lunedì 4 aprile 2016

Herfolge Boldklub, un trionfo inatteso


 di Fabio Toti

L’ Herfølge Boldklub è una squadra di calcio danese, artefice di quella che a tutt’oggi, rimane la più grande sorpresa mai avvenuta nel loro massimo campionato. Risultato sorprendente, ma non casuale, ottenuto grazie ad un consistente e continuo investimento nel settore giovanile che la porterà ad essere indicata più volte come esempio di gestione ottimale. Fondata il 3 giugno 1921, con sede appunto ad Herfølge, un sobborgo meridionale della città di Køge, nell’isola di Sjælland (o Selandia) la maggiore delle isole danesi, la squadra gioca le sue partite interne nell’omonimo stadio, che oggi può ospitare più di 8000 spettatori. Nello stemma fa bella mostra di sé un' upupa, perché pare che l’ultimo esemplare di questo uccello avvistato in Danimarca, fu notato proprio in questo luogo. La storia del club è stata molto travagliata, con alti e bassi, anzi meglio dire, altissimi e bassissimi. Nei primi decenni della sua vita la squadra competerà con alterne fortune nei campionati regionali, ma fino a tutti gli anni quaranta, l’interesse intorno al club rimarrà molto scarso, soprattutto perché la società aveva trascurato gli investimenti nel vivaio, settore che in futuro si rivelerà proprio il suo punto di forza. Le precedenti esperienze dei club vicini infatti avevano dimostrato che il calcio faceva molto presa sui giovani, così finalmente nel 1951, si decise di investire in tal senso e sotto la guida di John Hansen si diede inizio allo sviluppo di un massiccio nucleo di giovani calciatori, ben 75 elementi. L’impegno fu tale che già nel ’53, ben 3 squadre su 4 del club che competevano nelle categorie giovanili a loro riservate si imposero nei rispettivi tornei. Fino agli anni sessanta il club crescerà costantemente e ben figurerà nelle competizioni regionali. Nel 1969 finalmente anche la prima squadra sarà promossa nella Terza Divisione danese. Negli anni a seguire, i giovani porteranno tanti altri successi, grazie all’ottimo lavoro effettuato dalla società, al rinnovamento  della sede con mezzi all’avanguardia e all'attivazione di un vasto numero di corsi specifici per migliorare la loro competitività; purtroppo tutto questo non porterà gli stessi sperati benefici anche per la prima squadra.

Il 28 febbraio 1971 la DBU (Dansk Boldspil Union), rende legali gli assegni premio per i giocatori e impone l’obbligo per i danesi tesserati in campionati esteri di rispondere alle chiamate della Nazionale, aprendo di fatto anche ai giocatori professionisti le porte della rappresentativa danese, fino ad allora riservata esclusivamente ai calciatori dilettanti. La federazione fece questo soprattutto a seguito dei risultati terribili conseguiti dalla Nazionale nelle ultime apparizioni ufficiali. L’Herfølge appoggiò in modo sostanziale a questo cambiamento, tuttavia, passeranno ancora molti anni prima che si possa iniziare a  parlare di calcio professionistico in Danimarca. La svolta avverrà solo nel 1977 e già dall’anno successivo, la squadra sarà tra i pionieri del professionismo danese, sostenendo questa opzione per dare un contributo sostanziale al miglioramento del calcio nazionale. Scelta che paga immediatamente, il team riuscirà ad imporsi nella propria divisione nello stesso anno e nel 1980 arriverà addirittura in Prima Divisione (all’epoca massimo livello possibile in Danimarca), anche se verrà relegata nuovamente nella serie inferiore dopo solo una stagione. Continuando ad investire nella qualità delle strutture e nei giovani talenti, i frutti non tardarono ad arrivare e l' Herfølge nel 1984 tornerà nuovamente nell’elite del calcio danese piazzandosi stavolta all’ottavo posto, in un momento in cui la squadra stessa, ma più in generale tutto il calcio del paese, aveva compiuto un vistoso balzo in avanti in termini di qualità (anche se non ancora tutti i club di maggior rilievo avevano aderito al professionismo). Negli anni successivi, la società mirerà a confermarsi come una realtà stabile di alta classifica, riuscendoci spesso, ma ciò che sarebbe avvenuto di li a poco, non se lo sarebbe immaginato neanche il tifoso più ottimista. Infatti nella stagione 1999-2000, per la precisione nel giorno di giovedì 25 maggio del 2000, data che resterà per sempre nel cuore dei tifosi e nella storia del club, sotto la guida del mister esordiente John Faxe Jensens (giocatore con un passato nell’Arsenal e nella nazionale danese), il club si laureerà sorprendentemente campione nella Superliga danese. Un risultato ottenuto giornata dopo giornata, nell’incredulità di molti addetti ai lavori e di gran parte degli appassionati, grazie al duro lavoro di squadra e ad uno spogliatoio compatto, determinato a lottare per un traguardo collettivo. Questo resterà il punto più alto raggiunto nella storia del club, da qui in poi sarà una lenta parabola discendente; infatti già nell’anno successivo, l’Herfølge farà il suo amaro debutto direttamente nel terzo turno preliminare della Champions league, ma non sarà così fortunato nel sorteggio e verrà eliminato in un doppio confronto con i Glasgow Rangers, che si imporranno in entrambi i match per 3 a 0. Nello stesso anno, dopo essersi piazzato al penultimo posto, la compagine gialloblù retrocederà nella serie inferiore. Il peggio, almeno per una buona parte dei tifosi, doveva ancora arrivare, infatti nel 2009, in seguito a gravi problemi economici e dopo lunghe ed estenuanti discussioni, la società professionistica si fonderà con i concittadini e odiatissimi rivali del Køge BK (anch’essi vittime di una situazione finanziaria fallimentare) per formare la nuova squadra HB Køge, che attualmente milita in I division (secondo livello del campionato danese). La maggior parte dei tifosi si schierarono contro questa decisione: i due club non erano semplicemente rivali, ma piuttosto, i rispettivi più “odiati” nemici, nel panorama calcistico danese. Per comprendere le ragioni di tale odio agonistico, se non bastasse il solo fatto di provenire dalla stessa città, si consideri che i due stadi distano tra loro non più 4 chilometri ed entrambi i club possono vantare una relativamente lunga e gloriosa storia sportiva alle spalle. I “cugini” infatti sono risultati campioni di Danimarca per ben due volte e sono stati la prima squadra non di Copenaghen a potersi fregiare di questo titolo. Dopo il fallimento e la fusione delle due squadre professionistiche, entrambi i club hanno separatamente ripreso il loro percorso a livello amatoriale e adesso militano nelle serie regionali inferiori.

Il principale gruppo del tifo organizzato si riuniva sotto il nome di Hærfuglene ovvero

“le upupe”. Il nucleo si è costituì il 7 marzo 1994. Vi erano anche un paio di gruppi non ufficiali, gli Haven Support e gli  Army Birds. Il picco delle adesioni lo si raggiunse nella stagione 1999-2000, anno della “miracolosa” vittoria in campionato, dove gli iscritti furono circa 800. Nel 2009 anche i tifosi si sono fusi con quelli dei rivali del Køge BK per dare origine al nuovo gruppo conosciuto con il nome di Svanerne (i cigni). Infatti anche in questo caso il simbolo della nuova squadra HB Køge è un volatile, non più un’upupa ma appunto un cigno.

L’idolo incontrastato dei tifosi è l‘ex difensore e nazionale danese Steven Lustü, capitano della sensazionale squadra che portò il titolo nel piccolo sobborgo di Herfølge. Molto amato anche l’ex giocatore Steen Knudsen, che adesso occupa il posto di direttore sportivo dell’Herfølge ed allenatore della Under 17 del “nuovo” HB Køge. Lui dovette interrompere la propria carriera di calciatore perché colpito da un fulmine durante una partita.

 

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