mercoledì 6 febbraio 2019

Road to Europe: Ipswich Town

Ipswich Town-Real Madrid
Storie di squadre britanniche nelle competizioni europee
di Vincenzo Paliotto
 Non aveva alcuna esperienza europea l’Ipswich Town e forse il suo nome era poco noto persino all’interno dei confini inglesi. Tuttavia, nel 1962 i tractor boys vinsero un campionato nazionale miracoloso, trionfando addirittura nei panni della neopromossa. Quel successo ovviamente valse all’Ipswich Town il debutto nelle coppe europee, attraverso l’ambito palcoscenico della Coppa dei Campioni.  Il sorteggio risultò benevolo con l’abbinamento nel primo turno ai maltesi del Floriana, compagine che di certo non avrebbe creato grossi grattacapi- Il 18 settembre del 1962 la squadra di Ramsey scese in campo con: Bailey, Malcolm, Compton, Baxter, Nelson, Elsworthy, Stephenson, Moran, Crawford, Phillips e Backwood. L’Ipswich vinse facile per 4-1 e quindi sette giorni più tardi travolse i malcapitati maltesi per 10-0 di fronte agli oltre 25.000 spettatori. Ray Crawford, dopo la doppietta dell’andata, fece al parte del leone segnando ben 5 reti. Il secondo turno della grande Coppa fu però meno agevole, con l’Ipswich Town che andò ad incrociare le ambizioni del Milan di Nereo Rocco. A San Siro i blu persero per 3-0, compromettendo il loro cammino anche se tra le mura amiche riportarono un successo di prestigio per 2-1. Dopo il vantaggio di Barison, replicarono ancora Crawford e quindi Blackwood. Ma quell’avventura al momento finiva lì.
Lazio-Ipswich Town
1973/74, la battaglia dell’Olimpico
 L’Ipswich Town sarebbe poi ritornato sulla ribalta europea non prima della stagione del 1973/74, attraverso la sua prima partecipazione alla Coppa UEFA. Il 4° posto maturato in campionato portò i blu a sfidare nel primo turno nientemeno che il Real Madrid, forse in quel periodo un po’ lontano dai fasti di un tempo ma pur sempre il Real Madrid. A Portman Road l’Ipswich prevalse di misura grazie ad un’autorete di Rubinan e quindi guadagnò un prodigioso 0 a 0 al Bernabeu, sotto gli occhi degli ultimi franchisti. Il secondo turno allo stesso modo risultò decisamente impegnativo con l’Ipswich chiamato a passare il turno di fronte alla Lazio, squadra che stava andando molto bene nel campionato italiano. Nella partita di andata comunque la squadra inglese visse un’autentica serata di gloria, vincendo per ben 4-0 e tutti i gol portavano la firma del fantastico Trevor Whymark. Una vera impresa la sua, tanto che i tifosi romanista a Roma lo omaggiarono di un premio speciale per aver fatto tanto male ai cugini laziali. Tutto questo, però, surriscaldò eccessivamente gli animi in vista della gara di ritorno all’Olimpico, anche perché quella laziale di quegli anni era uno squadra decisamente dal carattere forte. Tant’è che comunque la Lazio si portò in vantaggio di due reti dopo neppure mezz’ora, facendo così intravedere larghi margini per una rimonta clamorosa. Gol di Garlaschelli e Chinaglia, prima che salisse in cattedra il direttore di gara l’olandese Van der Kroft, che negò un netto rigore ai romani per fallo di mani di Hunter proprio sulla linea di porta dopo una rovesciata di Chinaglia. Ad ogni modo, il fischietto olandese completò la sua opera, decretando un dubbio rigore agli ospiti, che, un altro olandese, Viljoen trasformò al 70’. La Lazio segnò altre due volte con due rigori di Chinaglia, ma la gara era nettamente sfuggita di mano al direttore di gara che la portò a termine per evitare ulteriori invasioni di campo dei tifosi laziali. Alla fine l’Ipswich Town perse 4-2 ma passò il turno, andando ad affrontare il Twente Enschede, ostico avversario olandese di ben tutto rispetto. E la squadra di Robson superò anche quell’ostacolo, questa volta senza aiuti esterni del direttore di gara. Il doppio confronto al cospetto degli olandesi fece conoscere al calcio inglese direttamente il talento di Frans Thjssen  ed Arnold Muhren che poco più tardi approderanno proprio all’Ipswich. Tuttavia, in quella stagione il cammino dei biancoblu si arrestò in maniera forse un po’ inattesa all’altezza dei quarti di finale di fronte alla Lokomotive Lipsia, la squadra della DDR capace di ribaltare la situazione ai calci di rigore nella gara di ritorno casalinga. Il calcio d’oltrecortina era comunque particolarmente temibile in quegli anni.
Il colpo gobbo di Happel
 L’Ipswich Town ad ogni modo si qualificò per la Coppa UEFA anche per la stagione successiva, ma questa volta fu proprio il Twente a prendersi la rivincita a distanza di un anno. Gli olandesi ebbero ragione con due pareggio e per la regola dei gol doppi segnati lontano da casa. 2-2 finì a Portman Road ed 1-1 ad Enschede. Sugli scudi il nordirlandese Billy Hamilton, autore di due gol. Nel 75/76, invece, l’Ipswich Town registrò un nuovo sussulto internazionale, eliminando al primo turno della Coppa UEFA il Feyenoord, già vincitore in quegli anni di una Coppa dei Campioni e di una Coppa UEFA. La squadra di Robson vinse prima 2-1 in Olanda e poi riportò un altro successo per 2-0 sul terreno amico. Una brutta sorpresa arrivò comunque nel turno successivo al cospetto del forte Bruges di Happel. Non fu sufficiente il successo interno per 3-0 aperto da un gol di Gates, in quanto al ritorno nelle Fiandre i nerazzurri del Belgio capovolsero il punteggio con un eloquente 4-0.
La sindrome Barcellona
 L’Ipswich Town ritornò poi sul palcoscenico europeo nel 1977/78, ancora attraverso la Coppa UEFA e visse la non felice esperienza di uscire fuori dall’Europa per due anni consecutivi per mano del Barcellona, peraltro rinforzato da Cruyff. Comunque Trevor Whymark tornò nuovamente a far parlare dei suoi gol in maniera trionfale, in quanto contro gli svedesi un po’ malconci del Landskrona Bois segnò nuovamente una quaterna, così come era accaduto contro la Lazio, e nello stesso match andò in gol per la prima volta nche Paul Mariner, che Robson aveva fortemente voluto dal Plymouth Argyle.  Dopo aver eliminato anche il Las Palmas, arrivò quindi l’ostacolo del Barcellona. I catalani furono sonoramente sconfitti in Inghilterra per 3-0 (altro gol di Whymark), ma al Camp Nou il Barca di Cruyff rimontò il punteggio parziale e completò la sua rimonta ancora attraverso i rigori ancora una volta fatali ai britannici. Il copione fu più o meno lo stesso nella stagione del 1978/79 con l’Ipswich impegnato però in Coppa delle Coppe, dopo che a Wembley aveva battuto nella finale di FA Cup l’Arsenal, gol di Roger Osborne. L’Ipswich eliminò in successione l’AZ 67 Alkmaar e l’Innsbruck, sfruttando anche i gol dello scozzese John Wark, poi nei quarti ancora l’ostacolo rappresentato dal Barca. A Portman Road vinsero i padroni di casa con doppietta di Eric Gates, ma in Catalogna prevalse ancora il Barca con il gol decisivo di Migueli.
Ipswich Town 1981
1980/81, la grande vittoria in Coppa UEFA
 Breve risultò anche l’esperienza europea della Coppa UEFA del 1979/80 con l’Ipswich uscito di scena precocemente al secondo turno per mano del Grasshoppers e senza subire sconfitte. Fu fatale il pareggio per 1-1 riportato in casa. Nel 1980/81 comunque l’Ipswich Town visse la sua stagione europea più importante con una cavalcata inarrestabile che arrivò fino alla doppia finale, vinta in maniera netta contro i già noti dell’AZ 67 Alkmaar. Robson aveva terminato di costruire una squadra fantastica intorno ai veterani Mick Mills ed Eric Gates, a cui si aggiunse il portiere Cooper, arrivato in prestito nel ’74 dal Birmingham City e mai più andato via e quindi dei talenti prodotti in casa quali Mc Call, Osman, John Wark, Brazil, Beattle ed il gigantesco difensore Terry Butcher. Quindi Mariner era diventato un imprescindibile punto di riferimento, mentre le chiavi del centrocampo passarono in mano ai fenomenali Thijssen e Arnold Muhren. Nel primo turno l’Ipswich town demolì per 5-1 l’Aris Salonicco con ben 4 gol di Wark ed 1 di Mariner. Tuttavia, nella bolgia ellenica al ritorno l’Aris arrivò fino al 3-0, prima che Gates segnasse il provvidenziale e decisivo gol che frenò l’esuberanza dei greci. Al secondo turno risultò decisivo il fattore campo anche contro i ceki del Bohemians Praga di Antonin  Panenka. Ancora due gol di Wark ed uno di Beattle per spegnere la rivelazione praghese, che comunque in casa giunse fino ad un inutile 2-0. Una vera prova di forza arrivò invece al terzo turno contro il Widzew Lodz di Boniek, che fu travolto per 5-0 grazie ai gol di Brazil, Mariner e alla tripletta di John Wark, il solito John Wark. In Polonia gli inglesi persero, ma appena per 1-0. Nei quarti anche il Saint Etienne di Platini fu a sua volta maltrattato, anche più dei polacchi. L’Ipswich Town vinse 4-1 in casa e quindi 3-1 anche in Francia con altri due gol di Wark. La semifinale contro il Colonia invece rispecchiò l’assoluto equilibrio tra le squadre in campo. In Inghilterra i biancoblu vinsero di misura con gol di Wark e si ripeterono anche in Germania con rete decisiva di Terry Butcher. La doppia finale poi confermò effettivamente la forza di quella squadra, capace di vincere ed ipotecare il titolo in casa, dopo un eloquente 3-0, propiziato da Wark, Thijssen e Mariner. Nel ritorno giocato ad Amsterdam gli inglesi smorzarono i fervori di rivincita degli olandesi con i gol di Thijssen  e del solito Wark, che realizzò 14 gol complessivi vincendo anche il titolo di capocantiere del torneo. Era dai tempi di Altafini che un giocatore non segnava così tanto in Europa.
Finidi George e Sereni, gli ultimi fuochi
 Quel grande successo europeo venne in qualche modo vanificato nei due anni successivi, in quanto quella grande squadra che aveva toccato il tetto europeo uscì per due volte al primo turno: nel 1981/82 per mano dell’Aberdeen e nel 1982/83 contro la Roma di Liedholm. Del resto l’Ipswich Town si apprestò ad affrontare una parabola discendente della sua storia ed infatti i tractor boys tornarono a calcare i campi europei soltanto nel 2000/2001, affrontando subito al primo turno la temibile Torpedo Mosca. L’Ipswich Town firmò una sua nuova impresa europea, eliminando i russi. Dopo l’1-1 dell’andata, infatti la formazione inglese la spuntò a Mosca con i gol del nigeriano Finidi George (ex-Ajax) e di Stewart. Quindi l’Ipswich ebbe ragione anche degli svedesi dell’Helsingborgs, prima di cedere di fronte alla forte Inter di Hector Cooper, non prima di aver vinto almeno la gara di andata in casa con gol di Armstrong. protagonisti tra gli altri in quella squadra furono sia Finidi George che il portiere italiano Sereni, che risultarono gli acquisti più onerosi di sempre nella storia del club. La storia europea del club si chiuse momentaneamente nella stagione successiva ancora in Coppa UEFA di fronte al non irresistibile Slovan Liberec, dopo aver eliminato i lussemburghesi dell’Avenir Beggen e il Sartid Smederevo.


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