domenica 15 marzo 2015

Esterophilia: Colo Colo-Universidad de Chile


di Vincenzo Lacerenza (www.calciofuorimoda.blogspot.com)

Universidad de Chile-Colo Colo 2-4 (27/09/1980, ventiquattresima giornata, Primera Division cilena)


U. de Chile: Carballo, Ashwell, Pellegrini, Quintano, Bigorra, Mondaca, Montenegro, Socías, Hoffens, Castec, Salah. Allenatore: Fernando Riera
Colo Colo: Nef, Garrido, Atilio Herrera, Herrera, Neculñir, Ormeño, Inostroza, Vasconcelos, Ponce, Caszely, Orellana. Allenatore: Pedro Morales.

Marcatori:  11' Hoffens (U), 48' Vasconcelos (CC), 51' rig. Montenegro(U), 69' Vasconcelos (CC), 75' Ponce (CC), 88' Caszely (CC).

Arbitro: Sergio Vasquez

Conquistato il titolo l'anno precedente, gli obiettivi da centrare per il Colo Colo, nella stagione 1980/1981 sono fondamentalmente due: riconfermarsi in campionato e prolungare il più possibile l'avventura in Coppa Libertadores, magari senza bistrattare la coppa nazionale. Guidato in panchina da Pedro Morales Tores, tecnico alla sua seconda esperienza sulla panchina bianconera, il Cacique non disattende le aspettative: ad undici giornate dal termine del campionato è in piena lotta per il titolo. A contendergli lo scettro cileno ci sono i soliti noti: Universidad de Cile, Cobreloa, O' Higgins e Concepcion. Impossibile decifrare il finale: gli scontri diretti risolutori sono in programma nelle ultime giornate. Il primo snodo cruciale arriva il 27 Settembre 1980: all'Estadio Nacional di Santiago del Cile, l'Albo ospita la "U", in una sfida sulla carta tiratissima. Reduci da una serie di risultati negativi, che ne hanno minato, compromettendola forse in maniera decisiva, la marcia verso il titolo, gli uomini di Fernando Riera, autentico totem delle panchine, che in precedenza aveva allenato club e nazionali di indubbio blasone (Cile, Porto, Boca Juniors, Deportivo La Coruna), hanno idee chiare e intenti bellicosi: rincorrono il bis dell'andata, quando si erano imposti per 2-1. Per farlo contano sulle reti garantite dall'attacco atomico composto da Sandrino Castec, bomber dal doppio passaporto croato e cileno che quell'anno troverà il bersaglio grosso in diciassette occasioni, Arturo Salah ed Hector Hoffens, formidabile ala destra che, insieme ai due sopracitati, contribuirà ai successi del Ballet Azul nella prima metà degli anni '80. E sarà proprio "El Chico" Hoffens, con un ben calibrato colpo di testa sugli sviluppi di una punizione laterale, a spezzare l'equilibrio del Super Clasico, trafiggendo inesorabilmente un'incolpevole Adolfo Nef. Colpito a freddo e tramortito, il Cacique non riuscirà a rendersi mai pericoloso nella prima frazione. Ed anzi, saranno Los Azules a sfiorare a più riprese la rete del raddoppio. La svolta arriverà nella ripresa: i bianconeri usciranno dagli spogliatoi con un diverso piglio. E con Severino Vasconcelos, mediano dotato di un discreto fiuto del goal, prelevato due anni prima dall'Internacional di Porto Alegre, riequilibreranno immediatamente le sorti dell'incontro: lesto nell'occasione il brasiliano a farsi strada tra la selva di gambe e risolvere a proprio favore un batti e ribatti in area di rigore. La parità durerà però soltanto tre giri di lancette. Su un ribaltamento di fronte l'Albo si farà trovare incredibilmente impreparato: Castec si presenterà di fronte a Nef, il quale, vedendosi  superato, lo uncinerà con i guantoni. Per l'arbitro non ci saranno dubbi: calcio di rigore. Dal dischetto la trasformazione di Leonardo Montenegro sarà impeccabile: portiere da una parte, palla dall'altro. I bianconeri non demorderanno, torneranno a macinare gioco e al settantesimo minuto verranno premiati: fitta ragnatela di passaggi, palla ad Orellana, il quale, da buona posizione, sparerà a botta sicura. Carballo sarebbe superato, ma un difensore della "U" respingerà sulla linea, compiendo un salvataggio miracoloso.

Tutto vano però: sulla ribattuta si avventerà come un avvoltoio Vasconcelos che farà 2-2. Ma non è finita. I minuti finali saranno i più belli: le due compagini abbandoneranno gli ormeggi e se la giocheranno a viso aperto, cercando di superarsi a vicenda. L'episodio risolutore giungerà ad un quarto d'ora dal termine: tocco di mano "azules" e punizione dalla lunetta per i bianconeri. Dell'esecuzione se ne incaricherà Ramon Hector Ponce, avanti argentino con un nobile passato tra Boca Juniors, Gimnasia La Plata e Quilmes. "El Crineira" opterà per una soluzione chirurgica: colpirà di piatto, nel tentativo di imprimere il classico effetto a girare alla sfera. Gli andrà bene: la traiettoria, di per sè innocua, verrà sporcata quanto basterà da una deviazione della barriera; Carballo battezzerà il lato opposto e non potrà far altro che osservare la sfera insaccarsi lentamente. Prima della fine i bianconeri apporranno anche il punto esclamativo sulla vittoria: scellerataggine della retroguardia azules, Vasconcelos intercetterà la sfera e partirà in contropiede. Arriverà sul fondo, alzerà lo sguardo e pescherà il taglio centrale di Carlos Caszely; per il calciatore, noto ai rotocalchi per essersi rifiutato di stringere la mano a Pinochet e agli almanacchi per essere stato il primo calciatore a vedersi sventolare il cartellino rosso ai Mondiali, sarà poi un gioco da ragazzi ribadire in rete, facendo scorrere i titoli di coda sulla gara.
Tre punti che però non consentiranno all'Albo di bissare il successo dell'anno precedente: sarà il sorprendente Cobreloa di Vicente Cantatore a conquistare il titolo, precedendo di tre lunghezze El Chuncho, mentre i bianconeri termineranno la temporada con una comunque dignitosa terza piazza. La stagione 1980/1981 sarà pero ricordata dai tifosi del Cacique come quella delle beffe nelle coppe: nell'ingarbugliatissimo gruppo 5 di Libertadores il Colo Colo finirà per essere vittima di una peggiore differenza reti nei confronti dei connazionali dell' O'Higgins e dei paraguagi del Cerro Porteno, mentre l'avventura in Copa Polla, il trofeo nazionale cileno, conoscerà il suo amaro epilogo in finale, quando i bianconeri si vedranno sfilare la coppa dal modesto Deportes Iquique.  

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