mercoledì 9 marzo 2016

FK Inter Bratislava, storia e resurrezione


di Fabio Toti (si ringrazia Harvey Michael Rabensblut)

 

di Fabio Toti (si ringrazia Harvey Michael Rabensblut)

 L’FK Inter Bratislava è una nobile decaduta del calcio dell’est. Fondata nel 1940 come SK Apollo, dal nome della  raffineria omonima che anni dopo cambierà il proprio nome in Slovnaft (anche la squadra per un certo periodo farà lo stesso). Si devono proprio a questa compagnia i colori sociali giallo-neri, in quanto colori del marchio. Questa impresa rimarrà lo sponsor ufficiale del club per tanti anni, fino a quando l’azienda non sarà acquistata dal colosso ungherese MOL.

Riguardo al simbolo invece, si tratta dello stemma della città, dove vi sono rappresentate le tre porte delle mura di Bratislava: a sinistra c’e' porta San Lorenzo (Laurinska), quella al centro e' quella di San Michele (Michalska) e quella di destra invece si chiama Porta di Weidritz o Vydrica (dal nome del quartiere situato sotto il castello). A livello sportivo il team si distinse subito come una delle squadre più forti dell’allora campionato cecoslovacco, arrivando per ben tre volte in finale nella coppa nazionale (sempre battuti da altre compagini praghesi, due volte dallo Sparta ed una dal Dukla) e riuscendo addirittura ad imporsi in campionato nella stagione 58-59, (Come Červená Hviezda, ovvero Stella Rossa). Tra il 1962 e il 1993 il club ha disputato ben 29 stagioni su 31, nella massima serie, piazzandosi al posto d’onore in un paio di occasioni negli anni ’70 e vincendo la Coppa Slovacca nelle stagioni 1983-84, 1987-88 e 1989-90. Può sembrar strano, ma tale coppa esisteva anche prima della divisione politica delle due nazioni, avvenuta solo nel ’92, infatti la finale della coppa nazionale della Cecoslovacchia, veniva di fatto disputata dalla squadra vincente della coppa Ceca e da quella che si era imposta in quella Slovacca.

 Nel corso di questi anni un certo numero di giocatori dell'Inter ha rappresentato la Cecoslovacchia in nazionale; come non ricordare Jozef Barmoš, Ladislav Jurkemik, e Ladislav Petrášche che fecero parte della selezione diventata campione d’Europa nel 1976. Tra i più grandi successi del club in Europa, c’è il trionfo in Mitropa cup nel 68-69 (saranno fermati solo in finale invece l’anno successivo) e i successi nella defunta coppa Piano Karl Rappan, (poi rinominata Intertoto, quando venne inclusa nelle competizioni ufficiali dell’UEFA). Dopo l’indipendenza della Slovacchia nel luglio ’92, l’Inter ha continuato a mietere successi, riuscendo a vincere il campionato slovacco per ben due volte, nel 2000 e nel 2001, mettendo a segno in entrambe le occasioni, il “double”, coppa più campionato. Nel 2009 la squadra si è piazzata al primo posto nella serie cadetta e avrebbe dovuto far ritorno in massima serie, ma gravi problemi finanziari costrinsero il proprietario Ľubomír Chrenko a vendere la licenza a l’FK Senica. I giocatori della prima squadra confluirono nell’altro club, ma circa 250 atleti tra ragazzi e bambini rimasero senza squadra, così i fan interisti chiesero ed ottennero dalla nuova società, di poter rifondare il club per non lasciarli senza un team. Il settore giovanile rimase di proprietà del Inter Bratislava Civic Association, nata appunto per tale scopo grazie ai tifosi. Nel 2010 ha ripreso il nome FK INTER BRATISLAVA e si è iscritta in V.Liga, (Sesto livello del calcio slovacco) dando inizio ad una lenta, ma inesorabile risalita. Nella stagione 2013/2014 ha vinto il campionato regionale (Majstrovstvá regiónu), con 5 punti di distacco sulla seconda ed è stata promossa in Division C, Liga Bratislava (Terzo livello del calcio slovacco). Il futuro sembra un po’ più roseo per l’Inter dopo che a inizio 2016 è iniziata una collaborazione con l’FK Stupava (che milita in liga 3) e soprattutto con i campioni nazionali in carica della Fortuna Liga (la seria A slovacca) AS Trenčín, infatti il presidente di quest’ultima, l’ex calciatore olandese Tschen La Ling, ha dichiarato di voler aiutare la storica squadra di Bratislava a riprendersi il posto che le compete nella prima serie nazionale.

Lo stadio storico dei giallo neri era il Pasiensky, sin dal 1967, con una capacità di oltre 13,000 spettatori (dal 2009 al 2012 ha ospitato la nazionale), ma l’Inter ha dovuto prima dividere, malvolentieri, con i rivali dello Slovan nel 2009 e in seguito lasciarlo a loro in favore del piccolissimo Stadio di via Drieňová. (Lo Slovan viene così accusato di aver “rubato” lo stadio ai legittimi proprietari). Dopo quattro stagioni, la prima squadra ha ottenuto di spostarsi al ŠKP Inter Dúbravka Stadium, che ha una capacità di 10.200 spettatori. Nella stagione corrente a causa di problemi poco chiari, la squadra è tornata nel precedente piccolo stadio.

L’Inter Bratislava è una “polisportiva” presente in vari sport, tra i quali basket e volley, ma per la legislatura slovacca, i club di calcio devono essere sempre separati dai club degli altri sport, quindi sono da considerarsi società ben distinte, almeno dal punto di vista finanziario.

I tifosi dell’Inter Bratislava hanno una forte antipatia per i concittadini dello Slovan e nei confronti dello Spartak Trnava. La rivalità tra Slovan e l'Inter ha una storia lunga e ricca: entrambe le squadre hanno giocato nella massima serie del campionato cecoslovacco ed entrambe hanno vinto una coppa europea nella stagione 1968-69: lo Slovan vinse la Coppa delle Coppe, l'Inter vinse la Mitropa Cup. Esiste invece una specie di solidarietà nei confronti del Tatran Prešov e dell’altra concittadina, anch’essa decaduta, Petralska. Ad onor del vero, con questi ultimi per un certo periodo non è corso buon sangue, infatti a fine anni 80, le due società si fusero per dar origine al nuovo TJ Internacionál Slovnaft ZŤS Bratislava, ma ’Inter, viene spesso accusata dai “soci” di aver sfruttato questa unione solo per tornare in massima serie, infatti nel 1990 le strade delle due squadre si sono nuovamente divise.

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