mercoledì 18 novembre 2015

Storia della Coppa Europa-1a (1960)

di Vincenzo Paliotto
Contrariamente a quanto si sarebbe respirato in clima politico ed economico, l’unità europea del pallone tardò clamorosamente a materializzarsi. L’isolamento in cui vissero almeno inizialmente le federazioni britanniche e l’importanza esclusiva che si conferiva alla Coppa del Mondo come unico torneo degno di interesse, portarono alla creazione di un Campionato d’Europa soltanto nel biennio 1958-60, e in notevole ritardo in quanto ad esempio era accaduto in Sudamerica, dove il torneo continentale si giocò per la prima volta nel 1916. Anche se un’idea di campionato continentale aleggiava da sempre tra le stanze delle varie federazioni europee. Ad esempio, l’Home Championship, che era il Campionato Interbritannico, si disputava già dal 1888 tra Inghilterra, Scozia, Galles ed Irlanda, mentre dal 1927 si giocava la Svelha Pokal, o meglio Coppa Internazionale, cioè la Coppa dell’Europa Centrale, che metteva ai nastri di partenza: Italia, Austria, Svizzera, Cecoslovacchia, Ungheria e qualche volta anche Romania ed Jugoslavia. In un primo tempo in qualche modo primeggiava il fattore localizzato e soltanto molto più tardi l’idea fu allargata ad un campionato continentale.


 La manifestazione nel Vecchio Continente nacque, comunque, per intuizione di un francese Henry Delaunay, che purtroppo passò inizialmente inosservata o quasi. L’attenzione per la proposta di Delaunay in realtà si rivelò tiepida e delle 33 federazioni appartenenti all’UEFA soltanto in 17 si iscrissero alla neonata Coppa Europa, che cominciò con le qualificazioni nel 1958 e si concluse nella sua fase finale nel 1960. La gara inaugurale si disputò il 28 settembre del 1958 allo Stadio Lenin di Mosca e vide l’URSS trionfare per 3-1 sull’Ungheria, che non era più la Squadra d’Oro di Puskas, Czibor e Kocsis. Tuttavia, il “derby socialista” registrò un’affluenza sugli spalti di ben 100.000 spettatori. Un elevato numero di presenze che purtroppo non si mantennero tali in altre gare del torneo.

 Approdarono, comunque, alla fase finale in Francia, oltre all’attesa selezione ospitante, anche la Jugoslavia, la Danimarca e la stessa URSS, che si trovò la strada spianta per la rinuncia della Spagna. Le furie rosse, infatti, avevano agevolmente eliminato la Polonia, ma per ordine del Generalissimo Francisco Franco dovettero per motivi politici rifiutarsi di affrontare il gigante sovietico. La dittatura di destra imposta da Franco gli vietava di confrontarsi con i paladini del comunismo. Ne fece le spese una squadra forte e ben dotata tra le altre cose del talento di Kubala, un esule magiaro, Alfredo Di Stefano e Luisito Suarez. Fu uno dei casi non rari ed isolati in cui la politica influì in maniera decisiva nell’andamento di un torneo calcistico.


Ad ogni modo, in Francia le sorprese non mancarono ed i padroni di casa, che avevano disputato un ottimo Mondiale nel ’58, furono superati a sorpresa e rocambolescamente dalla Jugoslavia per 5-4, mentre i sovietici schiantarono senza patemi per 3-0 la Danimarca. In finale a Parigi, davanti a poco più di 18.000 spettatori, poi l’URSS battè la Jugoslavia per 2-1, vincendo la prima edizione della Coppa Europa. Aprì le marcature Galic per gli slavi al 41’, pareggiò poi Metrveli al 50’ e al 113’ Ponedelnik segnò il gol della vittoria. Il leader della formazione sovietica era il portiere Lev Jascin, detto il Ragno Nero, che aveva iniziato la sua attività agonistica nell’hockey su ghiaccio. Spese la sua carriera interamente nella Dynamo Mosca, che nelle gerarchie del calcio dei soviet era la squadra del KGB. In nazionale vinse la Medaglia d’Oro alla Olimpiadi di Melbourne nel ’56 e giocò i Mondiali nel ’58, ’62 e ’66. Jascin fu una vera e propria icona sovietica e comunista. Il grande Lev incarnava anche nelle intenzioni del comunismo la sua figura imponente e per certi versi invincibile. I sovietici erano da poco usciti dal loro isolamento calcistico. Prima degli Anni Cinquanta erano rare le notizie provenienti dal calcio che si giocava a Mosca e dintorni.


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