KR Reykiavjk |
di Vincenzo Paliotto
Islanda. Le islandesi che si affacciano al First
Qualifiyng dell’Europa League sono anche in questa stagione nel numero di 3
come da copione. Ma il calcio islandese possibilmente arriva in Europa senza la
scomoda etichetta delle squadre materasso. Non fosse altro perché l’Islanda si
è qualificata miracolosamente alla fase finale di Euro 2016 ed anche perché le
sue squadre di club ogni tanto qualche vittoria europea la portano a casa. Il KR Reykiavjk (2° nell’ultimo
campionato), fondato nel 1899, rappresenta la squadra più antica dell’isola, ma
anche la più blasonata con i suoi 26 titoli nazionali. In verità per il primo
decennio i bianconeri erano gli unici a giocare a calcio sull’isola, prima
della nascita di altri sodalizi e dell’introduzione di un campionato nazionale
nel 1912. Nel 97/98 quelli del KR eliminarono addirittura la Dinamo Bucarest in
Coppa UEFA, ma non fu il loro unico sussulto. Fanno loro compagnia gli altri
capitolini del Valur (ben 20 i suoi
scudetti) e il Breidablik (arrivato
3° in Urvalsdeild), squadra considerata minore nelle gerarchie, ma che in una
occasione europea ebbe il merito di battere ed eliminare lo Sturm Graz. Era la
stagione di Europa League del 2013/2014 e la corsa del Breidablik finì nel
turno successivo contro i kazaki dell’Aktobe, ma solo ai calci di rigore. Il
segreto del Breidablik è il vivaio e dalle parti di Kopavogur infatti sono
stati svezzati tra gli altri Finnbogasson, Gretarsson ed altri campioncini
andati a fare fortuna in ogni angolo d’Europa. Il Valur si è qualificato
vincendo la coppa nazionale per 2-0 proprio contro il KR in un Laugardarsvollur
ripieno di 5,571 spettatori.
HB Torshavn |
Far Oer. Per le isole Far Oer, invece, il primo
nome a risultare iscritto nelle competizione è l’HB Torshavn, il primo club a nascere sull’isola nel 1904 ed il primo
a partecipare a una coppa europea nel 1992, all’apertura delle liste continentali.
Ma la partita di ritorno a Torshavn contro i lettoni del RAF Jelgava non si
sarebbe mai disputata. Semplicemente per il fatto che gli ospiti arrivarono
sull’isola al di là del tempo utile e della tolleranza prevista. Il Vikingur invece è nato soltanto il 4
febbraio del 2008, ma la nascita deriva dalla fusione di due gloriosi club: il
Gi di Gotu e il Leirvik, due villaggi che distano 5km l’uno dall’altro
sull’isola di Esturoy. Ha vinto per la quinta voilta la coppa nazionale
battendo per 3-0 l’NSI Runavik in
finale, dinanzi a 3.367 spettatori. Proprio il Runavik, fondato nel 1957, è
giunto secondo sia in campionato che in coppa nazionale, acquisendo comunque il
diritto della partecipazione europea. Andrà a giocare a Torshavn o al massimo a
Toftir, in quanto il suo stadio arriva a malapena a 2.000 posti.
Aberdeen FC |
Scozia. Scendendo più giù verso la Scozia le
partecipanti all’Europa League anche saranno 3, ma distribuite in maniera
diversa. 2 prenderanno parte al First Qualifiyng Round ed un’altra al Second,
che uscirà fuori tra Rangers Glasgow e Hibernian Edinburgo, che disputano la
finale di Scottish Cup. Buono il pedigree delle altre due squadre comunque,
addirittura l’Aberdeen e gli Hearts of Midlothian. Gli Hearts hanno
vinto nel 2015 il campionato cadetto e quindi hanno raggiunto il 3° posto nella
massima divisione. I dons invece
hanno lottato a lungo nei confronti del Celtic per vincere il titolo, ma non
sono riusciti a scalzare dal trono gli hoops.
L’Aberdeen è tra le squadre più blasonate che partecipano al primo turno,
avendo vinto una Coppa delle Coppe ed una Supercoppa Europea nel 1983. Bellissima
la sua tifoseria, capace di grandi numeri anche nei turni preliminari in
Europa. Gli Hearts mancano dalle coppe dal 2012, quando furono eliminati dal
Liverpool e nel 1989 arrivarono ai quarti di finale di Coppa UEFA, eliminati ma
a fatica dal Bayern Monaco.
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