giovedì 9 ottobre 2014

Everton-Liverpool, il Friendly Derby


di Francesco Pietrella
 
In Spagna, ogni anno, l’Athletic Club di Bilbao e la Real Sociedad di San Sebastian si affrontano nel celeberrimo Derbi Vasco, una sfida pacifica, suggestiva e tranquilla, dove le frange più estreme delle due tifoserie (l’Herri Norte Taldea dei Leones e la Mujika Taldea della Real) si uniscono sotto un’unica bandiera, l’Ikurrina basca, per protestare contro i soprusi che il governo spagnolo perpetra da anni nei confronti di questa comunità, prima con il caudillo Franco ed ora – seppur in maniera minore – con i nuovi esecutivi democratici. Durante ogni incontro, dagli spalti dell’Anoeta o del San Mamés, si evince un bellissimo dipinto dai colori bianco, rosso e blu, condito da lealtà sportiva e intrinseca passione. Può sembrare un episodio unico nella storia del football mondiale, ma non è così, perché proprio nella patria degli hooligans, l’Inghilterra, c’è chi è riuscito ad emanciparsi da squallidi episodi di violenza, andando a completare quel quadro di cui parlavamo prima. Per trovare un altro esempio di sportività bisogna quindi andare nella Liverpool dei Beatles, lungo l’estuario del Mersey, uno dei tanti fiumi che sorgono dalle pendici dei Monti Pennini, ed assistere al Friendly Derby tra i Reds e l’Everton, protagonisti di una sfida storica che, almeno per un attimo, dissolve nel limitrofo Mar d’Irlanda gli scontri tra tifosi a cui ogni santa stagione siamo costretti ad assistere.

Nonostante il Liverpool vanti una delle firm più violente del mondo, i famigerati Scousers (il cui nome deriva degli abitanti dell’area di Liverpool), nonché infelice protagonista nelle tragedie dell’Heysel e di Hillsborough (dove, però, la colpa fu soprattutto della polizia, come ribadito dal Premier David Cameron), durante la sfida contro i cugini gli animi sembrano placarsi sugli spalti della Kop, una delle poche curve a non essere mai stata conquistata. Dall’altra parte, i County Road Cutters dei Toffees (la frangia più estrema del tifo blue), famosi per essere stati uno dei primi gruppi ultrà ad utilizzare lo stile casual (proprio come il Liverpool), ovvero scarpe bianche e giacche uguali (possibilmente targate Stone Island, come si evince dal film Hooligans con Elijah Wood, una delle pellicole più famose riguardanti suddetto fenomeno), inneggiano cori a favore del proprio team senza ricevere screzi o provocazioni da parte dei rivali. Anche qui, proprio come accade durante il Derbi Vasco, i tifosi siedono gli uni accanto agli altri, esultano, si sfogano e discutono tra loro, ma sempre con rispetto reciproco, sia a Goodison Park che ad Anfield, che, separati dal solo Stanley Park, distano soltanto 1,5 miglia. Inizialmente la casa dei Reds veniva utilizzata dall’Everton, ma nel 1892, a causa di dissidi con il proprietario del ground, John Holding, si trasferì nell’impianto odierno dando inizio ad una favola che dura ancora oggi.

Così, come gli aficionados vascos si fondono quando entra in gioco l’indipendenza, gli hooligans di Liverpool si uniscono nell’odio comune nei confronti di Manchester, non solo all’indirizzo del Man United e il Man City, ma proprio verso la città, la cui rivalità nasce a seguito della crisi economica degli anni ’70, in quanto l’attività lungo il Manchester Ship Canal ridusse il traffico del porto di Liverpool, che fu costretto a chiudere e a licenziare tutti i suoi lavoratori. E’ quindi un odio cittadino, prima di tutto sociale oltre che calcistico (è forte anche la contrapposizione Beatles vs Rolling Stones), ma il più delle volte, la disputa sfocia nei prati verdi dei campi da gioco: nel 1984 infatti, in occasione della finale di Coppa di Lega disputatasi nella vecchia casa del City ormai demolita, il Maine Road, tra l’Everton e il Liverpool, un irriverente ‘Where is Manchester?’ partì dalle tribune, a sottolineare che quel giorno c’erano le due squadre della città rivale a dominare la scena calcistica inglese. Nel 2005 invece, le due tifoserie si unirono negli scontri contro la Red Army del Man United, generando il panico per le vie di Liverpool, tanto che il giorno dopo la scena venne ribattezzata come la Battaglia della valle dell’Everton, il solito titolo pungente dei tabloid britannici. Nel 2012 infine, durante il match tra Everton e Newcastle, a seguito del riconoscimento della responsabilità della polizia nella strage dell’Hillsborough, due bambini con le casacche di Toffees e Reds entrarono a Goodison Park con i numeri 9 e 6 sul retro delle maglie, suscitando gli applausi e la commozione di tutto il pubblico di casa.

Nonostante la palese superiorità del Liverpool, l’Everton non sembra risentire di questo gap, in quanto continua a vivere il Derby del Merseyside all’insegna della sportività. Certo, dal curriculum di entrambe le tifoserie non emerge una costante predisposizione alla tranquillità e alla pacatezza, soprattutto da parte dei Reds, ma durante questo incontro gli ultrà sotterrano l’ascia di guerra e si godono la partita pensando solo ed esclusivamente al risultato, in quanto sono molte le famiglie composte da sostenitori di entrambe le fazioni. Tuttavia, il Friendly Derby rappresenta un granello di sabbia nel deserto, una goccia che a suo malgrado si disperde in questo mare di violenza extracalcistica, la quale, sicuramente, non fa parte di quello splendido dipinto prima descritto, composto invece da tifosi leali e corretti.

http://www.football-please.com/home/firms-rivalries-friendly-derby/

 

1 commento:

  1. mi sfugge il riferimento alla contrapposizione beatles e rolling stones...questi mica erano di manchester
    alberto

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