a Cesena operò un clamoroso sorpasso: da 0-2 a 3-2 in favore dei rossoneri milanisti.

 Ci pensarono, però, i tifosi del Napoli. Qualche genoano in curva cominciava a star male. Il dispiacere per il risultato negativo e per la retrocessione che poteva materializzarsi procurava più di un malore. “Non preoccupati iniziò a dire qualcuno: vi aiuterà San Gennaro” e dalle parti del settore occupato dai genaoni cominciavano ad arrivare qualche caffè ed un po’ di cognac per risollevarsi accompagnati da qualche sigaretta. Il tutto gentilmente offerto dagli impagabili napoletani, che nel frattempo fecero capire ai loro giocatori in campo che il Genoa doveva pareggiare. Era stata sancita una grande amicizia. Ed infatti Luciano Castellini smanacciò difettosamente un pallone in corner e sugli sviluppi dello stesso il burbudo Mario Faccenda spinse il pallone in rete: 2-2. Il Genoa è salvo nonostante al vittoria del Milan a Cesena.

 A distanza di quasi 33 anni quell’amicizia resiste e tante volte napoletani e genaoni hanno festeggiato insieme e questa volta lo faranno ancora, avendo un ulteriore motivo: ricorderanno Pino Daniele e Fabrizio De Andrè, due artisti, due miti, due tifosi, due uomini, due amici che hanno raccontato e raccontano ancora due splendide città di mare.

2 commenti:

  1. Spiegando meglio come Castellini smanacciò quella palla ... Fu qualcosa di mai visto prima nè in futuro: Castellini bloccò il pallone in mezzo all'area, poi lo rimise con calma in gioco, anzi in calcio d'angolo. Come ? Provate a immaginare un portiere che nel tentativo di fare ripartire l'azione con il pallone saldamente nelle mani anzichè lanciare in avanti lo mandi in calcio d'angolo .... Un favore al pubblico che invocava a viva voce il pareggio degli amici genoani ? Il giaguaro (già campione d' Italia con il Toro e secondo portiere della nazionale, mica un pirla qualsiasi) ancora oggi nega la volontà della sua sciagurata giuocata, sarebbe una delle più comiche azioni del calcio nostrano se non fosse che grazie a questa il Genoa si salvò e il Milan fu retrocesso. A Cesena la partita era già finita da un pezzo, a Napoli no perchè iniziò con qualche minuto di ritardo (allora giocavano tutti in contemporanea, si diceva, giustamente, per garantire la regolarità del campionato.) Dimenticavo: Castellini sarà in seguito preparatore dei portieri dell'Inter e Berlusconi era ancora interista.

    P.S. Il Genoa non è la squadra più antica d'Italia. Nel 1887 videro i natali i Noblili Torino e il Football & Cricket Club Torino. Le due squadre si fusero nel 1990 nel Internazionale Torino (progenitore dell'attuale Torino). Quest'ultima fu una delle 4 squadre (3 erano di Torino, vera culla del calcio italiano, l'altra era il Genoa) che nel 1898 si contesero in una sola giornata il primo campionato di calcio italiano (nello stesso giorno in cui il generale Bava Beccaris cannoneggiava sulla popolazione milanese insorta per l'aumento del prezzo del pane, centinaia di morti). Il Genoa Cricket & Athletic Club fondato nel 1893 si dedicò anni dopo alla pratica del Football.

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    1. il Club più antico d'Italia16 febbraio 2015 alle ore 21:12

      Non ritengo opportuno rispondere alle insinuazioni nei confronti di Castellini perché non esistono prove al riguardo, quindi si tratta solamente di parole in libertà.
      Mi limito a ricordare che quella domenica il Milan era sotto di due gol a Cesena, quando incredibilmente ribaltò il risultato, con Antonelli che andò a segnare il terzo gol facendo lo slalom tra avversari immobili come birilli.
      Per quanto riguarda la data di fondazione quello che conta sono i fatti, e i fatti dicono che il Genoa è la più antica società italiana tuttora praticante il calcio, nonché l'unica a poter suffragare la propria tesi con documenti originali che ne certificano l'anno di fondazione.
      Infatti il libro mastro attestante la fondazione del Genoa Cricket and Athletic Club, il giorno 7 settembre 1893, è conservato presso il Genoa Museum, insieme a moltissimi cimeli riguardanti la storia del calcio in generale e del Genoa in particolare.
      Un'ultima precisazione: il football venne praticato da subito, in particolare dai soci più giovani, pur non essendo l'attività principale del club.
      Saluti,
      Chicco

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