Vincenzo Lacerenza si produce in una delle sue virtù giornalistiche migliori, cioè quella della recensione dei libri. Ed in tal caso rende giusta causa a La città del football, il libro di grande successo di Gianni Galleri.
Wembley, Stamford
Brige, White Hart Lane. Craven Cottage, Boleyn Ground, Selhurst Park. Ma anche
Vicarage, The Valley, Griffin Park. Fino ad Hayes Lane, Tolworth e Ship Lane.
Arsenal, Chelsea, Tottenham. Fulham, Watford, Brentford. Ma anche Corinthian,
Thurrock, Bromley. Attraverso aneddoti, zenit, personaggi. Epopee sfocate,
kabale ricorrenti, oligarchi russi e nonsense del nostro tempo. In "La
città del football, viaggio nella Londra del Calcio", di Gianni
Galleri, all'esordio letterario, c'è spazio per tutto e per tutti. Dalla
Premier alla Conference. Dalla periferia al centro, più che il contrario.
Centripeto più che centrifugo. Dalle suburbie della City all'empireo, anzi
l'Empire, che poi non è nient'altro che Wembley. Una sorta di noblesse oblige
della penna. Tutto filato e tutto d'un fiato. Tutto mappato, documentato e
raccontato. In modo preciso, puntuale, svizzero. Ma sopratutto schietto,
spontaneo, appassionato. Senza troppe architetture e sovrastrutture, gingilli
ampollosi e vezzi magniloquenti. Con "La Citta del Football" sembra
di stare li. Accanto all'autore, zaino in spalla e reflex a tracolla. Accalcati
nella tube, trasportati sui lunghi viali in riva al Tamigi, assiepati sulle
terraces in attesa di un Coventry-Wimbledon di Fa Cup. Al pomeriggio, al
tramonto, al'imbrunire. Tra gracchiare di freni ed eufonica sinfonia di
clacson, foschia e traffico, fish and chips e football. Scorrevole,
coinvolgente, accattivante. Per gli amanti del calcio bristish. Ma non solo. La
città del football, viaggio nella Londra del calcio; di Gianni Galleri,
Urbone Publishing, 142 pagine, 12 euro.
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