sabato 2 giugno 2012

Viaggio tra le imbattute in campionato d’Italia e non solo. 2° puntata: Perugia e Milan


Una pubblicazione di Daniele Sborzacchi sul Perugia '79
Fiorentina prima, 45 punti, 16 vittorie, 13 pareggi, 1 sconfitta. La classifica finale della Serie A 1968/69 recita questo e accanto al numero 1 c’è una nota che dice: minor numero di sconfitte in un campionato a girone unico, come Fiorentina 1955/56. I viola hanno dunque eguagliato loro stessi.

In tredici anni il modo di giocare a calcio è, però, cambiato e per le grandi è più facile chiudere un campionato con poche sconfitte dal momento che l’avvento del gioco all’italiana porta molte squadre a badare innanzitutto a non prenderle.


Nel decennio successivo, infatti, il Torino 1976/77 e la Juventus 1977/78 eguagliano le due stagioni record della Fiorentina, prima che il Perugia di Ilario Castagner faccia saltare il banco chiudendo il campionato 1978/79 senza perdere mai. Impresa davvero incredibile per una provinciale che si basa principalmente sul gruppo, ma conta anche sul futuro campione del mondo Salvatore Bagni. L’assenza di sconfitte non corrisponde, però, alla vittoria dello scudetto. I biancorossi, infatti, pareggiano così tanto (alla fine saranno 19 partite su 30) che il Milan di Liedholm li stacca già alla fine del girone di andata e vince il titolo della stella con una certa tranquillità.

Proprio dei rossoneri è appannaggio il capitolo successivo della nostra storia, il più lungo. È passata altra acqua sotto i ponti e l’arrivo della zona ha riportato in auge una filosofia più offensiva. Eppure è il nuovo profeta di questa tattica, Arrigo Sacchi da Fusignano, a sfiorare nel suo primo anno al Milan l’impresa: nel 1987/88 è sconfitto sul campo una sola volta[1] e vince lo scudetto senza perdere mai in trasferta. Quattro anni dopo, nel 1991/92, il suo sostituto Fabio Capello riesce dove il Perugia si era fermato.
Il neoallenatore ha in mano un Milan ancora fortissimo e per di più fuori dalle coppe europee, grazie alla genialata di Galliani che la stagione precedente a Marsiglia ha fatto ritirare la squadra perché la luce dei riflettori era troppo fioca e non metteva in evidenza il suo sorriso.[2] Dopo un inizio stentato, in campionato va tutto a gonfie vele e per la prima volta in serie A imbattibilità e scudetto vanno a braccetto: la classifica alla fine dice 56 punti, 22 vittorie, 12 pareggi, 0 sconfitte, 74 gol fatti, 21 subiti. La sconfitta nella semifinale di ritorno di Coppa Italia, 1-0 in casa della Juventus, non permette ai rossoneri di chiudere l’intera stagione senza sconfitte nelle partite ufficiali, ma poco male: anche il Perugia 1978/79 aveva perso in Coppa Italia, 2-1 a Napoli.

Il Milan rimane imbattuto anche nelle prime 23 giornate della stagione 1992/93, arrivando all’incredibile record di 58 partite consecutive senza esser sconfitto, poi perde con Parma e Juventus in casa, ma rintuzza la rimonta dell’Inter e porta a casa il titolo.
La prima sconfitta esterna della gestione Capello arriva alla 10° giornata dell’annata 1993/94, dopo 38 trasferte utili consecutive. Incidente di percorso perché i rossoneri fanno tris in campionato e vincono anche la Coppa Campioni battendo in finale il Barcellona con quattro gol di scarto, lo stesso giorno in cui Berlusconi per quattro voti ottiene la fiducia al Senato e per la prima volta comincia a lavorare per noi. Al solo ricordo rabbrividiamo.

Anche in Serie A il 1994 è proprio un anno dal non ritorno, visto che a settembre arrivano i tre punti e le squadre devono cambiano il modo di approcciarsi alla partita. Un’altra era che merita un post a parte.

Federico Greco, da calcioromantico.wordpress.com

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