giovedì 10 luglio 2014

FIFAWorldCup2014: verso Argentina-Germania

Il calcio al tempo di Diego


 Non ce lo saremmo aspettati, ma Germania-Argentina è la finale più giocata della Coppa del Mondo di calcio. Per anni le due squadre non si sono incrociate (unico precedente nel ’58 a Malmo), poi tedeschi e argentini dal 1986 si affrontano per ben tre volte nell’atto decisivo. Nelle prime di queste due finali il protagonista fu Diego Armando Maradona e come direbbe il sommo Gianni Minà queste finali si potrebbero raccontare come “il calcio al tempo di Maradona”, tra virtuosismi, spettacolo e polemiche talvolta roventi.

 Il 29 giugno del 1986 l’Estadio Azteca di Città del Messico ospita la finale della Coppa del Mondo dinanzi ad un pubblico entusiasta. Lo stesso stadio aveva ospitato anche la finale della Coppa del Mondo del 1970, che il Brasile vince. Ma a Città del Messico pare adesso respirarsi un’aria ancora diversa, in attesa di quel giocatore che ha entusiasmato tutti i tifosi del mondo. Raggiunge l’Argentina in finale la Germania Ovest, già vice-campione nell’82, che vorrebbe legittimare l’ambizione di Franz Beckenbauer di diventare campione prima da giocatore e poi anche da allenatore. Lo stesso Kaiser opta per una scelta discutibile nel giorno della grande finale. Infatti, per arginare l’extraterrestre Maradona ne consegna l’asfissiante marcatura a Lothar Matthaus, motorino inesauribile del centrocampo tedesco, che però dal suo canto è anche l’ispiratore della manovra della sua squadra. Beckenbauer d’altro canto reputa il bavarese l’unico in grado di contenere l’imprevedibilità di Maradona, pur di privare la sua squadra del consueto ritmo a centrocampo. Anche se la Germania è una squadra tosta con Brehme, Berthold, Forster, e poi lì davanti con Rummenigge, Allofs, Voller. Le formazioni si schierano così in campo agli ordini dell’arbitro brasiliano Arppi Filho. Argentina: Pumpido, Cuciuffo, Olarticoechea, Batista, Ruggeri, Brown, Burruchaga (89’ Trobbiani ), Giusti, Enrique, Maradona, Valdano. C.T.: Carlos Bilardo.
Germania Ovest: Schumacher, Berthold, Briegel, Eder, Forster, Jakobs, Brehme, Matthaus, Rummenigge, Magath (61’ Hoeness), Allofs (46’ Voller).
C.T.: Franz Beckenbauer.
 
L’Argentina comincia bene con Brown che al 22’ sblocca il punteggio con un poderoso colpo di testa, poi nella ripresa raddoppia Valdano al 55’ e la partita pare chiusa. I tedeschi si risvegliano ed accorciano ed impattano nel giro di pochi minuti con Rummenigge e Voller. Maradona è controllato a vista. Il francobollatore Matthaus non conosce distrazioni, anche se all’83’, quando i tedeschi con la testa stanno ancora festeggiando il gol del pareggio, nel traffico di centrocampo si crea un piccolo ingorgo, nel quale Maradona con un abile movimento trova il varco giusto per una giocata. Con la coda dell’occhio, con la sua classe inarrivabile, Maradona conquista il Mondiale. La sua stoccata con il destro gli permette di lanciare in solitudine verso la porta di Harald Schumacher il guizzante Jorge Burruchaga. Il pallone servito da Dieguito è sin troppo invitante. Schumacher prova ad uscire alla disperata, ma Burruchaga esegue un diagonale che si spegne nella porta tedesca. 3-2, l’Argentina e Maradona sono Campioni del Mondo.  Il sogno da ragazzini di Dieguito si realizza nel più fantastico dei modi. Maradona è stata effettivamente il giocatore più forte e mai visto ad un Mondiale di calcio. A nessun altro è riuscito di vincere la Coppa del Mondo da solo e nessun altro sarà mai capace di una simile prodezza.

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