sabato 12 luglio 2014

EuropaLeague2015: 41 nuovi club entrano nel Second Qualifying Round


Il tifo dell'AIK Solna, squadra che affronterà il
Linfield
Esaurito il primo turno preliminare, 41 nuovi club fanno il loro debutto stagionale in Europa League. Scopriamo chi sono.

Second qualifying round

Lech Poznan. Nato nel 1922, porta il nome del leggendario Lech, il fondatore della nazione polacca. Alle origini era la squadra dei Kolejorz, nello slang locale dei ferrovieri. Ha vinto 6 volte la Ekstraklasa e 5 volte la Coppa di Polonia. E’ seguita da una delle tifoserie più massicce e temute del paese.

Ruch Chorzow. Fondato nel 1920 nella regione dell’Alta Slesia, ha cambiato più volte denominazione sociale, ma rimanendo nel cuore dei suoi tifosi pur sempre il Ruch. In bacheca 14 titoli nazionali e 3 coppe. Nel 1974 arrivò ai quarti di Coppa UEFA, battuto però dal Feynoord Rotterdam.

Petrolul Ploiesti. Nato nel 1924 come Juventus Bucarest, nel ’52 è traslocato a Ploiesti con un’altra denominazione sociale. Ha vinto 4 titoli e 3 coppe nazionali. Di buon impatto la sua tifoseria, in Romania è nota soprattutto per la rivalità nei confronti del Rapid Bucarest. La sua rosa è un’autentica multinazionale.

Cluj. Squadra di grandi tradizioni, nata nel 1907. Dopo molti anni di anonimato, ha poi vinto 3 volte il campionato ed in altrettante occasioni la coppa. Noto recentemente per i suoi buoni trascorsi in Champions League. Feroce la rivalità cittadina con l’Universitatea Cluj.

Zorya Luhansk. Il nome di questa squadra ucraina è ben più prestigioso e blasonato di quanto si possa pensare. Fondata nel 1923, il suo stadio fu eretto per volere di Lenin e nel 1972 l’undici denominato al tempo Zorya Voroshilovgrad vinse il titolo nazionale sovietico. Per la prima volta sulla ribalta europea.


L'Euroborg pronto per Groningen-Aberdeen
Groningen. Nato nel 1971 sulle ceneri del GVAV, il Groningen è definito come il Pride of the North, l’orgoglio del nord del paese. Del resto i verdi non hanno mai vinto nulla di importante, ma hanno sfornato dal proprio vivaio quasi sempre campioncini di notevole livello. Su tutti per rimanere agli ultimi tempi: Luìs Suarez e Arjen Robben. Non ha mai vinto nulla di importante. Il suo massimo traguardo europeo sono rappresentati dagli ottavi di finale. Squadra molto amata dal suo pubblico, vanta ampia rivalità contro Heerenveen e Twente.


Zulte Waregem. Giovane club belga, nato nel 2001 dalla fusione di Zulte e Waregem, già ai vertici del calcio nazionale. Nell’ultima stagione è finito 4° in massima divisione. Nel 1985/86, quello che fu il vecchio Waregem, eliminò il Milan dalla Coppa UEFA.

Krasnodar. Giovane club russo, fondato nel 2008, da non confondere con i concittadini e più noti del Kuban Krasnodar, nati invece nel ’28. La qualificazione all’Europa League rappresenta il suo miglior risultato. In organico l’ex-genoano Granqvist, ma anche ben 4 brasiliani, un colombiano, un portoghese ed un ivoriano e molto altro ancora.

Bursaspor. Nato nel 1963, il Bursaspor è entrato nella storia del calcio turco quando nel 2010 ha vinto il campionato nazionale, diventando insieme al Trabzonspor l’unico club ad aver vinto il massimo campionato che non appartiene al triumvirato di Istanbul. Nel 74/75 raggiunse i quarti di Coppa delle Coppe, eliminato poi dalla Dinamo Kiev. Tra i pali il francese Sebastien Frey.

Omonia Nicosia. Contende da sempre il primato sull’isola ai concittadini dell’Apoel, nei confronti dei quali gioca un più che acceso derby. Ad ogni modo, l’Omonia rappresenta quasi da sempre la squadra della sinistra operaia, anche in un momento così critico per Cipro. Il suo principale gruppo ultras è il Gate9. Il suo organico una vera e propria multinazionale.

FK Sarajevo. Nato nel ’46 dalla fusione di due club cittadini, nel ’67 è stata la prima squadra bosniaca a vincere il campionato della ex-Jugoslavia, exploit prestigioso ripetuto nell’85. La squadra appartiene al discusso malese Vincent Tan, proprietario anche del Cardiff City. La squadra vive un derby acceso contro lo Zeljeznicar. Nel Sarajevo hanno militato grandi campioni: Ferhatovic, Susic, Sljvo, Repcic, Muzemic e tanti altri ancora. La Orde Zla è il temuto gruppo ultras al seguito della squadra.


Vojvodina Novi Sad
Vojvodina. La Vojvodina rappresenta insieme ai club belgradesi la grande tradizione del calcio serbo. Del resto anche ai tempi della Jugoslavia la prestigiosa Vojvodina vinse ben 2 titoli nazionali, nel ’66 e nell’89. La Seconda Guerra Mondiale segnò pesantemente la storia del club, con l’invasione dei nazisti, mentre il club fu addirittura bandito. Nel ’67 i biancorossi arrivarono ai quarti della Coppa dei Campioni, traguardo raggiunto in Coppa delle Fiere anche nel ’62 e nel ’68. Nel ’77 ha vinto la Mitropa Cup. Il gruppo ultras della Firma è uno di quelli con maggiore tradizione nel paese.

Jagodina. Terza partecipazione consecutiva all’Europa League per il club nato nel 1919 proprio nella cittadina di Jagodina. Il volto nuovo del calcio serbo.

Asteras Tripoli. Le asteras, cioè le stelle, di Tripoli, nella regione dell’Arcadia, ancora una volta prendono parte all’Europa League. Un buon risultato per un club iscrittosi al massimo campionato per la prima volta soltanto nel 2007. In patria non ha mai vinto nulla di importante.

Grodig. Fondato nel ’48, è da poco salito alla ribalta del calcio nazionale. Dopo aver vinto il campionato cadetto, ha centrato il traguardo europeo al suo primo assalto. Gioca in una cittadina vicino Salisburgo di quasi 7.000 abitanti.

St. Polten. Nato nel 2000, partecipa per la prima volta all’Europa League, pur giocando in patria in seconda divisione. Nella finale di Coppa d’Austria, infatti, è stato battuto dai campioni del Salisburgo per 4-2.

Mlada Boleslav. Fondato nel 1902 in una cittadina a 50 km da Praga, ha cominciato a raccogliere risultati positivi da quando usufruisce dell’aiuto della Skoda. Nel 2004 ha giocato per la prima volta in Gambrinus Liga, nel 2007 ha eliminato il Marsiglia dalla Coppa UEFA e nel 2011 ha vinto la Czech Cup.

Hajduk Spalato. Nato nel 1911, vinse per 9 volte sia il campionato che la coppa jugoslava e preservando quindi il suo blasone anche al tempo successivo del campionato croato. L’Hajduk è tra le grandissime del calcio dell’est, sia per il suo blasone che per la sua tifoseria. La mitica Torcida nacque nel 1950 ed è stata la prima tifoseria organizzata a nascere nel mondo. Nelle competizioni europee l’Hajduk è arrivato in semifinale in Coppa UEFA nel 1973 e nel 1984, venendo eliminato dal Leeds United e dal Tottenham Hotspur.

Rijeka. Nata nel 1926 come US Fiumana ed iscritta al campionato italiano, si è trasformata in Kvarna nel 1946, nel momento in cui la città di Fiume passò alla Jugoslavia, dopo il secondo conflitto bellico. Nel ’54 ha poi assunto la definitiva denominazione di Rijeka, vincendo due coppe jugoslave nel ’78 e nel 79, una Coppa dei Balcani nel ’78 e quindi due coppe croate. Squadra di enormi tradizioni che gioca al Kantrida, che affaccia suggestivamente sul Mar Adriatico. Nel 1980 in Coppa delle Coppe giunse ai quarti, eliminata dalla Juventus. Gabriele Volpi, patron dello Spezia, vi ha investito capitali italiani alla ricerca di talenti croati.

Hapoel Be’er Sheva. Gioca a Beersheba, città di 200.000 abitanti nel bel mezzo del deserto del Negev. Ha vinto il titolo nazionale due volte (nel ’75 e nel ’76) quando Israele era ancora iscritto alla federazione asiatica. Le sue quotazioni sono risalite negli ultimi anni. La casacca n. 6 è stata ritirata, dopo che lo zambiano Chaswe Nsofwa morì indossandola in una partita di allenamento il 29 agosto del 2007.

Hapoel Tel Aviv. E’ il club politicamente di sinistra del calcio israeliano. Tra le coreografie dei suoi sostenitori non manca mai l’effigie del Che. Ha vinto 13 titoli e 16 coppe nazionali. E’ la squadra israeliana ad aver ottenuto il miglior risultato in una competizione europea con i quarti di finale raggiunti nel 2001/2002 in Coppa UEFA e poi eliminato dal Milan. Nel 1967 ha vinto la Coppa dei Campioni d’Asia.

Shaktyor Salihorsk. Fondato nel 1961, non ha mai vinto alcun titolo in patria, giungendo 2° nell’ultimo campionato. Anche in Europa non ha mai passato il primo turno.

Dinamo Minsk. La squadra bielorussa di maggior prestigio nella storia, che nel 1982 vinse anche il titolo sovietico, dettaglio non trascurabile. Negli Anni Ottanta per ben tre volte ha raggiunto i quarti di finale di una competizione europea. Nell’83/84 nei quarti di Coppa dei Campioni cedette il passo di misura alla Dinamo Bucarest.

Lucerna. Le sue origini sono radicate: anno di fondazione 1901. Nel suo palmarès trovano spazio un titolo nazionale vinto nel 1989 e due Coppe di Svizzera. Nelle coppe europee in due sole occasione ha superato il primo turno. Il portiere è l’italiano Lorenzo Bucchi.

St. Johnstone. Fondato nel 1884, nella stagione del 1971/72 giunse fino al 3° turno della Coppa UEFA, dopo aver eliminato anche l’Amburgo. Tuttavia, il suo unico ed importante sussulto nel calcio nazionale è stata la vittoria in Scottish Cup proprio nel 2014. Maniera ideale per festeggiare i suoi 130 anni di storia. Le sue maggiori rivalità sono contro il Dundee Fc ed il Dundee United.

Motherwell. Non si può scrivere la storia di questo club scozzese nato nel 1884 senza passare da quella di Phil O’Donnell, il suo glorioso capitano che morì a causa di un infarto sul terreno di gioco il 29 dicembre del 2009 in una partita contro il Dundee United. Da grande protagonista aveva firmato la vittoria nella finale di Coppa di Scozia del suo Motherwell nel 1991.

Neman Grodno. Fondato nel 1964, ha vinto la Coppa di Bielorussia nel 2003. Colori sociali giallo e verde. In Unione Sovietica è arrivato al massimo in cadetteria. Prende il nome dal fiume Neman che bagna appunto Grodno.

Zawisza Bydgosz. Club storico del calcio polacco, nato nel 1946, ma che ha vinto per la prima volta un trofeo nel 2014. La Coppa di Polonia, appunto, che gli consente di partecipare all’Europa League. E’ un club militare che prende il nome dall’eroe nazionale del XV secolo ZawiszaCzarny, Zawisza il Nero. Fu la prima squadra del Boniek calciatore.

MFK Kosice. Formazione di notevoli tradizioni ed abituata al panorama europeo, nata nel 1952. Da non confondere con i cugini cittadini della Lokomotive, contro di cui esiste una forte rivalità. Nel 1993 ha vinto la Coppa di Cecoslovacchia, battendo in finale lo Sparta Praga.

Trencin. Piccolo club slovacco fondato nel 1992, alla cui presidenza si è insediato l’ex-Ajax degli Anni Settanta Tseu La Ling, molucchese di grandi prospettive tecniche. La sua forza tecnica è costituita da alcuni brasiliani. Nella scorsa edizione ha eliminato a sorpresa il Goteborg.

CSKA Sofia. Non mancano gli allori nazionali (ben 31 gli scudetti, record per il paese) per il CSKA Sofia, squadra in epoca comunista diretta emanazione dell’esercito bulgaro ed adesso in mano ai privati. Ma in ambito europeo i migliori risultati continuano a  rimanere le semifinali in Coppa dei Campioni del ’67 e dell’82 e quelle in Coppa delle Coppe nell’89. Anche questa Europa League servirà a trovare il prestigio perduto, contando anche su una miriade di stranieri.

Molde. Pur arrivando 6° in campionato, partecipa all’Europa League avendo vinto la sua terza coppa nazionale, dopo aver battuto 4-2 in finale il Rosenborg. Nella sua bacheca ci sono anche 2 titoli nazionali. Daniel Berg Hestad ha giocato con la maglia di questo club ben 698 partite, al di là di una breve parentesi nell’Herenveen.

AIK Stoccolma. Nato nel 1891, l’AIK è il club svedese con la maggior-media spettatori almeno nell’ultimo decennio. La sua media per le partite casalinghe è sulle 18.000 presenze. E’ il club della zona centrale della capitale con una grande rivalità nei confronti del Djurgaarden, contro di cui gioca il Tvillingderbyt. Ha vinto 11 titoli nazionali ed 8 coppe. Non è andata mai oltre gli ottavi in coppa. Accadde nel 1985/86 in Coppa delle Coppe, eliminato poi dal Dukla Praga.

Gyor ETO. Con 4 scudetti e 3 coppe nazionali, fondato nel 1904, vive da sempre la sua principale rivalità nei confronti dei club della capitale, in virtù anche del suo grande periodo vissuto negli Anni Ottanta. Tuttavia, nel ’65 giunse addirittura alla semifinale della Coppa dei Campioni. Vi gioca l’attaccante 24enne Leandro Martinez, nato a Baires, ma di nazionalità italiana. Cresciuto nel Parma, ha giocato anche con Cremonese, Albinoleffe e Carpenedolo.

Gorica. Dal 2013 può vantare una proficua partenership con il Parma, che ha portato a Nova Gorica ben 13 calciatori italiani, più l’allenatore Luigi Apolloni, ex-gloria del calcio parmense. Gli effetti sono stati al momento senza dubbio positivi. Il Gorica ha vinto nella sua storia 3 coppe nazionali.

Elfsborg. Squadra storica di Boras, nata nel 1904. La sua rivalità storica è nei confronti dell’IFK Goteborg. Tante partecipazioni alle coppe europee, ma nessun risultato di autentico rilievo. E’ allenata da Klas Ingesson, ex-centrocampista del Bari.

Esbjerg. Gioca nell’ovest dello Jutland questa formazione che ha vinto 5 volte il campionato danese, anche se l’ultimo addirittura nel 1979. Ha trionfato però anche 3 volte nella coppa nazionale, con l’ultimo successo nel 2013. Lo scorso anno è stata la squadra rivelazione in Europa League.

Rops Rovaniemi. Non ha mai vinto il campionato nazionale, ma ha riportato 2 successi in coppa, nel 1986 e nel 2013, affermazione attraverso la quale partecipa all’Europa League pur essendo giunto 11° in campionato. Nel 1988, al suo esordio europeo, raggiunse i quarti di Coppa delle Coppe, un evento straordinario per i finnici. Fu estromesso dall’Olympique Marsiglia di JP Papin. Tra i fenomeni più insoliti del calcio il Rops nel 2011 tesserò 7 zambiani, non proprio abituati al clima polare di Rovaniemi, che dista più o meno 10 km dal Circolo Polare Artico. Oltretutto i calciatori dello Zambia furono invischiati in una triste vicenda di calcio scommesse con un businessman di Singapore.

Neftchi Baku. Club azero fondato nel 1937, che nel ’66 addirittura si piazzò al 3° posto nel Campionato dell’URSS. Squadra di grandi tradizioni in patria. Molte le sue partecipazioni in ambito continentale.

Zestafoni. Club georgiano di giovane costituzione, nato infatti nel 2004, con nel curriculum anche qualche exploit europeo.

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