giovedì 4 ottobre 2012

Il campionato più bello del mondo: Quaterna sulla ruota di Torino


Diego Lopez calciatore
 Per motivi parzialmente diversi il Torino ed il Cagliari figurano tra le squadre più blasonate, ma anche tra le più genuine del calcio italiano. I granata sono indissolubilmente legati al mito del Grande Torino e non solo, invece i rossoblu sardi all’intramontabile leggenda di Gigi Riva e all’unico Scudetto isolano della nostra storia calcistica. Alla vigilia dello scontro di domenica Torino e Cagliari convivono comunque con umori diversi, anzi diametralmente opposti. Il Toro torna sorprendentemente a respirare l’aria buona e senza angosce dell’alta classifica dopo il trionfale sacco di Bergamo, mentre il Cagliari ristagna in ultima posizione, immalinconito dalla rabbia di Cellino e dalla sua fama di divoratore di allenatore e dalla desolazione dell’Is Arenas, che con i dovuti termini di paragone rispecchia la pesante e drammatica vicenda dell’Alcoa.

Tuttavia, quella del prossimo turno sarà senza dubbio una bella sfida, anche perchè il Cagliari si affida a due nuovi allenatori, peraltro entrambi ex della casacca rossoblu. E cioè Ivo Pulga e l’uruguagio Diego Lopez, con oltre 10 anni di militanza in Sardegna e con oltre 300 presenze sulle spalle. Lopez arrivò in Italia nel ’98 dal Racing Santander, dopo essere cresciuto nel River Plate di Montevideo. Esordì con Ventura in panchina, che per ironia della sorte domenica ritroverà sempre in panchina ma da avversario al Comunale di Torino. Con la sua nazionale, la mitica Celeste, vinse anche la Copa America del 1995.

 Nel 1970 il Cagliari riportò a Torino contro i granata un successo epocale. Si era all’altezza dell’ultima giornata ed il Cagliari già da due domeniche era matematicamente Campione d’Italia. Ma quel giorno nonostante tutto i sardi onorarono comunque quell’impegno, imponendosi con un irriverente 4-0 sterno, nel segno di Domenghini, Bobo Gori e Gigi riva, che griffò la sua prestazione con una doppietta. Del resto Gigi Riva era uno che la buttava sempre dentro, in qualsiasi partita o manifestazione. Rombo di Tuono, come lo battezzò Brera, era semplicemente il più forte di tutti. Nel ’70 era probabilmente dietro soltanto a Pelè.

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