di Antonio
Vespasiano (di Calcio2000) prima parte di un articolo dettagliato ed imperdibile.
L’epoca d’oro del calcio polacco ha inizio con
i Giochi Olimpici di Monaco nel
1972, nei quali, contro ogni pronostico, la squadra guidata in campo da Lubański sconfisse 2-1 la favorita Ungheria e
vinse la medaglia d’Oro. Due anni dopo si qualificò ai Mondiali tedeschi a
discapito dell’Inghilterra centrando un incredibile terzo posto (1-0 al
Brasile), dopo aver fatto paura ai futuri Campioni del Mondo della Germania
Ovest. Nel 1976 ancora una medaglia olimpica impreziosì il palmares polacco,
questa volta però d’Argento visto il 3-1 patito ai danni della Germania
dell’Est. Grazie a questi successi la Polonia divenne una delle squadre da
battere a livello mondiale, ed è con questa etichetta che si presentò a Spagna
’82 centrando un altro terzo posto (3-2 alla Francia). Spentasi la generazione
d’oro, dalla metà degli anni ’80 è iniziato un lento declino. E non inganni
l’argento olimpico del 1992; il serbatoio delle giovanili del calcio polacco ha
smesso di sfornare talenti. Dopo aver raggiunto i Mondiali del 1986 la Polonia
ha dovuto aspettare sedici lunghi anni prima di qualificarsi di nuovo per un
Campionato del Mondo (Corea & Giappone 2002) per giunta grazie soprattutto
alla naturalizzazione del nigeriano Olisadebe. Solo nel 2008, invece, ha fatto
l’esordio assoluto ad in un Campionato Europeo. Per tradizione, infatti, la
Polonia ha sempre offerto il meglio di sé sul palcoscenico Mondiale; c’è da
dire però che l’ottima impressione fatta, soprattutto a livello
infrastrutturale, durante gli Europei dello scorso anno lascia ben sperare per
un riscatto futuro del calcio polacco, a patto però che il settore giovanile
mostri segnali di risveglio.
LA
FORMAZIONE DI SEMPRE
UNA DIFESA
BUNKER
Il titolo
quale miglior portiere polacco di tutti i tempi spetta a JAN TOMASZEWSKI.
Nonostante i diversi successi internazionali (terzo posto ai Mondiali del ’74,
medaglia d’Argento alle Olimpiadi del ’76 e ben 59 presenze in Nazionale), indimenticabile
nella sua carriera resta il 17 ottobre 1973 quando a Wembley la Polonia fece lo
sgambetto ai Maestri inglesi pareggiando 1-1 ed estromettendoli per la prima
volta nella loro storia da un Mondiale. Eroe della serata con le sue strepitose
parate fu proprio Tomaszewski, che chiuse la porta ai disperati assalti inglesi
spazzando via i pregiudizi sul suo conto che lo dipingevano come poco
affidabile e senza personalità. Si confermò poi al Mondiale tedesco, durante il
quale parò ben due rigori. Peccato che il regime comunista gli impedì di
trasferirsi all’estero prima dei trent’anni, precludendogli di fatto maggiori
fortune. Come secondo preferiamo alle bizzarrie di Jerzy Dudek l’affidabilità
del baffuto JÓZEF MŁYNARCZYK, portiere titolare nella fortunata spedizione
Mondiale del 1982 così come in quella del 1986. Dopo i successi in Patria, dove
vinse due Campionati consecutivi e il titolo quale miglior giocatore polacco
nel 1983, s’impose sul palcoscenico internazionale con la maglia del Porto,
indossata per tre stagioni durante le quali vinse Campionato, Coppa dei
Campioni, Coppa Intercontinentale e Supercoppa Europea.
Come
terzino destro merita il posto ANTONI SZYMANOWSKI. Dall’Oro olimpico del ’72
fino ai Campionati del Mondo del ’78 la fascia destra della Nazionale, la cui
maglia ha vestito 82 volte, è stata di sua proprietà. Brillante nella fase
difensiva, esprimeva il meglio di sé però quando s’involava sulla fascia come
un’ala. Sportivo del secolo per i tifosi del Wisla Cracovia, club di cui è
rimasto un idolo. Professionista serio e carismatico, secondo Alf Ramsey era il
miglio terzino europeo del suo tempo.
A sinistra ZYGMUNT
ANCZOK, dopo il precoce esordio in Nazionale a 19 anni, confermò le sue qualità
nel ’66 (stagione in cui fu nominato calciatore dell’anno) in una tournée della
Polonia in Sudamerica, dove seppe tener testa a giocatori del calibro di Pelè e
Garrincha. Mai prima di allora in Polonia s’era visto un giocatore con le sue
caratteristiche, “Ana” infatti faceva della velocità e dell’agilità le sue armi
migliori. L’anno prima di vincere la medaglia olimpica a Monaco era in campo nell’All
Star Team FIFA per la partita di addio di Lev Yashin. Il ruolo di stopper calza
a pennello a JERZY GORGOŃ, fisico statuario, “il gigante biondo” lo chiamavano,
ciononostante non era un giocatore monodimensionale. Bravo in marcatura ma
anche nel controllo di palla e nei movimenti difensivi. Temuto e rispettato,
non solo per la sua stazza, era il pilastro della retroguardia della Polonia durante
il periodo d’oro degli anni ’70. Oro olimpico nel ’72, Argento nel ’76. Ha
preso parte a tre Mondiali, tra cui quelli del ’74 chiusi al terzo posto. Con
il Górnik Zabrze vinse due Campionati e cinque Coppe Nazionali,
sfiorando anche la vittoria in Coppa delle Coppe nel ’70. Libero WŁADYSŁAW ŻMUDA leader difensivo della
Polonia di Górski, che, nonostante i suoi 20 anni, gli affidò le chiavi del
reparto al Mondiale del ’74, quello chiuso con un clamoroso terzo posto e il
riconoscimento di miglior giovane della manifestazione. A causa del divieto per
i calciatori polacchi di trasferirsi all’estero, se non dopo una certa età, Żmuda
mostrò tutte le sue qualità sempre ai Campionati del Mondo. Ne giocò ben
quattro. È in Spagna, nel 1982, che raggiunse il picco della sua carriera tanto
che il C.T. brasiliano Santana ebbe a dire: “Se avessi avuto nella mia squadra
una coppia come Janas e Żmuda, tutte le altre nazioni avrebbe solo bisogno di
concentrarsi sulla lotta per il secondo posto”. Dopo i successi con il Widzew Łódź venne a giocare anche al Verona, ma la sua fu una parentesi sfortunata.
La coppia
di terzini in riserva è composta da WŁADYSŁAW SZCZEPANIAK, capitano della
Polonia ai Mondiali del ’36, dopo gli inizi come attaccante si trasferì in
difesa, diventando uno dei pilastri della Nazionale, con la quale giocò 34
partite nell’arco della sua ventennale carriera, durante la quale colse un
quarto posto alle Olimpiadi di Berlino nel ’36. Destro di piede ma schierato
sempre a sinistra ADAM MUSIAŁ era un difensore irriducibile, un vero leone in
campo. Fumantino nel carattere, talvolta persino irresponsabile, ma idolo dei
tifosi per la sua combattività. Bronzo ai Mondiali del ’74.
Al centro PAWEŁ
JANAS centrale affidabile, sempre corretto e pulito negli interventi, compose
con Żmuda una fenomenale coppia difensiva ai Mondiali del 1982, chiusi al terzo
posto. In Patria era uno dei più apprezzati stopper e quando si trasferì
all’Auxerre fu nominato miglior difensore della Ligue 1 nel 1986. Libero di
riserva STANISŁAW OŚLIZŁO, altro grande difensore della scuola polacca.
Capitano del Górnik Zabrze, finalista in Coppa delle Coppe nel 1970, sconfitto
2-1 dal Manchester City (suo il gol della bandiera). 57 presenze in Nazionale e
quattro volte miglior giocatore polacco.
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