lunedì 2 luglio 2012

Povera patria


lacrime azzurre
 Peccato che la rincorsa europea dell’Italia di Cesare Prandelli si sia conclusa in maniera così brutta ed umiliante. Gli azzurri nell’atto finale del trofeo continentale a Kiev incassano quattro scoppole dalla Spagna e portano a casa uno dei cappotti più clamorosi della sua storia ultracentenaria. Senza dubbio l’Italia è giunta alla finale con troppi acciacchi e senza benzina nel serbatoio, alle quali si sono affiancate anche scelte poco lungimiranti del nostro CT, ma che in sostanza non avrebbero però cambiato l’esito della finale stessa. Troppi infortuni e troppi uomini in condizioni precarie hanno lasciato via libera ad una Spagna già forte ed a tratti stratosferica.


 Non è tutto da buttar via però, anzi assolutamente. L’Italia ha disputato una Coppa Europa entusiasmante, sciorinando anche un bel calcio e mettendo in mostra un progetto tattico interessante. In due anni comunque Prandelli ha ricostruito una Nazionale assolutamente irriconoscibile dopo l’esperienza sudafricana del 2010. Lo stesso tecnico azzurro può ben lavorare in prospettiva per la Confederations Cup del 2013 e per la Coppa del Mondo del 2014. La forza del gruppo ha avuto la meglio. Peccato per Pirlo che con una vittoria continentale avrebbe potuto ambire alla candidatura del Pallone d’Oro. Ma il metronomo Andrea è stato forse il miglior calciatore di tutta la campagna europea. Peccato anche per la presenza in tribuna di Mario Monti, il premier che avrebbe voluto abolire per un anno il calcio. La sua presenza equivale forse ad una iattura. L’unico momento da ricordare in questa triste estate italiana è proprio quello, nel bene o nel male, della nostra Nazionale.

 Di contro la Spagna si conferma la squadra più forte del mondo. Nessuna squadra aveva mai vinto due volte la Coppa Europa consecutivamente ed inframmezzata da un titolo mondiale. Gli spagnoli confermano il loro stato di grazia e la bontà di una scuola che continua a sfornare talenti. Questa squadra è oramai già nella storia e ci rimarrà ancora per qualche altra stagione, considerata la sua età media e la sua forza.

 E’ stato complessivamente, comunque, un buon europeo. Con squadre all’altezza della situazione, così come lo spettacolo in campo, nonostante le prospettive megalomani di Michel Platini, che lo preferisco assolutamente molto di più quando era in campo con la maglia numero 10 addosso.

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