giovedì 14 marzo 2019

Copa Libertadores 2019, Don Elias nell'incrocio Palestino-Internacional

di Vincenzo Paliotto
 Diventa quasi complicato trovare una collocazione temporale alla carriera di Elias Figueroa, probabilmente il difensore centrale più quotato nella storia calcistica dell’America Latina, la cui parabola agonistica si è dipanata lungo l’arco di oltre vent’anni, andando a riscuotere successi non soltanto nella patria cilena, ma anche il Uruguay e Brasile e poi nella NASL nordamericana. Tuttavia, Figueroa rappresenta l’eccellente doppio ex di turno nella sfida di Libertadores tra il Palestino e l’Internacional di Porto Alegre. Cominciò infatti la sua carriera nel Santiago Wanderers (dal 1964 al ’66) e poi, dopo un prestito all’Union La Calera (nel 1964), passò al Penarol Montevideo (dal 67 al 72) e quindi più tardi all’Internacional di Porto Alegre (dal ’72 al ’76). Vinse il campionato uruguagio in due occasioni e quindi il Brasileirao nel 1975 e nel 1976, proprio grazie ad un suo gol in finale contro il Cruzeiro, passato alla storia come gol illuminado, oltre a 5 affermazioni  consecutive nel campionato gaucho. Nel ’75 l’Internacional beneficiò anche dei 16 gol di Flavio Minuano che fu capocannoniere del torneo. Nel 1976, invece, la vittoria giunse in finale ai danni del Corinthians per 2-0. Dopo essere stato votato come miglior difensore alla Coppa del Mondo del 1974 ed aver vinto 3 volte il Pallone d’Oro sudamericano, nel 1978 approdò nuovamente in patria questa volta nel Palestino (dal 1977 all’80), vincendo il titolo nazionale e la Copa Chile e mantenendo imbattuto la squadra per 44 partite consecutive, record per il calcio nazionale. Nel ’77 nella finale di Copa Chile los arabes si imposero con uno spettacolare 4-3 ai danni dell’Union Espanola.  Fu artefice di quella impresa insieme a Messen, al bomber  Oscar Fabbiani, che era un naturalizzato argentino, ad Araya, Valenzuela, Rojas, Pinto e all’allenatore Caupolicàn Pena. Quindi, spese una stagione nella NASL nelle file del Fort Lauderdale insieme al peruviano Cubillas, mentre chiuse la carriera nel 1982 in patria con la maglia del Colo Colo, quasi come un omaggio alla squadra più popolare del suo paese. Nato a Valparaìso, aveva giocato poi 47 volte con la nazionale cilena, partecipando ai Mondiali del 1966, 1974 e 1982.

 E’ stato ritenuto da Pelè e da altri suoi avversari come il difensore centrale più forte di ogni epoca del calcio latinoamericano. Elegante nel disimpegno, ma anche di notevole stazza fisica ed autorevole negli interventi anche più delicati. In molti si ispirarono a lui anche nella rovesciata volante, detta la chilena, anche che lo stesso Franz Beckenbuaer ne fece il suo modello. Forse il suo unico neo fu una probabile connotazione politica in favore del regime sanguinario di Pinochet. Era in qualche modo detto el chico bueno del calcio cileno, dove bueno in questo caso suonava come un inquietante simpatia per la dittatura militare.

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