lacrime azzurre |
Peccato che la rincorsa europea dell’Italia di
Cesare Prandelli si sia conclusa in maniera così brutta ed umiliante. Gli
azzurri nell’atto finale del trofeo continentale a Kiev incassano quattro
scoppole dalla Spagna e portano a casa uno dei cappotti più clamorosi della sua
storia ultracentenaria. Senza dubbio l’Italia è giunta alla finale con troppi
acciacchi e senza benzina nel serbatoio, alle quali si sono affiancate anche
scelte poco lungimiranti del nostro CT, ma che in sostanza non avrebbero però
cambiato l’esito della finale stessa. Troppi infortuni e troppi uomini in
condizioni precarie hanno lasciato via libera ad una Spagna già forte ed a
tratti stratosferica.
Non è tutto da buttar via però, anzi
assolutamente. L’Italia ha disputato una Coppa Europa entusiasmante, sciorinando
anche un bel calcio e mettendo in mostra un progetto tattico interessante. In
due anni comunque Prandelli ha ricostruito una Nazionale assolutamente
irriconoscibile dopo l’esperienza sudafricana del 2010. Lo stesso tecnico
azzurro può ben lavorare in prospettiva per la Confederations Cup del 2013 e
per la Coppa del Mondo del 2014. La forza del gruppo ha avuto la meglio. Peccato
per Pirlo che con una vittoria continentale avrebbe potuto ambire alla
candidatura del Pallone d’Oro. Ma il metronomo Andrea è stato forse il miglior
calciatore di tutta la campagna europea. Peccato anche per la presenza in
tribuna di Mario Monti, il premier che avrebbe voluto abolire per un anno il calcio.
La sua presenza equivale forse ad una iattura. L’unico momento da ricordare in
questa triste estate italiana è proprio quello, nel bene o nel male, della
nostra Nazionale.
Di contro la Spagna si conferma la squadra più
forte del mondo. Nessuna squadra aveva mai vinto due volte la Coppa Europa
consecutivamente ed inframmezzata da un titolo mondiale. Gli spagnoli
confermano il loro stato di grazia e la bontà di una scuola che continua a
sfornare talenti. Questa squadra è oramai già nella storia e ci rimarrà ancora
per qualche altra stagione, considerata la sua età media e la sua forza.
E’ stato complessivamente, comunque, un buon
europeo. Con squadre all’altezza della situazione, così come lo spettacolo in
campo, nonostante le prospettive megalomani di Michel Platini, che lo
preferisco assolutamente molto di più quando era in campo con la maglia numero
10 addosso.
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