di Vincenzo Paliotto
La punta dell’Esbjerg. Con due turni di anticipo ben 8 squadre sono già sicure di aver passato la fase a gironi, tra queste costituisce motivo di grande sorpresa la qualificazione dell’Esbjerg. Infatti, non molti sono stati nella storia delle competizioni europee gli exploit dei club della Danimarca, se si fa eccezione per qualche buon risultato del Brondby e del defunto B1903, assorbito poi dal più moderno Copenaghen FC. Fondato nel 1924, in rappresentanza di una città portuale di poco oltre i 70.000 abitanti, l’Esbjerg giunge ai sedicesimi da sorpresa autentica, dopo aver battuto gli svedesi dell’Elfsborg grazie ad un gol dell’olandese Mick Van Buren, pescato dall’Excelsior Rotterdam nella serie cadetta. Vincitore di 5 titoli nazionali (l’ultimo però nel ’79), i biancoblu non erano mai andati così oltre in Europa. Tra l’altro hanno eliminato anche il quotato Saint Etienne. Il suo impianto, il Blue Arena, conta 18.000 posti dei quali gran parte a sedere, mentre il tifo organizzato è rappresentato dai Blue Knight. Nell’80/81 approdarono al secondo turno della Coppa dei Campioni, dopo aver eliminato l’Halmastd, altra compagine svedese. Poi la strada gli fu sbarrata dallo Spartak Mosca, ma con molta fatica.
La punta dell’Esbjerg. Con due turni di anticipo ben 8 squadre sono già sicure di aver passato la fase a gironi, tra queste costituisce motivo di grande sorpresa la qualificazione dell’Esbjerg. Infatti, non molti sono stati nella storia delle competizioni europee gli exploit dei club della Danimarca, se si fa eccezione per qualche buon risultato del Brondby e del defunto B1903, assorbito poi dal più moderno Copenaghen FC. Fondato nel 1924, in rappresentanza di una città portuale di poco oltre i 70.000 abitanti, l’Esbjerg giunge ai sedicesimi da sorpresa autentica, dopo aver battuto gli svedesi dell’Elfsborg grazie ad un gol dell’olandese Mick Van Buren, pescato dall’Excelsior Rotterdam nella serie cadetta. Vincitore di 5 titoli nazionali (l’ultimo però nel ’79), i biancoblu non erano mai andati così oltre in Europa. Tra l’altro hanno eliminato anche il quotato Saint Etienne. Il suo impianto, il Blue Arena, conta 18.000 posti dei quali gran parte a sedere, mentre il tifo organizzato è rappresentato dai Blue Knight. Nell’80/81 approdarono al secondo turno della Coppa dei Campioni, dopo aver eliminato l’Halmastd, altra compagine svedese. Poi la strada gli fu sbarrata dallo Spartak Mosca, ma con molta fatica.
Guardando ad Est. Guardando ad est tre formazioni hanno
guadagnato l’accesso ai
sedicesimi: l’ormai conferma Rubin Kazan, il Dnipro ed il Ludogoretz, squadra nuova del calcio bulgaro. Il Ludogoretz Razgrad è un club molto giovane, fondato appena nel 2001, ma che ha già vinto due volte lo scudetto ed una coppa nazionale. La città di Razgrad si trova nel nord-est del paese ed ha uno stadio molto piccolo, capace di appena 6.000 posti, e quindi per le gare europee si trasferisce per ovvietà di motivi nella capitale. Il gol decisivo nel pareggio contro il Chernomorets Odessa porta la firma di Juninho Quixada, un brasiliano con la doppia nazionalità. Non l’unico peraltro in squadra così come gli altri auriverdi Choco, Marcelinho e Michel Platini (!) ed il serbo Cvorovic.
sedicesimi: l’ormai conferma Rubin Kazan, il Dnipro ed il Ludogoretz, squadra nuova del calcio bulgaro. Il Ludogoretz Razgrad è un club molto giovane, fondato appena nel 2001, ma che ha già vinto due volte lo scudetto ed una coppa nazionale. La città di Razgrad si trova nel nord-est del paese ed ha uno stadio molto piccolo, capace di appena 6.000 posti, e quindi per le gare europee si trasferisce per ovvietà di motivi nella capitale. Il gol decisivo nel pareggio contro il Chernomorets Odessa porta la firma di Juninho Quixada, un brasiliano con la doppia nazionalità. Non l’unico peraltro in squadra così come gli altri auriverdi Choco, Marcelinho e Michel Platini (!) ed il serbo Cvorovic.
Nel regno di Zahavi. La vittoria più prestigiosa è stata
riportata, però, dal Maccabi Tel Aviv, che ha battuto con un netto 4-2 l’Eintracht
Francoforte, conservando buoni propositi di passare il turno. I gialloblu che
rappresentano la destra israeliana in netta contrapposizione quindi con l’Hapoel
Tel Aviv, per antonomasia il club dei lavoratori, cercano finalmente un
risultato di prestigio in Europa dopo aver vinto nel 1969 e nel 1971 2 volte la
Coppa dei Campioni d’Asia. L’eroe della serata è stato Eran Zahavi, ex del
Palermo tra le altre cose, che ritornato in patria però si è accasato con il
Maccabi e non con l’Hapoel, la squadra che lo aveva lanciato reso un idolo,
scontentando come si può immaginare i suoi ex tifosi. Zahavi ha realizzato una
sontuosa tripletta dinanzi ai numerosi sostenitori tedeschi giunti a Tel Aviv.
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