mercoledì 4 novembre 2015

EuropaLeague2016: Il ritorno del Partizan Belgrado

Dragan Mance
di Vincenzo Paliotto
 Ulica Dragan Mance è una delle strade più importanti che collegano una parte della città di Belgrado con lo Jugoslav National Army Stadion, il terreno di gioco, il catino per meglio dire dei bainconeri del Partizan, formazione dell’esercito, nata nel 1945 dopo la fine del secondo conflitto bellico. Quella strada porta il nome di uno degli idoli della tifoseria dei grobari, i becchini per il colore delle divise bianconere della squadra, Dragan Mance, che morì in un incidente stradale proprio per andare ad un allenamento della sua squadra. Nato a Belgrado il 26 settembre del 1962, dopo un breve passaggio nello Zemun Galenika, Mance approdò al Partizan nel 1980, firmando grandi imprese come la vittoria del titolo nel 1983 ai danni della Dinamo Zagabria, partecipando al successo con ben 15 reti personali. Morì poi in un incidente stradale il 3 settembre del 1985, non dopo aver firmato tra le imprese più belle del suo club. Nella stagione di Coppa UEFA del 1984/85, infatti, risultò tra i protagonisti di una delle rimonte più incredibili nella storia delle coppe europee e del calcio in generale. Dopo aver eliminato senza patemi i maltesi del Rabat Ajax, il Partizan Belgrado nel secondo turno incappò nei londinesi del Queen’s Park Rangers. I bianconeri persero a Londra nettamente per 6-2, soffrendo particolarmente il terreno in erba sintetica. Klincarski e Mance segnarono i gol di una flebile speranza. Gregory, Feraday, Stainrod, Neill e due volte Gary Bannister, invece, siglarono i gol degli scatenati hoops. Ma qualcosa accadde poi nella successiva notte di Belgrado ed il Partizan effettuò la grande remuntada, vincendo con un eloquente 4-0. Mance aprì le marcature, seguito da Kalicanin, Jesic e Zivkovic. Fu una vittoria in ogni senso irripetibile.

La cavalcata per Bruxelles. Nel 3° turno di quella stagione il Partizan andò poi fuori per mano di uno scatenato Videoton, la squadra ungherese che poi avrebbe raggiunto la finale. Tuttavia, il Partizan non era alla sua prima ed isolata impresa europea. I bianconeri, infatti, nel 1966 avevano addirittura raggiunto la finale di Coppa dei Campioni. La squadra di Gegic aveva vinto il titolo nazionale, staccando di ben 6 lunghezze il Sarajevo. La cavalcata per la finale di Bruxelles era stata poi esaltante. Il Partizan aveva eliminato in rapida sequenza il Nantes, il Werder Brema e lo Sparta Praga, dopo un’altra rimonta incredibile. Battuto 4-1 a Praga, aveva poi vinto 5-0 in casa con doppietta di Kovacevic e Hasanagic e gol di Velibor Vasovic, un difensore che sarebbe poi approdato alla Grande Ajax. La semifinale fu poi ancora più esaltante, eliminando il Manchester United di George Best e Bobby Charlton. A Belgrado il Partizan vinse 2-0 con gol di Hasanagic e Becejac, mentre all’Old Trafford perse di misura per un’autorete del fortissimo portiere Soskic. In finale di fronte al Real Madrid l’impresa fu quasi sfiorata. Il Partizan andò in vantaggio con Vasovic, ma poi fu superato dai gol di Amancio e Serena. Ma rimase quella comunque una grandissima impresa per il Partizan ed il calcio jugoslavo.

Le nuove forze. Finalmente nella stagione in corso in questa emozionante edizione di Europa League il Partizan Belgrado è ritornato a far parlare in termini importanti, candidandosi al superamento della fase a gironi, in un raggruppamento non facile con AZ Alkmaar, Athletic Bilbao ed Augsburg. Ci sarà ancora molto da soffrire, ma quelli del Partizan Belgrado hanno ragione di crederci. Nel 1978 il Partizan ha vinto il suo unico trofeo continentale, aggiudicandosi la Mitropa Cup, ottenuta battendo in finale di misura la Honved, ma si trattava di altri palcoscenici.

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