Il Cerro Portendo del 1973 |
di Vincenzo Paliotto
In compagnia delle formazioni brasiliane le
squadre paraguayane rappresentano al momento l’unica certezza concreta della
fase a gironi della Copa Libertadores. Infatti, hanno staccato un tagliando
valido per gli ottavi di finale già il Cerro Porteno ed il Libertad, mentre
vanta altrettante concrete speranze anche l’Olimpia. Tutte e tre le formazioni
di prestigio di Asuncion si sono affidati a bomber di lungo corso, ma di estrema
prolificità. Nell’Olimpia infatti spopola ancora Roque Santa Cruz, tra le altre
ex del Bayern Monaco e del Manchester City, mentre nel Libertad fa la sua parte
Oscar Cardozo, gol a grappoli in carriera nel Benfica, affiancato dal giovane
argentino 26enne Adrian Martinez, che ai tempi dell’Atlanta scontò anche 6 mesi
di carcere nel suo paese per un equivoco su un’accusa poi rivelatasi infondata.
Il Cerro Porteno, invece, si affida a Nelson Valdez, anche per lui un passato
in Germania, e all’argentino Larrivey, un buon bottino di presenze con il Cagliari.
Il Cerro Porteno è con l’Olimpia la squadra
più amata ad Asuncion e quindi nel Paraguay, ma non ha raggiunto mai la finale
della Copa, al massimo il suo cammino si è fermato nelle semifinali, come
quando nel 1992 cedette di un solo gol di scarto contro il fortissimo Sao Paulo,
nonostante i miracoli tra i pali del colombiano Mondragon. Inutile dire che
quelli del Cerro Porteno soffrono della popolarità e dei successi
internazionali dei cugini scomodi dell’Olimpia, che la Copa Libertadores l’hanno
alzato al cielo in tre occasioni.
Remuntada epica |
Nel 1973, invece, si parlò per la prima volta
di ciclonazo, da ciclòn il soprannome del Cerro Porteno, a livello internazionale. La
squadra rossoblu arrivò al girone di semifinale dopo aver spazzato via gli
eterni rivali dell’Olimpia per 4-2, in un match in cui i fratelli Maciel
giocavano contro: uno per il Cerro che andò anche in gol e l’altro nell’Olimpia.
Poi superò in casa anche le peruviane Sporting Cristal ed Universitario Lima. In
semifinale l’accesso alla grande finale le era conteso dal Colo Colo e dal
Botafogo. Incredibile fu la partita contro i brasiliani al Defensores del Chaco,
anche perché il Cerro Porteno lamentava la grande assenza per infortunio di
Saturnino Arrua, il grande n. 10 e finalizzatore della squadra, che maturò
anche una grande esperienza in Spagna nelle file della Real Saragozza. Ad
Asuncion il Botafogo andò avanti di due gol con Dirceu e Zequinha nel primo
tempo e si sentiva quasi sicuro del risultato acquisito. Fu dopo l’80’ che accadde
qualcosa di incredibile, la rimonta più bella nella storia nobile del Cerro.
Gol di Osorio all’80’, pareggio di Ortiz Aquino all’82’ e gol della vittoria di
Jorge Escobar all’83’. Ancora oggi si racconta di quella impresa nei vicoli di
Barrio Obrero come una delle più belle nella storia. Contro il Colo Colo invece
ottennero una vittoria larghissima per 5-1 ed una sconfitta altrettanto pesante
per 4-0. Poi proprio il Botafogo nell’ultima partita si vendicò, sbarrando la
strada al Cerro Porteno e consentendo la qualificazione al Colo Colo. Un gol
per tempo di Dirceu e dell’argentino Rodolfo Fischer costrinsero il Cerro alla
resa.
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