Marcelo Salas e Ivan Zamorano |
di Antonio Vespasiano (giornalista di Calcio2000)
CILE
TEMPESTOSO
Cervello
della squadra è JAIME PIZARRO
perla del Colo-Colo degli anni ’80 quando ottenne una valanga di successi sia
in Patria che a livello continentale, culminati con la storica Libertadores del
1991, di cui fu l’uomo in più. Metronomo prezioso, dettava i tempi di gioco con
maestria e intelligenza. Lottatore generoso ma corretto, mai una reazione fuori
posto. Ambidestro, si guadagnò per carisma e personalità il soprannome di
Kaiser. In Nazionale giocò 53 partite, compresa la sfortunata finale della
Coppa America del 1987. Il ballottaggio come trequartista lo vince, sull’eterno
rivale Francisco Valdés, CARLOS REINOSO, conosciuto anche come “el Maestro”. Giocatore di classe superiore,
baciato da un talento straordinario al quale seppe unire tecnica e visione di
gioco. Capace di lanci millimetrici da quaranta metri, come di puntuali filtranti
in area. Aveva nelle corde la giocata di fino come la rabona o i gol dalla
bandierina. Spese la parte migliore della sua carriera in Messico, diventando
uno dei giocatoti più importanti nella storia del Club América, griffando la prestigiosa vittoria sul Boca Juniors nella Copa
Interamericana del 1978.
Ala destra
il velocissimo ENRIQUE
HORMAZÁBAL, esterno destro offensivo e fantasioso, tra i migliori calciatori
cileni di sempre. Giocatore completo, imprendibile nell’uno contro uno.
Versatile, scaltro, lo chiamavano “'Cuá Cuá”, ed è così che è ricordato nella
Storia del Colo-Colo. Con la Roja, scrisse pagine di storia, trasformando
l’attacco cileno nel più prolifico della Coppa America del 1955 e 1956, biennio
d’oro per lui che fu eletto in entrambe le occasioni miglior giocatore del
torneo, di cui fu anche capocannoniere nel ‘56. Uno screzio col C.T. Riera non
gli permise di essere tra i convocati del Mondiale del ’62. A sinistra LEONEL SÁNCHEZ protagonista indiscusso del
terzo posto ai Mondiali del ’62. I suoi gol esaltarono il pubblico di casa. Splendida
la prodezza con la quale ipnotizzò Yashin nei quarti di finale. Si ripeté anche
col Brasile in semifinale, ma fu inutile. Chiuse il torneo con 4 centri,
capocannoniere insieme ad altri cinque giocatori. Ottimo attaccante, generoso
ma troppo focoso. In quel Mondiale oltre che per i gol passò alla storia per
l’ignobile sceneggiata nella “Battaglia di Santiago”, che costò l’espulsione a
David e un naso rotto a Maschio. Gli 84 gettoni di presenza ne fanno il
recordman di sempre della Roja.
In
panchina, e sembra quasi un’eresia, il miglior marcatore nella storia del
campionato cileno, FRANCISCO VALDÉS. Brillante regista offensivo è stato uno
dei calciatori di spicco del Colo-Colo di cui è il miglio marcatore all-time.
Cervello fine, piedi educati con la Nazionale ha giocato i Mondiali del ’66 e
del ’74, epica la sua rivalità con Reinoso. Poi JORGE ARAVENA, specialista
delle punizioni che calciava di sinistro in modo potente e preciso, tanto da
guadagnarsi il soprannome di “mortaio”. Durante la qualificazioni a Messico ’86
segnò un gol ad altissimo tasso di spettacolarità, ricordato ancora oggi come “el
Gol
Imposible”.
Piccolo di
taglia ma lesto di piede la figura del baffuto CARLOS CASZELY è tra
quelle di valore più grande nella storia della Roja. Idolo del Colo-Colo con il
quale vinse cinque Titoli e tre Coppe Nazionali. Più volte miglior marcatore
del campionato cileno, nel 1973 fu anche il miglior marcatore della Coppa
Libertadores, trofeo che gli sfuggì di mano solo in finale. Miglior giocatore
della Coppa America del ’79, in Nazionale ha giocato 49 volte segnando 29 gol
(terzo assoluto in graduatoria), con la macchia, però, del rigore sbagliato nel
1982 contro l’Austria. È passato alla storia per essere stato il primo
giocatore e venir espluso durante la fase finale di un Campionato del Mondo
(Germania ’74) col sistema dei cartellini giallo-rosso. Il compito di
bilanciare gli equlibri tattici di una panchina iperoffensiva spetta a ELADIO ROJAS “volante” del Cile ai Mondiali
del ’62, dove recitò un ruolo chiave nello storico terzo posto. Suo il gol al
90’ che piegò gli jugoslavi nella finale per il bronzo.
CILENI
D’EUROPA
La
somiglianza del profilo del capo Mapuche Colocolo col viso di IVÁN ZAMORANO non può essere una mera
coincidenza. Il centravanti cileno, infatti, più di tutti ha saputo incarnare lo
spirito e l’orgoglio del popolo cileno, rappresentando “il” simbolo della Roja
nel mondo. Professionista esemplare, uno di quei giocatori che usciva dal campo
sempre con la maglia inzuppata di sudore. Specialista nel gioco aereo, grazie
ad uno stacco sbalorditivo, sapeva giocare per la squadra senza perdere di
incisività sottorete. Pichichi col Real Madrid, all’Inter visse stagioni
indimenticabili culminate con la Coppa Uefa del ’98. Nel 2000 una sua doppietta
regalò il Bronzo Olimpico al Cile. Prima che la serie A conoscesse le prodezze
del matador Cavani, c’era già stato chi, con lo stesso nomignolo, aveva fatto
strabuzzare gli occhi a tifosi e addetti ai lavori, il suo nome era MARCELO
SALAS. Partner di Zamorano ai Mondiali del ’98, dove con una doppietta mise a
soqquadro la difesa italiana, Salas è il miglior marcatore della storia della
Roja con 37 reti in 71 partite. Si affermò nel River Plate prima di sbarcare in
Italia, dove scrisse il suo nome in calce allo storico scudetto della Lazio del
2000. Pallone d’Oro sudamericano nel 1997. Rapido nello stretto, devastante in
velocità, mortifero sotto porta, fenomenale di testa. Suo il gol che mise ko il
Manchester United nella Supercoppa Europea del 1999. Un passo dietro alla
coppia “Sa-Za” troviamo RAÚL TORO, giocatore di grandissimo talento, classe ed
eleganza. Fu uno dei primissimi idoli del calcio cileno, di quelli che
riempivano gli stadi. Capocannoniere della Coppa America del ’37 quando una sua
doppietta fu decisiva nella prima vittoria della Roja sul fortissimo Uruguay.
Amante della bella vita, sovente entrava in campo dopo il fischio d’inizio
ancora mezzo sbronzo senza però che il suo gioco ne risentisse. L’ultimo posto
a disposizione dovrebbe spettare a chi la storia l’ha già scritta come Jorge Robledo, invece gli
preferiamo ALEXIS SÁNCHEZ, “El Niño Maravilla” che rappresenta il futuro
della Roja. Il funambolico attaccante del Barça, è stato il giocatore cileno
più pagato di sempre. Capace di ricoprire diversi ruoli offensivi, fa della
tecnica sprigionata ad altissima velocità il suo marchio di fabbrica.
Nonostante il curriculum e i trofei già messi in bacheca probabilmente ancora
deve mostrare tutto il suo potenziale, per la gioia dei tifosi cileni.
RICAPITOLANDO
Ricapitolando, ecco la formazione cilena di sempre:
Ricapitolando, ecco la formazione cilena di sempre:
CILE (4-4-2):
Livingstone; Eyzaguirre, Figueroa,
Quintano, Carrasco; Hormazábal, Pizarro, Reinoso, Leonel Sánchez; Zamorano, Salas. A Disp. Antonio Rojas, Galindo, Garrido, Eladio Rojas, Valdés, Caszely, Alexis Sánchez.
E Vidal? Comunque viva Zamorano!!
RispondiEliminaAh si, nel 2013 Vidal non era ancora al Top Top.
RispondiEliminaRubèn Marcos a centrocampo…!?!?
RispondiElimina