lunedì 30 settembre 2013

La Top11 del Camerun


di Antonio Vespasiano (giornalista di Calcio2000)
 
Camerun 1982, tra i pali Thomas N'Kono
Stella polare dell’irrequieto, folkloristico e imprevedibile movimento calcistico africano è sempre stata la nazionale del Camerun. Nonostante la sfilza di grandi giocatori che, soprattutto nell’era del calcio globalizzato, hanno invaso i migliori campionati europei e le diverse scuole calcistiche salite agli onori delle cronache in virtù di successi e consensi raccolti non solo nei tornei giovanili, ma anche nelle kermesse internazionali di maggior prestigio, i “Leoni Indomabili”, a partire dal 1982, anno della loro prima apparizione sul palcoscenico di un Mondiale, hanno sempre saputo mantenere inalterato fascino e leadership nel vasto e colorato continente africano, facendo così breccia nei cuori degli sportivi di tutto il mondo. Le ottime performance sciorinate e i risultati di conseguenza ottenuti hanno permesso al Camerun di guadagnarsi una solidissima reputazione non solo in ambito continentale, dove la rappresentativa camerunense è storicamente riconosciuta come la regina del calcio africano, ma anche a livello internazionale. L’influenza dei giocatori che hanno giocato in Europa è stata determinante nel fare da collante tra la spensieratezza tipica di un calcio poco avvezzo alle pressioni mediatiche e l’innata fisicità di interpreti a cui non fanno difetto notevoli doti tecniche.

 

Il calcio in Camerun è indiscutibilmente lo sport nazionale, mezzo per farsi largo politicamente ed economicamente, collettore di entusiasmi e consensi, di denaro e speranze, di sogni e trionfi. Proprio questi ultimi sono il miglior biglietto da visita della Nazionale camerunense. Ben sei le partecipazioni alla fasi finale di un Mondiale: dal 1982 (quando i vari N’Kono, Tokoto, Abenga riuscirono a sdoganare il calcio africano, troppo spesso bistrattato dagli addetti ai lavori, chiudendo il girone da imbattuti e venendo eliminati solo a causa della differenza reti favorevole all’Italia), al 2010, passando per le “notte magiche” di Italia ’90, rimaste impresse per le imprese di Milla & Co., che erano valse per la prima volta nella storia di una compagine africana i quarti di finale di un Mondiale. Quattro, invece, sono i trionfi in Coppa d’Africa (1984, 1988, 2000, 2002), senza contare l’alloro più prestigioso di tutti, quella medaglia d’Oro Olimpica strappata nel 2000 alla Spagna di Xavi e Puyol dopo la lotteria dei rigori. Commovente poi il secondo posto alla Confederations Cup del 2003 in memoria di Foé, morto per un arresto cardiaco proprio durante quella manifestazione. Se non fosse per una cronica disorganizzazione ai vertici della federazione e i soliti guai legati ai compensi economici (clamoroso fu l’ammutinamento nella sconfitta per 6-1 con la Russia ad Usa ’94) il Camerun potrebbe davvero ambire ad più alti traguardi, perché da quelle parti il calcio lo sanno giocare eccome.

 

LA FORMAZIONE DI SEMPRE

IL RE LEONE

Il miglior portiere della storia del Camerun probabilmente è il miglior portiere del calcio africano in assoluto. La sua aura leggendaria, il carisma e le notevoli doti tecniche, espresse soprattutto nel gioco tra i pali ne hanno fatto una vera e propria icona nell’intero continente africano. THOMAS N’KONO è certamente una figura cardine per il calcio in Camerun. Il suo grande palcoscenico fu il Mondiale del 1982 dove blindò la porta dei “Leoni Indomabili” fino al gol di Graziani. Riflessi felini e balzi prodigiosi gli valsero un contratto con l’Espanyol dove giocò otto stagioni sfiorando la Coppa Uefa del 1988. Ha vinto per due volte (primo camerunense in assoluto) il Pallone d’Oro Africano. Italia ’90 fu il suo secondo Mondiale, vissuto sempre da protagonista. Un mito senza tempo. Come secondo scegliamo JOSEPH-ANTOINE BELL, rivale di N’Kono al quale ha fatto da secondo ai Mondiali del 1982 e di fatto anche a quelli del ’90 dove, pur partendo come titolare, dovette abdigare a causa del suo carattere e delle sue idee politiche. In campo sapeva farsi valere, giocò diversi anni in Francia vestendo anche la maglia dell’Olympique Marsiglia. Ha vinto da titolare le due Coppa d’Africa del 1984 e del 1988, senza contare il riconoscimento dell’IFFHS quale miglior portiere africano di sempre.

Terzino destro il velocissimo LAUREN ETAME, esploso nel Maiorca di Cúper, con il quale raggiunse nel 1999 la finale di Coppa delle Coppe. Ebbe la sua consacrazione nella Coppa d’Africa del 2000 vinta ai rigori sulla Nigeria, dove fu eletto miglior giocatore della manifestazione. La svolta della sua carriera fu il passaggio all’Arsenal, dove s’impose come terzino di fascia destra, dopo i trascorsi a centrocampo. Vinse due Premier e due F.A. Cup, venendo eletto nel 2004 nella top 11 della Premier League. Con la maglia del Camerun vinse anche l’Oro Olimpico di Sideny 2000 (segnando tre gol) e la Coppa d’Africa del 2002. Centrale difensivo EMMANUEL KUNDE il miglior difensore camerunense di sempre e certamente uno dei più forti nella storia del calcio africano. Filiforme nel fisico, elegante nella giocata, ma allo stesso tempo risoluto e rude negli interventi. La sua interminabile carriera lo ha visto titolare in ben sei Coppa d’Africa, due delle quali vinte. Suo il rigore che piegò la favorita Nigeria nella Coppa d’Africa del 1988. Era tra le colonne dei “Leoni Indomabili” al Mondiale del 1982 e pure a quelli del ’90, dove, nonostante le sue 36 primavere, si tolse pure lo sfizio di segnare un gol nel quarto di finale contro l’Inghilterra. Spese la migliore parte della sua carriera in Camerun col Canon Yaoundé, con il quale vinse due Coppe dei Campioni africane e quattro Campionati. Altra colonna nella storia della Nazionale del Camerun è certamente RIGOBERT SONG, primatista assoluto di presenze con 137 racimolante nell’arco di ben diciassette anni. Ha giocato quattro Mondiali (unico calciatore africano a vantare un simile primato) e vinto due Coppe d’Africa (quella del 2000 grazie al suo rigore decisivo). Difensore, robusto, energico, fortissimo di testa e nell’allungo. Col tempo ha saputo trarre giovamento dell’esperienza rispetto alla fragilità caratteriale degli inizi. A sinistra PIERRE WOME prorompente terzino a tutto campo. Fisico asciutto, velocità impressionante. Capace di sgroppate lungo l’intera corsia e di un sinistro potentissimo. In Nazionale è stato uno dei protagonisti del periodo d’oro del Camerun. Alle Olimpiadi del 2000 realizzò il rigore decisivo nella finale contro la Spagna. Due le Coppe d’Africa vinte così come due sono state le sue partecipazioni ad un Mondiale. Peccato che, dopo aver dato tanto, sovente il suo nome viene ricordato per l’errore dal dischetto che estromise il Camerun dal Mondiale del 2006. In panchina come terzino destro (ma schierato spesso anche a centrocampo) STEPHEN TATAW, capitano dei “Leoni Indomabili” ad Italia ’90 quando si rivelarono al Mondo battendo nella gara inaugurale l’Argentina di Maradona, diventando così la “squadra simpatia” del torneo. Fu il primo calciatore africano a giocare nel campionato giapponese. Tra i “Leoni Indomabili” del 1982 merita una citazione IBRAHIM AOUDOU possente pilastro difensivo che due anni dopo contribuì alla vittoria della prima Coppa d’Africa del Camerun. Centrale difensivo l’ultima speranza del calcio camerunense, NICOLAS N’KOULOU, difensore tra i migliori prospetti della Ligue 1 su cui hanno messo gli occhi diversi club europei nella speranza che mantenga le promesse. In Nazionale ha già racimolato una buona dose di esperienza, il futuro è il suo. A sinistra adattiamo MICHEL KAHAM terzino destro del Camerun ai Mondiali del 1982, poco conosciuto all’estero ma in Camerun un vero e proprio mito.

 

CUORE MATTO

Centrocampo dinamico e muscolare. Sul centro destra il tenace e polivalente GEREMI NJITAP. Moto perpetuo della mediana, dove primeggiava per corsa e abnegazione. 116 le sue presenze in Nazionale ed un curriculum di prim’ordine (due Coppe d’Africa e la Medaglia d’Oro a Sidney 2000). In Europa ha vestito maglie di club importanti come il Real Madrid e il Chelsea vincendo Liga e Premier e contribuendo al successo dei Blancos in due edizioni della Champions League. Perno del centrocampo l’indimenticato MARC-VIVIEN FOÉ centrocampista difensivo di buona tecnica, bravo di testa ma soprattutto nel gioco di contenimento dove si ergeva come una diga invalicabile. Vinse un Campionato francese col Lens (certamente non un top club), attirando le attenzioni di Alex Fergusson salvo dover fare i conti con un brutto infortunio ai legamenti del ginocchio. Determinante nel doppio successo dei “Leoni Indomabili” alle Coppe d’Africa del 2000 e del 2002. Il suo nome però è rimasto nella memoria degli sportivi di tutto il mondo per la sua drammatica morte nella Confederations Cup del 2003. Torneo che i suoi compagni chiusero con le lacrime agli occhi al secondo posto. Sul centro sinistra ANDRÉ KANA-BIYIK centrocampista tuttofare del Camerun ad Italia ’90. Fratello del centravanti François Omam-Biyik, che ne vendicò l’espulsione nella gara inaugurale del Mondiale italiano contro l’Argentina segnando il definitivo 1-0. Lavoratore oscuro ma prezioso fu tra gli eroi che dopo l’emozionante cavalcata al Mondiale italiano furono acclamati da una folla in delirio al ritorno in Patria. Regista avanzato il “Dottore” THÉOPHILE ABEGA, una delle primissime icone del calcio camerunense nel mondo. Dopo i successi in patria col Canon Yaoundé, dove vinse due Coppe dei Campioni africane (’78 e ’80) si distinse al Mondiale del 1982 salvo poi consacrarsi come uno dei migliori centrocampisti africani di sempre quando con le sue giocate e la fascia di capitano al braccio trascinò il Camerun nel primo successo internazionale della sua storia, la Coppa d’Africa del 1984, anno in cui fu insignito anche del Pallone d’Oro africano. In panchina le qualità di ALEXANDRE SONG centrocampista difensivo esploso nell’Arsenal di Wenger, che ha saputo smussarne i difetti facendo di lui un abile mediano, capace di rubare palloni e far ripartire l’azione grazie ad un’ottima tecnica. Lo ha preso il Barcellona impiegandolo sovente come difensore centrale. In Nazionale è uno dei giovani leoni sui quali il Camerun conta per rinverdire i fasti di un tempo. Altro indimenticabile centrocampista è ÉMILE M’BOUH, motorino instancabile del centrocampo del Camerun a Italia ’90. Basso, tozzo eppure efficace nel suo inarrestabile dinamismo. Ha giocato due Mondiali mentre la sua carriera rimbalzava da un continente all’altro. Menzione obbligatoria per GRÉGOIRE M’BIDA il primo giocatore camerunense a realizzare un gol nella fase finale di un Campionato del Mondo. Segnandolo per giunta a Dino Zoff nel discusso 1-1 con l’Italia al Mondiale del 1982, risultato che (dopo i due precedenti 0-0 contro Perù e Polonia) permise al Camerun di diventare la prima squadra africana ad uscire imbattuta da un Mondiale, facendo così nascere il mitico appellativo di “Leoni Indomabili”. Tra i primissimi giocatori del Camerun ad imporsi all’estero prima ancora che il fenomeno Camerun esplodesse al Mondiale del 1982 c’era senza dubbio JEAN-PIERRE TOKOTO, classica mezzala dai piedi buoni aveva fatto le fortune di Psg e Bordeaux negli anni ’70. Al Mondiale spagnolo ci arrivò trentaquattenne, e anche se il passo non era più quello di una volta le doti tecniche erano immutate.

 

PASSATO E PRESENTE

La coppia d’attacco rappresenta il passato e il presente del calcio camerunese, icone che il tempo difficilmente riuscirà a scalfire, vuoi per le prodezze ed i trionfi sportivi, vuoi, soprattutto, per il contributo dato alla causa dei “Leoni Indomabili”. Miglior giocatore di sempre del Camerun e forse dell’intero continente africano SAMUEL ETO’O rappresenta il calcio del Camerun oggi. Centravanti moderno, capace di ricoprire diversi ruoli: dalla prima punta solitaria, all’esterno d’accatto in un tridente. Letale in velocità così come in area di rigore, sgusciante nel dribbling grazie ad una tecnica strepitosa. Protagonista in club di primo piano quali il Barcellona e l’Inter dove ha segnato valanghe di gol vincendo praticamente di tutto e andando a segno in due delle tre finali di Champions giocate e vinte. In Nazionale dopo l’esordio a diciassette anni ha disputato tre Mondiali, vinto due Coppe d’Africa e la medaglia d’Oro alle Olimpiadi del 2000. Con 52 reti è il miglior marcatore di sempre dei “Leoni Indomabili”. Quattro volte pallone d’Oro Africano, è senza dubbio alcuno uno dei migliori centravanti del Mondo. Agli allori di Eto’o fa da contraltare la leggendaria figura di ROGER MILLA vero e proprio emblema del calcio africano. Campione di classe purissima e longevità straordinaria. Protagonista dei primi successi calcistici del Camerun, dai Mondiali del 1982, alle due Coppe d’Africa vinte nel 1984 e nel 1988. Ai Mondiali del ’90, quando aveva già trentotto anni, non avrebbe dovuto neppure esserci e invece divenne l’eroe di un gruppo straordinario che trascinò a suon di reti (4 in 5 presenze) fino ai quarti di finale entrando così nella Storia del calcio. Quattro anni dopo, ad Usa ’94, all’età di 42 anni e 39 giorni divenne il più vecchio marcatore di un Mondiale. Due volte Pallone d’Oro Africano a distanza di quattordici anni l’una dall’altra (1976 e 1990) Un mito davvero ineguagliabile. In panchina PATRICK MBOMA, centravanti di grande prestanza fisica, buona tecnica e ottima velocità. Difficile da fermare in campo aperto. È stato uno dei senatori del Camerun con il quale ha realizzato 33 gol in 56 presenze. Pallone d’Oro Africano del 2000 anno in cui ha guidato la Nazionale al successo nella Coppa d’Africa ma soprattutto nella vittoria al Torneo Olimpico di Sidney (giocato da fuoriquota). Ha bissato il successo continentale nel 2002 e giocato due Mondiali. Infine JEAN MANGA-ONGUÉNÉ, Pallone d’Oro Africano nel 1980, lo chiamavano “testina d’oro” per l’abilità nel gioco aereo, ma aveva anche altre qualità. Tecnica raffinata, scatto bruciante e fiuto del gol. Avrebbe dovuto essere uno delle stelle del Mondiale del 1982 ma un l’infortunio al ginocchio gli troncò la carriera nel 1981.

 

RICAPITOLANDO
Ricapitolando, ecco la formazione camerunense di sempre:

CAMERUN (4-3-1-2): N’Kono; Lauren, Kunde, Song, Wome; Geremi, Foé, Kana-Biyik; Abega; Milla, Eto’o. A Disp. Bell, Tataw, Aoudou, M’Bida, Tokoto, Mboma, Manga-Onguene.

 

Legami di sangue di Antonio Vespasiano

La storia del Camerun s’intreccia con quella della Francia in virtù del mandato dell’allora Società delle Nazioni (l’attuale ONU) che in seguito alla sconfitta della Germania nella Grande Guerra ne fece di fatto una colonia francese. Status che il Camerun mantenne fino al 1960, anno della sua indipendenza. Il legame con la Francia però è rimasto molto forte, tant’è vero che Parigi è l’approdo principale del flusso migratorio camerunense in Europa. Considerato poi che la Ligue 1 è storicamente il campionato che accoglie il maggior numero di calciatori o aspiranti tali (e a tal proposito c’è da sottolineare l’enorme tratta di giovani e ambiziosi giocatori africani da parte di sedicenti procuratori senza scrupoli verso un sogno chiamato professionismo, salvo poi abbandonarli - letteralmente - a loro stessi, dopo averne calpestato la dignità), diventa lampante la spiegazione del perché tanti ragazzi, figli di camerunensi, nascano fuori dai patri confini e debbano di fatto essere quasi ri-naturalizzati. Esempi lampanti sono quelli di Sébastien Bassong, parigino di nascita che dopo l’esperienza nell’Under 21 francese ha scelto di vestire la maglia dei “Leoni Indomabili”. Oppure del terzino del Tottenham Benoît Assou-Ekotto, anch’egli nato in Francia ma sempre legato al Camerun, Nazionale che ha scelto di difendere (rifiutando le avances delle rappresentative giovanili francesi) dichiarando: “Giocare per il Camerun per me è qualcosa di naturale e normale. Non ho passione per la nazionale francese”. Stesso discorso per l’ex Udinese, oggi al Granada, Allan Nyom, nato anch’egli in Francia, per lo sfortunato Jean-Joël Perrier-Doumbé o per l’attaccante giramondo Joseph-Désiré Job, che vanta con il Camerun oltre 50 presenze e ben due Mondiali, con l’acuto della vittoria nella Coppa d’Africa del 2000. Curioso poi il caso di Jean-Armel Kana-Biyik. Nato e vissuto in Francia e con diverse apparizioni nell’Under-21 transalpina, solo da poco ha scelto di vestire la maglia dei “Leoni Indomabili” che il papà Andrè contribuì a far grande durante il Mondiale del 1990. Natali tedeschi, invece, hanno l’esterno d’attacco del Magonza Maxim Choupo-Moting, il quale dopo le esperienza nelle giovanili tedesche ha optato per la Nazionale camerunense, venendo pure convocato per il Mondiale del 2010 e il difensore Joël Matip, quest’ultimo indeciso fino alla fine se vestire, come poi ha fatto, la maglia del Camerun o aspettare una chiamata da parte della Germania, sempre attenta ai talenti di sangue misto.

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