di Vincenzo Paliotto
La sfida in Europa League tra Aris Salonicco ed AEL Limassol in programma per il terzo turno preliminare di Europa League richiama alla mente tutti i confronti europei tra squadre greche e cipriote.
Apoel Nicosia 1977/78 |
Sull’asse
Grecia-Cipro. Gli
intrecci politico-calcistici tra la Grecia e l’isola di Cipro sono ovviamente
intensissimi. I ciprioti vivono da sempre un rapporto viscerale con il governo
di Atene, ancor di più da quando l’isola è purtroppo divisa per l’insediamento
dei turchi nella parte a nord della stessa, creando tensioni politiche e
sociali ormai da diversi decenni. Oltretutto tra il 1967 ed il 1975 la migliore
squadra del campionato cipriota andava addirittura a giocare nel massimo
campionato greco, come una sorta di premio, ma più che altro un asservimento a
quella che era la Grecia dei Colonnelli, quella del colpo di stato che si era
registrato poco dopo la metà degli Anni Sessanta. Tuttavia, tra tutte le
partecipanti, soltanto l’Apoel Nicosia in una occasione riuscì sul campo a
raggiungere la salvezza nell’Alpha Ethniki, nella stagione del 1973,
piazzandosi al 14° posto, aiutato peraltro in maniera palese nell’ultima di
campionato da una vittoria in qualche modo compiacente contro l’AEK Atene.
L’Olympiakos Nicosia, invece con tre partecipazioni, è la squadra che vi ha
preso parte più volte.
A
livello di coppe europee pertanto i confronti greco-ciprioti assumono un
connotato politico e sportivo importante e spesso dagli esiti non scontati. Nel
1965/66, infatti, l’Olympiakos Pireo faticò non poco per eliminare nel primo
turno della Coppa delle Coppe l’Omonia Nicosia, vincendo di misura sull’isola e
poi pareggiando in casa. A Nicosia il gol decisivo fu di Polichroniou.
’77 la
prima volta dell’Apoel.Tuttavia, un primo successo da parte dei
ciprioti non tardò ad arrivare e nella Coppa delle Coppe del 1976/77 al primo
turno l’Apoel Nicosia registrò la clamorosa impresa, mandando anzitempo a casa
l’Iraklis Salonicco del talentuoso Vassilis Hatzipanagis. Dopo lo 0-0 di
Salonicco, i gialloblu di Nicosia vinsero in casa con doppietta di Marcou e fu
ovviamente grande festa. In quella stessa stagione in Coppa dei Campioni, però,
al primo turno un’altra squadra di Salonicco, il PAOK, estromise l’Omonia
Nicosia, pareggiando 1-1 a Cipro e vincendo per 2-0 in casa. Tra i marcatori
del PAOK figurava nell’occasione anche Giorgios Kudas, che il regime tentò di
accasare all’Olympiakos Pireo. La rivolta dei tifosi del PAOk lo tenne ancorato
per sempre a Salonicco.
Nell’88/89
in Coppa delle Coppe, invece, per la prima volta il Panathinaikos affrontò una
squadra cugina, avendo la meglio sulla stessa Omonia (le due squadre hanno del
resto il logo sociale molto simile), vincendo tutti e due i confronti. A
Nicosia sbloccò il punteggio Mavridis.
Il
quasi miracolo di Gmoch. Il
doppio confronto più bello si registrò in ogni caso nella Coppa dei Campioni
del 1992/93, quella in cui al primo turno si affrontarono l’AEK Atene e l’Apoel
Nicosia. Ad Atene la squadra di Dusan Bajevic passò in vantaggio al tramonto del
primo tempo con Alexandris, ma al 72’ Hadjluokas per gli ospiti pareggiò
tenendo in bilico la qualificazione. L’Apoel era guidato la polacco Jacek
Gmoch, grande conoscitore del calcio ellenico. A Nicosia l’AEK sembrò imporre
il suo maggior tasso tecnico, andando in vantaggio due volte con il serbo
Sabanadzovic e quindi con Dimitriadis, quando si era arrivati già al 71’. Poi
il grande orgoglio dell’Apoel fece il resto. Segnò il bomber Gogic e poi
Fasouliotis a cinque dal termine firmò il pareggio, che serviva a poco ma che tenne
sulle spine i ben più titolati greci. Lo stesso AEK del resto risultò
particolarmente indigesto ai ciprioti anche nella Coppa UEFA del 2002/2003,
ancora con una qualificazione rocambolesca degli ellenici. Ad Atene i
gialloneri vinsero di misura, ma poi a Cipro la spuntarono proprio nel
recupero, con un gol al 93’ di Nikolaidis.
Il logo dell'Anorthosis Famagusta |
Le
grandi imprese dell’Anorthosis. Tuttavia,
nella Coppa UEFA del 1996/97 l’Apoel Nicosia riuscì a ripetere l’importante
impresa ancora una volta ai danni dell’Iraklis Salonicco, questa volta
affermandosi con due vittoria sia in Grecia che a Cipro. Nel 1998/99 altri due
confronti arricchirono questa grande sfida calcistica. Infatti, in Coppa delle
Coppe il Panionios eliminò con due successi l’Apollon Limassol, mentre in Coppa
dei Campioni l’Olympiakos estromise dalla competizione, non senza affanni,
l’Anorthosis Famagosta. Proprio questi ultimi, ad ogni modo, furono i grandi
protagonisti addirittura nella stagione dei Champions League del 2008/2009. Già
nel 2002/2003 i biancocelesti avevano eliminato i malcapitati dell’Iraklis in
Coppa UEFA, con protagonista proprio il georgiano Ketsbaja. L’Anorthosis è la
squadra più antica di Cipro, fondata nel 1911, ma dal tempo ormai
dell’invasione turca di Cipro del Nord è costretta a giocare a Larnaca, dove ha
uno stadio proprio. Questo non gli ha permesso di non realizzare grandi
imprese, come quella del 2008/2009. Alla guida tecnica c’era già da qualche
stagione il georgiano Timur Ketsbaja, che aveva già vestito al maglia dello
stesso club. Arrivato dalla Dinamo Tblisi, il campionato cipriota fu il suo
trampolino di lancio per andare a giocare proprio in Grecia nell’AEK Atene e
quindi in Inghilterra. Ma poi ritornò a Famagosta per fare
l’allenatore-giocatore. Ketsbaja allestì una vera multinazionale del calcio,
con francesi, portoghesi, brasiliani, ciprioti, un iracheno, un albanese ed
anche giocatori greci, tra cui spiccava il nome di Traianos Dellas, Campione
d’Europa con la Grecia nel 2004. Nei preliminari quell’Anorthosis diede un
brutto dispiacere all’Olympiakos (vincendo 3-0 in casa grazie ad un’autorete di
Torosidis e gol francesi di Sosin e Laban) e si qualificò per la fase a gironi.
L’Anorthosis fu grande protagonista e vinse nettamente anche contro il
Panathinaikos in casa per 3-1. Poi proprio i verdi di Atene con un gol di
Karagounis negarono a Ketsabja e compagni addirittura un clamoroso passaggio
del turno.
Omonoia Nicosia |
In
quella stessa stagione in Coppa UEFA l’Omonia Nicosia realizzò un’impresa
analoga, prendendosi il lusso di eliminare l’AEK Atene. In Grecia decise
a sorpresa il portoghese Cafù. A Cipro l’albanese Klodian Duro portò due volte
in vantaggio i biancoverdi e due volte vennero raggiunti da Blanco e Pavlis
proprio in extremis. Ma ormai l’impresa cipriota era stata firmata.
Una vittoria a testa invece conseguono nella
fase a gruppi di Europa League nel 2015/2016 nel loro confronto incrociato l’Apoel
Nicosia e l’Asteras Tripoli. I ciprioti in casa vincono 2-0 con gol dell’argentino
Cavenaghi e del brasiliano Carlao, ma con identico punteggio vengono ripagati
della loro visita in Grecia.
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