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Pino Lorenzo ai tempi del Catanzaro |
di Vincenzo Paliotto
C’era poco o nulla da salvare per quell’Inter
trapattoniana edizione 1987/88. I nerazzurri meneghini al massimo potevano
aspirare ad un piazzamento UEFA al culmine di una stagione a dir poco
deludente. Era arrivato in Italia anche Vincenzino Scifo, ma predicare nel deserto del centrocampo
nerazzurro. A quell’Inter addirittura era capitato in Coppa UEFA di perdere in
casa a San Siro per mano del Turun Palloseura, compagine finlandese di
dilettanti, andata miracolosamente in gol con Mika Aaltonen, che poi la stessa
Inter comprò per dare in prestito al Bologna.
Ad ogni modo, l’8 maggio del 1988 l’Inter
cercava punti pesanti a Cesena, contro i locali allenati da Albertino Bigon,
che però a loro volta dovevano salvarsi, dopo un campionato più che dignitoso.
Bigon beneficiò dell’esperienza di Agostino Di Bartolomei e di giovani talentuosi,
quali Sebastiano Rossi, Alessandro Bianchi, Ruggiero Rizzitelli. L’Inter,
comunque, passò doppiamente in vantaggio con un penalty di Altobelli al 42’,
alla sua ultima stagione nerazzurra, e con Serena al 60’. Quel Cesena però non
si diede per vinto ed in tre minuti riequilibrò il risultato. Al 73’ accorciò
le distanze Bordin, mentre al 76’ ristabilì la parità Pino Lorenzo, giovane
bomber catanzarese in prestito dalla Sampdoria, ma esploso nel 1982/83 in
Interregionale con la maglia del Cesenatico, ma al tempo di proprietà del
Catanzaro. Il “ragazzo di Calabria” siglò il gol più importante di quella
stagione. Il Cesena avrebbe centrato la salvezza, mentre l’Inter sarebbe
approdata in Coppa UEFA.
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