martedì 10 luglio 2012

Il Colosso di Buenaventura


di Vincenzo Paliotto (tratto da Napolissimo)

 Per il calciomercato nell’estate del 1994 il Napoli non aveva certo a disposizione proprio tanti soldi da spendere. Tuttavia, i dirigenti azzurri ben pensarono di affidarsi agli amici del Parma, con cui la società partenopea stava concludendo ottimi affari soprattutto in uscita. La compagine del Presidente Callisto Tanzi, colui che aveva capacità di far sparire somme di denaro abnormi e di mandare in frantumi un colosso come la Parmalat, nutriva di ottimi rapporti con il Sudamerica. Addirittura il cartellino di più di un giocatore sudamericano apparteneva direttamente alla Parmalat, che ne gestiva immagine e carriera agonistica. Un esempio su tutti fu quello del portiere brasiliano Taffarell. Nelle file dei brasiliani del Palmeiras, altra società con sulle proprie maglie in bella vista lo sponsor Parmalat, giocava un colombiano di talento come Freddy Rincon, che aveva già indossato la casacca dell’America Calì e che per la sua classe e la sua statura venne definito il Colosso di Buenaventura, sua città natale. Tanzi lo impacchettò e lo fece arrivare al Napoli quasi in regalo, ma nonostante i suoi 7 gol in campionato, il giocatore non convinse mai del tutto. Rincon a fine stagione riuscì addirittura a farsi ingaggiare al Real Madrid da Jorge Valdano, ma tenne fede ai suoi buoni propositi soltanto in Sudamerica, soprattutto con la maglia del Corinthians. Anche perché a Madrid tristemente alcuni gruppi ultras madridisti lo fischiarono con buu razzisti. Preferì ritornarsene nel suo paese e poi intraprendere la carriera di allenatore.

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