giovedì 26 novembre 2015

il Gre-Nal: un Gremio-Internacional del 1935

di Vincenzo Lacerenza (www.calciofuorimoda.blogspot.com)

Il 1935, dalle parti del Rio Grande do Sul, è anno di speciali ricorrenze e celebrazioni. Esattamente un secolo prima, infatti, era divampata la “Revolução Farroupilha”: soffocati da un’esagerata pressione fiscale, e stanchi di esser posti ai margini delle politiche governative, i riograndesi imbracciarono le armi nell’Ottobre del 1935. Il conflitto, logorante, durerà circa una decade: da una parte le truppe riograndesi, capeggiate dal liberale e aristocratico Bento Gonçalves da Silva e innervate da intellettuali, etichettati dispregiativamente dagli imperiali come “farrapos”, ovvero straccioni; dall’altra parte della barricata i reggimenti, sicuramente meglio equipaggiati, leali all’Impero del Brasile.
Nonostante i ribelli trovino una sponda utile in Giuseppe Garibaldi ed in Livio Zambeccari, mazziniano convinto fuggito dall’Italia all’indomani dei moti del 1821, dopo quasi due lustri di combattimenti, spargimenti di sangue vari, proclamazioni e imboscate (in una di queste lo stesso Bento Gonçalves da Silva verrà catturato e fatto prigioniero dai governativi), l’esercito regolare riuscirà a contenere le sortite degli insorti: con la pace di Ponche Verde, dove attorno ad un tavolo si tenderanno la mano a vicenda il barone Caxias e il comandante David Canabarro, si porranno fine alle ostilità. Un contentino per i riograndesi: in cambio della rinuncia alle proprie velleità indipendentiste i ribelli otterranno l’amnistia.
Cent’anni dopo, in piena era Vargas, quando ormai la Repubblica ha soppiantato l’Impero, anche il calcio rende omaggio a quegli uomini temerari. Ironia dlla storia, in programma per l’ultima giornata del Campeonato Citadino di Porto Alegre c’è il Grenal, storica crasi coniata per ragioni di comodità nel 1926 da Ivo dos Santos Martins, giornalista di chiara fede gremista: i due giganti gauchos, Internacional e Gremio, sono in lotta per il primato cittadino. Comune l’obiettivo: aggidicarsi il titolo portoalegrense è l’unico passpartout valido per accedere al campionato statale. Il Colorado, un gradino sopra in graduatoria, gode di una vista privilegiata: per trionfare può contare su due risultati su tre, mentre il bottino pieno è l’imperativo categorico per l’Imortal.
La stracittadina con l’Internacional, sarà anche l’occasione per Eurico Lara, da quidici anni tra i pali del Tricolor, per congedarsi dalla torcida nerazzurra. Anche se, in verità, “Calavera” non potrebbe scendere in campo: affetto da tubercolosi, i medici gli proibiscono di indossare i guantoni per un’ultima volta.
Ma Lara, testardo e troppo attaccato a quei colori, mai potrebbe rinunciare al Grenal decisivo: al fischio d’inizio è stoicamente al suo posto. Al termine di un primo tempo da autentica saracinesca, dove si produce in una serie di interventi prodigiosi – secondo alcuni la miglior gara disputata da Lara nel suo periodo gremista -, salvando a più riprese il risultato, al termine del primo tempo, conclusosi sullo 0-0, è costretto ad abdicare: negli spogliatoi accusa un malumore e viene immediatamente trasportato in ambulanza nel vicino Hospital Beneficência Portuguesa.
Orfani del proprio totem i nerazzurri non si perderanno d’animo, ed anzi, triplicheranno gli sforzi. A sette minuti dal termine, quando le residue speranze cominciano ad evaporare, l’Imortal troverà il pertugio giusto per portarsi in vantaggio. Anche grazie alla involontaria assistenza di Risada: il difensore del Colorado, intervenendo su un traversone, consegnerà grossolanamente la sfera tra le grinfie di Foguinho, al secolo Oswaldo Azzarini Rolla – sportivo a tutto tundo (era infatti anche un apprezzato canottiere), che appesi gli scarpini al chiodo si infilerà un fischietto tra le labbra riciclandosi come arbitro – per il quale gonfiare la rete sarà un gioco da ragazzi. Nel finale, poi, con l’Internacional disperatamente catapultato in avanti alla disperata ricerca del pari che varrebbe la corona cittadina, di rimessa, astutamente, il Tricolor passerà a riscuotere per la seconda volta: toccherà a Laci, fiondatosi indisturbato nella metà campo avversaria, raddoppiare e far partire la festa gremista.
Strappato il trofeo, detto Campeonato Farroupilha in omaggio al centenario della rivoluzione, agli increduli rivali, dopo il triplice fischio finale la comitiva nerazzurra si sposterà nella struttura ospedaliera dove si trova ricoverato Lara: festeggeranno insieme il titolo. Sarà l’ultima gioia della vita per “Calavera”: due mesi più tardi, vinto dalla malattia, spirerà nei letti dello stesso nosocomio. E dieci giorni prima della morte di Lara, si infrangeranno anche i sogni statali del Tricolor. Liquidato il Gremio Santanense in semifinale, il Gauchão 1935 andrà ad impreziosire la bacheca del Nono Regimento da Infantaria: l’odierno Gremio Atletico Farropuilha la spunterà per due reti ad uno nello spareggio risolutore del Timbauva.

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