venerdì 8 novembre 2013

Top 11- La Polonia di sempre 1a


di Antonio Vespasiano (di Calcio2000) prima parte di un articolo dettagliato ed imperdibile.

 
 Nonostante il calcio in Polonia affondi le proprie radici sin dall’inizio del secolo scorso, quando ingegneri minerari inglesi ne avevano diffuso la pratica, lento è stato il suo sviluppo. Vero è che la Federazione nacque nel 1919 e che l’affiliazione alla FIFA avvenne quattro anni dopo, ciononostante per poter godere dei primi successi internazionali c’è stato bisogno di attendere gli anni ’70, periodo di massimo splendore del calcio polacco. I motivi di questo incredibile ritardo sono facilmente rintracciabili nella tribolata situazione in cui la Polonia si è venuta a trovare durante e dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, con l’annessione al Terzo Reich, seguita dal lungo martirio della operazioni belliche e poi dalla riorganizzazione socio-culturale del comunismo. Solo quando il Paese s’è assestato al di là della Cortina di ferro è stato possibile lavorare ad un modello di calcio che seppe trarre il meglio da tre elementi: la cultura del lavoro e dell’organizzazione tattica (tale da permettere un fortunato connubio tra rigore difensivo e fantasia offensiva), una preparazione fisica all’avanguardia e la compresenza di una irripetibile generazione di talenti. Ingredienti questi sapientemente mixati dal leggendario Kazimierz Górski, C.T. polacco durante i fantastici anni ’70. Unico acuto prima di allora era stato lo straordinario ottavo di finale perso 6-5 ai supplementari con il Brasile di Leȏnidas ai Mondiali del 1938.

 

 L’epoca d’oro del calcio polacco ha inizio con i Giochi Olimpici di Monaco nel 1972, nei quali, contro ogni pronostico, la squadra guidata in campo da Lubański sconfisse 2-1 la favorita Ungheria e vinse la medaglia d’Oro. Due anni dopo si qualificò ai Mondiali tedeschi a discapito dell’Inghilterra centrando un incredibile terzo posto (1-0 al Brasile), dopo aver fatto paura ai futuri Campioni del Mondo della Germania Ovest. Nel 1976 ancora una medaglia olimpica impreziosì il palmares polacco, questa volta però d’Argento visto il 3-1 patito ai danni della Germania dell’Est. Grazie a questi successi la Polonia divenne una delle squadre da battere a livello mondiale, ed è con questa etichetta che si presentò a Spagna ’82 centrando un altro terzo posto (3-2 alla Francia). Spentasi la generazione d’oro, dalla metà degli anni ’80 è iniziato un lento declino. E non inganni l’argento olimpico del 1992; il serbatoio delle giovanili del calcio polacco ha smesso di sfornare talenti. Dopo aver raggiunto i Mondiali del 1986 la Polonia ha dovuto aspettare sedici lunghi anni prima di qualificarsi di nuovo per un Campionato del Mondo (Corea & Giappone 2002) per giunta grazie soprattutto alla naturalizzazione del nigeriano Olisadebe. Solo nel 2008, invece, ha fatto l’esordio assoluto ad in un Campionato Europeo. Per tradizione, infatti, la Polonia ha sempre offerto il meglio di sé sul palcoscenico Mondiale; c’è da dire però che l’ottima impressione fatta, soprattutto a livello infrastrutturale, durante gli Europei dello scorso anno lascia ben sperare per un riscatto futuro del calcio polacco, a patto però che il settore giovanile mostri segnali di risveglio.

 

LA FORMAZIONE DI SEMPRE

UNA DIFESA BUNKER

Il titolo quale miglior portiere polacco di tutti i tempi spetta a JAN TOMASZEWSKI. Nonostante i diversi successi internazionali (terzo posto ai Mondiali del ’74, medaglia d’Argento alle Olimpiadi del ’76 e ben 59 presenze in Nazionale), indimenticabile nella sua carriera resta il 17 ottobre 1973 quando a Wembley la Polonia fece lo sgambetto ai Maestri inglesi pareggiando 1-1 ed estromettendoli per la prima volta nella loro storia da un Mondiale. Eroe della serata con le sue strepitose parate fu proprio Tomaszewski, che chiuse la porta ai disperati assalti inglesi spazzando via i pregiudizi sul suo conto che lo dipingevano come poco affidabile e senza personalità. Si confermò poi al Mondiale tedesco, durante il quale parò ben due rigori. Peccato che il regime comunista gli impedì di trasferirsi all’estero prima dei trent’anni, precludendogli di fatto maggiori fortune. Come secondo preferiamo alle bizzarrie di Jerzy Dudek l’affidabilità del baffuto JÓZEF MŁYNARCZYK, portiere titolare nella fortunata spedizione Mondiale del 1982 così come in quella del 1986. Dopo i successi in Patria, dove vinse due Campionati consecutivi e il titolo quale miglior giocatore polacco nel 1983, s’impose sul palcoscenico internazionale con la maglia del Porto, indossata per tre stagioni durante le quali vinse Campionato, Coppa dei Campioni, Coppa Intercontinentale e Supercoppa Europea.

Come terzino destro merita il posto ANTONI SZYMANOWSKI. Dall’Oro olimpico del ’72 fino ai Campionati del Mondo del ’78 la fascia destra della Nazionale, la cui maglia ha vestito 82 volte, è stata di sua proprietà. Brillante nella fase difensiva, esprimeva il meglio di sé però quando s’involava sulla fascia come un’ala. Sportivo del secolo per i tifosi del Wisla Cracovia, club di cui è rimasto un idolo. Professionista serio e carismatico, secondo Alf Ramsey era il miglio terzino europeo del suo tempo.

A sinistra ZYGMUNT ANCZOK, dopo il precoce esordio in Nazionale a 19 anni, confermò le sue qualità nel ’66 (stagione in cui fu nominato calciatore dell’anno) in una tournée della Polonia in Sudamerica, dove seppe tener testa a giocatori del calibro di Pelè e Garrincha. Mai prima di allora in Polonia s’era visto un giocatore con le sue caratteristiche, “Ana” infatti faceva della velocità e dell’agilità le sue armi migliori. L’anno prima di vincere la medaglia olimpica a Monaco era in campo nell’All Star Team FIFA per la partita di addio di Lev Yashin. Il ruolo di stopper calza a pennello a JERZY GORGOŃ, fisico statuario, “il gigante biondo” lo chiamavano, ciononostante non era un giocatore monodimensionale. Bravo in marcatura ma anche nel controllo di palla e nei movimenti difensivi. Temuto e rispettato, non solo per la sua stazza, era il pilastro della retroguardia della Polonia durante il periodo d’oro degli anni ’70. Oro olimpico nel ’72, Argento nel ’76. Ha preso parte a tre Mondiali, tra cui quelli del ’74 chiusi al terzo posto. Con il Górnik Zabrze vinse due Campionati e cinque Coppe Nazionali, sfiorando anche la vittoria in Coppa delle Coppe nel ’70. Libero WŁADYSŁAW ŻMUDA leader difensivo della Polonia di Górski, che, nonostante i suoi 20 anni, gli affidò le chiavi del reparto al Mondiale del ’74, quello chiuso con un clamoroso terzo posto e il riconoscimento di miglior giovane della manifestazione. A causa del divieto per i calciatori polacchi di trasferirsi all’estero, se non dopo una certa età, Żmuda mostrò tutte le sue qualità sempre ai Campionati del Mondo. Ne giocò ben quattro. È in Spagna, nel 1982, che raggiunse il picco della sua carriera tanto che il C.T. brasiliano Santana ebbe a dire: “Se avessi avuto nella mia squadra una coppia come Janas e Żmuda, tutte le altre nazioni avrebbe solo bisogno di concentrarsi sulla lotta per il secondo posto”. Dopo i successi con il Widzew Łódź venne a giocare anche al Verona, ma la sua fu una parentesi sfortunata.

La coppia di terzini in riserva è composta da WŁADYSŁAW SZCZEPANIAK, capitano della Polonia ai Mondiali del ’36, dopo gli inizi come attaccante si trasferì in difesa, diventando uno dei pilastri della Nazionale, con la quale giocò 34 partite nell’arco della sua ventennale carriera, durante la quale colse un quarto posto alle Olimpiadi di Berlino nel ’36. Destro di piede ma schierato sempre a sinistra ADAM MUSIAŁ era un difensore irriducibile, un vero leone in campo. Fumantino nel carattere, talvolta persino irresponsabile, ma idolo dei tifosi per la sua combattività. Bronzo ai Mondiali del ’74.

Al centro PAWEŁ JANAS centrale affidabile, sempre corretto e pulito negli interventi, compose con Żmuda una fenomenale coppia difensiva ai Mondiali del 1982, chiusi al terzo posto. In Patria era uno dei più apprezzati stopper e quando si trasferì all’Auxerre fu nominato miglior difensore della Ligue 1 nel 1986. Libero di riserva STANISŁAW OŚLIZŁO, altro grande difensore della scuola polacca. Capitano del Górnik Zabrze, finalista in Coppa delle Coppe nel 1970, sconfitto 2-1 dal Manchester City (suo il gol della bandiera). 57 presenze in Nazionale e quattro volte miglior giocatore polacco.

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