Ci sono calciatori la cui storia personale
prima che la carriera agonistica rimane indissolubilmente legato al nome di una
squadra, ma in qualche caso anche a due. Come nel caso di Francesco “Ciccio”
Graziani, che nel corso della sua straordinaria carriera ha siglato gol
importantissimi in particolar modo con la maglia di due squadre, quella del
Torino ultimo sculettato del 1976 e quello della Roma che ha provato a vincere
la Coppa dei Campioni nel 1984. Peccato perchè Ciccio avrebbe potuto fare
incetta di trofeo importanti nella sua carriera a livello di club, invece
premiata con un solo tricolore, quello appunto del ’76 con il Torino di Gigi
Radice. Altre tre volte Graziani, comunque, andò vicino al titolo nazionale:
nell ’82 con la maglia della Fiorentina, altro suo grande amore, nell’84 e nell’86
con la Roma, battuta per due volte sul filo di lana dalla Juventus. Nell’86
clamorosa fu la sconfitta casalinga al cospetto del già retrocesso Lecce.
Ad ogni modo, Ciccio Graziani ha coronato la
sua encomiabile carriera di goleador e pregevole colpitore di testa con il
titolo iridato del 1982, vinto con il gruppo dei fantastici cavalieri di Re
Enzo Bearzot. Peccato per la sua carriera di allenatore, troppo presto
tramontata, e per la parentesi di Campioni,
il reality organizzato da Italia1 per descrivere il mondo del calcio, che lo
vedeva nei panni dell’allenatore del Cervia. Da uno come Graziani, puntero di
un altro calcio e dai valori più umani e meno commerciali, non ce lo saremmo
aspettati. Ma come dire: scelte professionali.
Graziani decise al 32’ del primo tempo un
equilibrato Torino-Roma del marzo del ’76, che consegnò altri due punti
importanti per i granata che rincorrevano con la Juve lo Scudetto. Ancora una
volta Ciccio fu decisivo, nonostante la resistenza di una Roma coriacea, ma
ancora Rometta.
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