martedì 10 novembre 2015

Dynamo Dresda, i gialloneri di Sassonia

di Vincenzo Paliotto
 Con o senza socialismo reale, dentro o fuori il capitalismo spregiudicato e galoppante, la Dynamo Dresda al di là di tutto rimane un simbolo imprescindibile per questa città della Sassonia. Non soltanto nel calcio, in quanto la Dynamo Dresda ha una storia tutta da raccontare, atroce anche in qualche caso, ma che ha resistito alla caduta del Muro di Berlino e ad un passaggio storico e politico epocale. Nacque nel 1952 nell’area della Germania Est controllata dagli organi sovietici come emanazione di una delle squadre della polizia di stato, secondo quelle che erano le gerarchie e la nomenclatura di quel governo. La sua denominazione ufficiale era Volkspolizei e quindi nel 1953 diventata poi Dynamo Dresda. I suoi colori sociali degli albori erano il bianco e celeste, che poi intorno al 1968 sarebbero diventati giallo-rossi in onore della Sassonia. Ad ogni modo, quel logo sociale non sarebbe mai più cambiato, in quanto anche dopo la caduta del socialismo reale, quel simbolo sarebbe rimasto quasi eterno per la città ed il calcio tedesco.
Dynamo Dresda-Bayern Monaco 1973
Bayern Monaco e la sfida infinita. La Dynamo Dresda ottenne risultati ragguardevoli nell’allora campionato della Oberliga, la massima divisione della Germania Est, contendendo quasi sempre il titolo e la coppa nazionale al Carl Zeiss Jena, al Magdeburgo o al Wismut Aue, ben comportandosi spesso anche nelle competizioni europee. La Dynamo Dresda vinse del resto 8 titoli e 9 coppe nazionali, distribuiti nella maggior parte dei casi negli Anni Settanta, al tempo in cui attirò le maggiori invidie da parte della Dynamo in versione berlinese. Non a caso i gialloneri disputarono una grande Coppa dei Campioni nella stagione del 1973/74, seppur durata nell’arco di appena due turni. Nel primo infatti eliminarono la Juventus, infliggendo ai torinesi una durissima lezione. A Dresda i bianconeri persero senza attenuanti per 2-0 (gol di Kreische e Schade), ma soffrirono tantissimo anche in casa. I bianconeri arrivarono fino al 3-1, per poi subire il punto decisivo anche da parte di Sachse. Tuttavia, qualcosa quasi di epica accadde al secondo turno, che il sorteggio beffardo riservò ad una sfida fratricida contro i cugini dell’ovest del Bayern Monaco. In Baviera la Dynamo perse 4-3. Autorete di Hansen al 13’, pareggio bavarese di Hoffmann al 17’, vantaggio dei padroni di casa con Durnberger al 23’, poi Sachse ed Hidler prima della fine del primo tempo. Il Bayern si riprende solo nel finale con Roth e Gerd Muller per una vittoria sofferta per 3-1. Dopo 15 giorni si va in Germania Est. Il Bayern arriva in giornata stesso. I servizi segreti la reputano una trasferta a rischio. Hoeness fa una doppietta in appena 12’, poi ci Watsclish, Schade ed Hafner. Il gol del pareggio e della qualificazione di Gerd Muller arriva soltanto al 60’. Ma la doppia sfida ha fatto già storia.
Maledetto Mielke. Quello del 1978 rimase però un titolo da non dimenticare per i giallorossi della Dynamo, non tanto per la vittoria finale ma per le sue inattese conseguenze. La loro supremazia era destinato improvvisamente a finire, ma sostanzialmente per volontà di un potere politico. Erich Mielke, il capo della Stasi e Presidente anche della Dynamo Berlino, aveva deciso di spostare gli equilibri di quel campionato verso la capitale. “Festeggiatelo bene questo titolo, in quanto sarà l’ultimo che vincete” ed in effetti dalla stagione successiva quella della Dynamo Berlino avrebbero vinto il campionato per 10 anni consecutivi. Un predominio senza soste, garantito da favori arbitrali ed altro. Alcuni arbitri del campionato erano anche loro stessi agenti della Stasi. Più volte in quegli anni l’undici di Dresda provò ad inserirsi nella lotta per il campionato, ma senza troppa fortuna. Anche se in qualche modo fu ripagata da due importantissimi successi nella coppa nazionale. Quello del 1985 arrivò dopo una finale tiratissima vinta per 3-2 ai danni della Dynamo Berlino.
il K-Block
Una grande tifoseria. La tifoseria della Dynamo, ad ogni modo, si riconosce tra le più compatte del calcio tedesco. Fu la prima squadra ad essere accorpata alla Bundesliga, per poi registrare una rapida discesa nelle serie inferiori, ma nonostante tutto il pubblico ha sempre gremito gli spalti dello Stadion Dresden, una volta intitolato alla gloria locale Harbig. Lo stadio fu poi ribattezzato Dynamo nel 1971. In terza divisione la media-spettatori è stata intorno ai 15.000, cresciuta fino ai 25.000 in Zweite Bundesliga. Il K-Block è la curva sempre coloratissima dei padroni di casa, che stringono forti rapporti di amicizia con la Horde Zla dell’FK Sarajevo. I maggiori antagonisti nella loro storia sono stati quelli della Dynamo Berlino, che nacquero da una loro costola nel 1954. Ma le squadre hanno poi smesso di sfidarsi dopo al caduta del Muro e la caduta in disgrazia dei berlinesi. Il predominio della Sassonia invece è conteso da sempre dalla Lokomotive Lipsia, un’altra grande del calcio della Germania Est.
X Project, lo striscione più lungo d'Europa
Lo striscione più lungo d’Europa. Dynamo Dresda-Magdeburgo un tempo era una delle sfide maggiori del campionato della Oberliga, la massima divisione della DDR. Attualmente, invece, è una partita di cartello della terza divisione tedesca, a cui sabato hanno assistito in 29.321. Oltretutto la partita ha anche rappresentato un momento significativo: quello della realizzazione della striscione più grande d'Europa, che ha rivestito completamente l'impianto dei padroni di casa. Lo hanno realizzato in focosi sostenitori della Dynamo Dresda, lungo e largo 12.000 mq. Lo hanno denominato "Project X" gli ultras locali ed è costato 20.000 euro. Ma senza dubbio, come dire, che non c'è prezzo per uno spettacolo del genere.


3 commenti:

  1. Grande Dynamo! Spero che un giorno possa tornare in Bundesliga... Altro che quelle merde di RB Leipzig, squadra senza passato e senza cultura.

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  2. Magari oltra al ritorno della grande Dynamo Dresda in Bundesliga auspicherei anche quello della Lokomotive Lipsia e del Chemie Lipsia, che sono state ugualmente grandi insieme alle mitiche Magdeburgo e Carl Zeiss Jena ;)

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  3. Tutte squadre scomparse nel nulla, com quel meraviglioso calcio inghiottite dal nulla occidentale

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