venerdì 31 luglio 2015

EuropaLeague2016: Il tonfo della Sampdoria


di Vincenzo Paliotto
Un brusco risveglio ha accompagnato il calcio italiano nel suo ritorno nelle competizioni europee. La Sampdoria, portacolori del calcio italiano in Europa League che ha beneficiato di un posto nel terzo turno preliminare in quanto ai cugini del Genoa mancava la licenza UEFA, è stata sonoramente battuta sul neutro di Torino dal sorprendente Vojvodina. Il 4-0 rimediato tra le mura amiche lascia poche chance per Novi Sad. Zenga e Ferrero sono stati duramente contestati. Ma anche a qualche altra blasonata non è andato tutto per il verso giusto. Gli inglesi del West Ham United sono stati rimontati tra le mura amiche dall’Astra Giurgiu. Un’autorete di Ogbonna ha siglato il definitivo 2-2. Successi rassicuranti, invece, per l’Athletic Bilbao, il Borussia Dortmund, il Bordeaux, il Saint Etienne ed il Southampton, che ritornava in Europa dopo molti anni.

Gol italiano. Qualche italiano si è fatto, però, rispettare in Europa League, a cominciare dall’infallibile Graziano Pellè, che ha aperto le marcature nel rotondo successo per 3-0 del suo Southampton ai danni del Vitesse. Pellè è al suo terzo gol in assoluto nelle coppe europee, dopo una marcatura realizzata con la maglia dell’AZ Alkmaar e l’altra con il Feyenoord. Il Southampton cerca un risultato europeo di prestigio, dopo i tanti tonfi nella sua storia. Nel settembre del 2003 andò a casa per mano della Steaua Bucarest ed al massimo negli Anni Settanta è arrivato al terzo turno in Coppa delle Coppe.  E ad aprire le marcature in un altro match molto delicato è stato anche Napoleoni con il suo Atromitos, vittoria per 3-1 a Stoccolma in casa dell’AIK. L’attaccante romano di 27 anni ha confermato il suo ottimo momento con il club ateniese di Peristeri. Napoleoni è con loro dal 2013, dopo la militanza in Polonia nel Widzew Lodz e nel Lavadiakos. Fu nel 2009 il primo italiano a debuttare nella Ekstraklasa polacca.

Gravi incidenti. Gravi incidenti sono scoppiati al Qemal Stafa di Tirana, dove il Kukesi ospitava il Legia Varsavia. I sostenitori polacchi sono stati attaccati dagli ultras capitolini dei Tirona Fanatics, che seguono le vicende dell’FK Tirana, l’ex-17 Nentori.  Dopo gli scontri prima e durante il match, poi gli ultras dello stesso Kukesi hanno colpito alla testa Duda del Legia ed il match è stato sospeso sul risultato di 2-1 per i polacchi.

In bilico. Molti i risultati ancora in bilico in vista dei retour-match. Ci sarà molto da scoprire e da sperare ancora per l’Aberdeen, il PAOK Salonicco, il Trabzonspor, il Goteborg, lo Standar Liegi e lo Zeljeznicar e l’Omonia.

venerdì 24 luglio 2015

Il Tigres ed il Clàsico Regiomontano

 
Geronimo Barbadillo
I messicani del Tigres costituiscono la vera sorpresa della Copa Libertadores edizione 2015. L'undici di Monterrey, infatti, sfiderà nella doppia finale il River Plate, dopo aver eliminato a sorpresa l'Internacional di Porto Alegre, grazie anche ad un gol del francese Gignac. Leggiamo un po' del Tigres dalle pagine del volume Clàsicos di Vincenzo Paliotto, edito da Urbone Publishing nel 2013. In particolare lo stralcio racconto del Clàsico Regiomontano contro i cugini del Monterrey.


Nello stato di Nuevo Leòn a Monterrey si disputa un’altra stracittadina dal notevole contenuto agonistico, anche se balzata agli onori della cronaca con notevole ritardo rispetto alle altre sfide. Infatti, il Clàsico Regiomontano tra il Monterrey ed il Tigres si gioca a partire soltanto dal 1974, quando i due club si affrontarono in un pirotecnico pareggio per 3-3. Il Monterrey è stato fondato nel 1945 ed è anche noto come Los Rayados, dalle bande a strisce biancoblu del proprio logo sociale e delle divise di gioco. Ha vinto per 4 volte il titolo messicano, 1 Copa Mexico ed ha trionfato 2 volte nella Coppa dei Campioni della Concacaf ed una volta nella Coppa delle Coppe della stessa confederazione. Ha vinto la massima competizione continentale nel 2011 e nel 2012, superando in finale gli americani del Real Salt Lake ed i connazionali del Santos Laguna con in panchina Victor Manuel Vucetich. In Copa Libertadores dal suo canto non è mai andato troppo lontano. Gioca le proprie gare interne nel Teconològico, impianto da 32.000 posti e aperto nel ’50. Ha ospitato anche le partite di Mexico 86. I biancoblu possono vantare una tifoseria numerosa e molto calda, che si riconosce soprattutto nel gruppo della Adicciòn. Nel 1991 si presentarono in 14.000 all’Estadio Azul di Città del Messico per una partita di campionato contro il Cruz Azul.

 
Il Tigres (nome con cui è principalmente conosciuta la UANL Universidad Autonoma de Nuevo Leòn) è invece stato fondato nel 1960 nell’ateneo dell’Universidad Autonoma di Nuevo Leòn ed un giornalista del quotidiano El Norte gli affibbiò il soprannome di Tigres per il colore a strisce giallo e blu della casacca di gioco. La tifoseria del Tigres è dislocata in parte a Monterrey ed in parte nella zona a nord-ovest della regione. Il Tigres è stato 3 volte campione nazionale ed ha vinto anche 2 volte la Copa Mexico, senza riportare però risultati importanti a livello internazionale. In Copa Libertadores è giunto nei quarti nel 2005, eliminato dal Sao Paulo. Gioca le gare interne all’Universitario, impianto da 30.000 posti aperto nel 1967 che anche ha ospitato alcune gare di Mexico 86. Il Tigres è approdato per la prima volta in massima divisione nel 74/75, dando di conseguenza vita alla rivalità con quelli del Monterrey.

 Il Clàsico Regiomontano si è disputato fino ad ora ben 95 volte, con l’incredibile score di 33 successi a testa e 28 pareggi. Il Monterrey vinse il primo derby sul finire del ’74 per 2-1, proprio sul terreno nemico dell’Universitario con reti di Acuna e Jimenez, a cui rispose il solo Alberto Rodriguez. Il Tigres salì, invece, in cattedra sul finire degli Anni Settanta. Il 6 ed il 16 giugno del ’79 i gialloblu ospitarono per due volte il Monterrey che si affrontavano per la prima volta nel quadro dei play-off. Il Tigres vinse il primo dei derby con gol di Mantegazza, mentre impattò per 1-1 il secondo. Vantaggio dei rayados con Raul Isiordia e pareggio del peruviano Geronimo Barbadillo. Il più grande a detta dei suoi tifosi che abbia mai vestito la maglia del Tigres. I gialloblu, infatti, ne hanno ritirato per sempre la sua maglia, quella numero 7, insieme alla numero 12 che appartiene alla tifoseria. Barbadillo arrivò a Monterrey nel ’76 dal Defensor Lima e rimase un idolo dell’Estadio Universitario per ben 5 lunghe stagioni, in cui giocò 188 partite con 61 reti e collezionando le vittorie di due titoli ed una Copa Mexico. Nell’estate dell’82 se ne andò all’Avellino e divenne un idolo anche in Irpinia. Nel 2003 le due squadre si ritrovarono per la prima volta nella semifinale per il titolo nazionale, ma la qualificazione risultò ad appannaggio del Tigres. Con 27 presenze Jesus Arellano è il giocatore del Monterrey ed in assoluto che ha giocato per più volte questo derby. Lo segue di una lunghezza “El jefe” Tomas Boy del Tigres. Mentre con 11 reti Marcio de Souza Mota “Bahia”, brasiliano del Tigres, è il maggior marcatore. Luìs “El Matador” Hernandez, invece, giocatore che raccolse grandi fortune con la maglia della nazionale, ha segnato nel clàsico con le casacche di entrambi i club di Monterrey, imitato più tardi dall’uruguagio Abreu e dall’argentino Gastòn Fernandez. Aldo De Nigris, invece, è stato il primo calciatore nativo di Monterrey che ha segnato per entrambi i club e probabilmente allo stesso tempo rimasto inviso da tutte e due le tifoserie. Carlos Miloc, tecnico uruguaiano-messicano del Tigres, detiene il primato di essere rimasto imbattuto per 13 derby consecutivi seduto sulla panchina dei gialloblu in periodi e campionati differenti.

 Il Tigres inoltre disputa il Clàsico Universitario contro l’UNAM di Città del Messico, in quanto entrambi i club sono stati fondati nelle più importanti università del paese. Con la maglia del Tigres nella stagione del 1995/96 si disimpegnò anche il talentuso italiano Pietro Maiellaro, che con i gialloblu vinse la Copa Mexico.

EuropaLeague2016, verso il 3° turno di qualificazione


di Vincenzo Paliotto
Il quasi miracolo del Birkirkara. Non era mai capitato che una compagine maltese facesse tremare così seriamente una squadra inglese. Nei libri di storia del calcio pareva assurdo addirittura neanche pensare un simile evento. Invece, il sogno dei giallorossi del Birkirkara allenato da Giovanni Tedesco è durato oltre due ore. Dopo la sconfitta di misura di Londra, i maltesi, grazie ad una prodezza dell’italiano Miccoli, hanno pareggiato i conti con gli hammers del West Ham United. Poi il sogno è svanito mestamente ai rigori, ma l’impresa quasi colta rimane allo stesso modo clamorosa. Tuttavia, dal Mediterraneo arrivano altri risultati che invece fanno riflettere sulla crescita globale del calcio cipriota. Infatti, hanno guadagnato la qualificazione sia l’Apollon Limassol che l’Omonia Nicosia. Questi ultimi hanno realizzato il risultato più difficile, eliminando i polacchi dello Jagiellonia Byalistock, grazie ad un gol dell’irlandese Sheridan, ex dell’Apoel Nicosia tra l’altro. Il match è stato anche teso tra le due tifoserie.

 L’Europa dell’est. Diverse formazioni dell’est europeo hanno guadagnato consensi in vista della fase a gironi. Su tutti i kazaki del Kairat Almaty, ma a seguire anche i bielorussi della dinamo Minsk che vinsero anche uno storico titolo dell’URSS negli Anni Ottanta, ma anche i bosniaci dello Zeljeznicar, gli slovacchi sia dello Spartak Trnava che dello Slovan Bratislava che dello Zilina, gli albanesi del Kukesi che hanno capovolto il risultato in casa dei montenegrini del Mladost Podgorica, gli azeri del Gabala e dell’Inter Baku, i serbi della Vojvodina, i croati dell’Hajduk Spalato, i soliti polacchi del Legia Varsavia, i rumeni dell’Astra Giurgiu. Nell’Europa dell’est più lontana ci potrebbero essere molte sorprese.   

Rimonta Aberdeen. L’arbitro italiano Marco Guida ha assistito al Pittodrie Stadium alla rimonta dell’Aberdeen sui croati del Rijeka. Dopo la vittoria per 3-0 ottenuta dai dons a Fiume, i croati hanno rimontato di ben due gol fino al definitivo pareggio dei padroni di casa tra la bolgia del loro caloroso pubblico. Il PAOK Salonicco invece ha stradominato contro la Lokomotiva Zagabria, vincendo per 6-0, mentre per 9-2 ha vinto il Debrecen ai danni dello Skonto Riga.

 Il terzo turno mette comunque in campo altri nomi importanti: il Borussia Dortmund, l’Athletic Bilbao, il Southampton, Bordeaux, St. Etienne e Standard Liegi tra le altre. La Sampdoria (che ha preso il posto del Genoa qualificatosi sul campo) sarà la prima italiana a scendere in campo, affrontando la Vojvodina, che fu la squadra di Boskov e Mihajlovic   

Updated third qualifying round draw
FC Zürich (SUI) v FC Dinamo Minsk (BLR)
FC Kairat Almaty (KAZ) v Aberdeen FC (SCO)
MŠK Žilina (SVK) v FC Vorksla Poltava (UKR)
AZ Alkmaar (NED) v İstanbul Başakşehir (TUR)

FC Girondins de Bordeaux (FRA) v AEK Larnaca FC (CYP)
PAOK FC (GRE) v FC Spartak Trnava (SVK)
UC Sampdoria (ITA) v FK Vojvodina (SRB)
FC Slovan Liberec (CZE) v Hapoel Kiryat Shmona FC (ISR)
Athletic Club (ESP) v İnter Bakı PİK (AZE)
ASA Târgu Mureş (ROU) v AS Saint-Étienne (FRA)
FK Kukësi (ALB) v Legia Warszawa (POL)
Qäbälä FK (AZE) v Apollon Limassol FC (CYP)
FK Rabotnicki (MKD) v Trabzonspor AŞ (TUR)
Debreceni VSC (HUN) v Rosenborg BK (NOR)
R. Charleroi SC (BEL) v FC Zorya Luhansk (UKR)
Wolfsberger AC (AUT) v Borussia Dortmund (GER)
Brøndby IF (DEN) v AC Omonia (CYP)
FK Jablonec (CZE) v FC København (DEN)
SK Sturm Graz (AUT) v FC Rubin Kazan (RUS)
AIK Solna (SWE) v Atromitos FC (GRE)
SCR Altach (AUT) v Vitória SC (POR)
FC Thun (SUI) v FC Vaduz (LIE)
IF Elfsborg (SWE) v Odds BK (NOR)
R. Standard de Liège (BEL) v FK Željezničar (BIH)
HNK Hajduk Split (CRO) v Strømsgodset IF (NOR)
CF Os Belenenses (POR) v IFK Göteborg (SWE)
Southampton FC (ENG) v Vitesse (NED)
West Ham United FC (ENG) v FC Astra Giurgiu (ROU)
FC Krasnodar (RUS) v ŠK Slovan Bratislava (SVK)

martedì 21 luglio 2015

Ribelli, Sociali e Romantici!


di Vincenzo Paliotto

 Nicolò Rondinelli, novarese laureato in Consulenza Pedagogica, è l’autore di uno dei libri rivelazione della nostra letteratura sportiva. Per l’editore emergente leccese Bepress ha, infatti, esordito con il suo primo libro in assoluto Ribelli, Sociali e Romantici, interamente dedicato all’esperienza calcistica e non del FC Sankt Pauli, squadra tedesca con sede ad Amburgo, diventato un vero e proprio modello di ispirazione per il calcio fatto dalla gente in tutto il Vecchio Continente.

 Quello di Rondinelli è un volume effettivamente intensissimo. Oltre 350 pagine per analizzare in ogni sua angolazione e sfaccettatura l’esperienza sanktpauliana, che effettivamente mette le sue radici storiche molti decenni più indietro. Fondato nel 1910, il Sankt Pauli è poi diventata una squadra kult tra gli Anni Settanta ed Ottanta, strappando anche molti tifosi ai concittadini dell’Amburgo, ma soprattutto guadagnandosi tante simpatie nel resto della Germania e dell’Europa, con diversi club di simpatizzanti e tifosi dislocati anche in altri paesi. Del resto, la stessa convivenza con i cugini amburghesi non è mai stata così facile. L’Amburgo, infatti, nato nel 1887, è una delle prime squadre ad essere nate in Germania e l’unica tra l’altro ad aver giocato la Bundesliga dal 1964 ad oggi, cioè da quando la stessa Bundesliga esiste. Oltretutto lo stesso Amburgo nel 1983 ha anche vinto una storica Coppa dei Campioni contro la Juventus. Ma tutto questo non è bastato ovviamente per scoraggiare l’esistenza e l’affermazione del Sankt Pauli, sebbene questa squadra abbia giocato rispetto al blasone dei cugini soltanto 8 volte la Bundesliga.

 D’altra parte il St. Pauli non è soltanto una squadra di calcio in rappresentanza di un quartiere di Amburgo, la città anseatica con un porto commerciale importantissimo, ma è un modo autentico di intendere il calcio ed allo stesso tempo uno stile di vita. Fondato sull’associazionismo popolare, il calcio del Sankt Pauli vive di una grande autenticità, tanto originale ed importante da diventare un modello di esportazione terribilmente difficile da imitare. Il libro scende nei particolari della storia del quartiere e della sua stessa squadra.

 Rondinelli, ad ogni modo, vive il suo volume intensissimo come un’esperienza diretta, che parte dalla nascita della stessa città amburghese, analizzando poi aspetti vari ed imprescindibili. La nascita dello stesso club del Sankt Pauli e del suo stadio e dei vari sviluppi dalla stessa squadra vissuta. Del resto, è estremamente marcato lo spirito di sinistra del club con il suo antirazzismo e soprattutto con il suo spirito di resistenza, che ne fanno un club unico e con numerosi tentativi di imitazione.

 Il libro conta precisamente 362 pagine, tutte intense e minuziosamente curate, anche nei riferimenti bibliografici. La ricerca iconografica e di notizie in merito da parte di Rondinelli è vastissima. Di enorme gusto e di grande importanza anche le citazioni all’inizio di ogni capitolo, estrapolate da opere di Eduardo Galeano, Luìs Sepùlveda e Nick Hormby. Ribelli, Sociali e Romantici è un libro per il calcio che resiste.

sabato 11 luglio 2015

EuropaLeague2016: verso il secondo turno

Spas Delev
di Vincenzo Paliotto

Capocannonieri. Dopo sue incontri il trono dei capocannonieri della prima fase dell’Europa League è condiviso da due calciatori. Il bulgaro Spas Delev del Beroe Stara Zagora ha violato 4 volte la porta dei lituani dell’Atlantis. Ex del CSKA, con cui in un campionato realizzò 16 reti, non ha poi reso nelle esperienze all’estero con i turchi del Mersin e gli spagnoli del Las Palmas Grande protagonista è stato a sua volta anche il croato dello Zilina, squadra slovacca, Matej Jelic, pure autore di quattro reti nel doppio confronto sui nordirlandesi del Glentoran Belfast. Ex tra le altre della Lokomotiva Zagabria, sta esplodendo proprio nel campionato slovacco. Meglio di tutti ha però fatto il polacco dello Jagiellonia Byalistock, che in 28 minuti ha rifilato una tripletta ai lituani del Krouja.

L’italiano. L’italiano Fabrizio Miccoli ha guidato alla vittoria i maltesi del Birkirkara contro i lituani dell’Ulisses, espugnando il terreno degli ospiti per 3-1. I maltesi, allenati dall’italiano Giovanni tedesco, affronteranno nel secondo turno il West Ham United. Non sono mancate in generale le outsider. I gallesi del Newton hanno eliminato i maltesi del Valletta, mentre il Differdange, grazie ad un gol a tempo scaduto di Er Rafik, ha eliminato gli altri gallesi del Bala Town. I dublinesi dell’UCD hanno eliminato i lussemburghesi del Dudelange e sono l’unica squadra di seconda divisione ancora in corsa nella competizione. Affronteranno tra non pochi patemi lo Slovan Bratislava.

Tra le eliminate di lusso figura senza dubbio la Stella Rossa Belgrado, ma anche l’Aberdeen ha passato il turno ai danni dei macedoni dello Shkendija, beneficiando di due pareggi.  Il Ferencvaros, invece, ha stravinto contro il Go Ahead Eagles Deventer, ma i suoi tifosi sono rimasti all’esterno dello stadio per protestare ancora contro la tessera del tifoso imposta dal governo di Viktor Orban. Attesa nel secondo turno per la sfida contro i bosniaci dello Zeljeznicar.

 Tra le sfide del secondo turno spiccano: Rijeka-Aberdeen, Slask Wroclaw-Goteborg, Beroe Stara Zagora-Brondby e Koper-Hajduk Spalato, quasi un derby.

venerdì 10 luglio 2015

SPORTIVO DELL'ANNO, 128 atleti si sfidano su Facebook


SPORTIVO DELL'ANNO, 128 atleti internazionali si sfidano su Facebook

 

 

Parte la prima edizione dello Sportivo dell'Anno, il torneo tra i migliori sportivi, italiani e non, ancora in attività.

 

Sportivo dell’anno è un’app di Facebook che mette in sfida ben 128 atleti di diverse categorie, tra cui Messi, Ronaldo, Valentino Rossi, e Roger Federer. A decidere il vincitore finale dello Sportivo dell’Anno, edizione 2015, saranno direttamente i loro tifosi.

 

Il gioco è già su Facebook e tutte le informazioni per partecipare sono disponibili alla pagina istituzionale dell'iniziativa  http://www.superscommesse.it/iniziative/sportivo-dell-anno.html

 

Il torneo è del tutto innovativo perché per la prima volta i fan saranno i veri protagonisti: stabiliranno loro infatti chi vincerà i match votando i profili degli sportivi.

 

Giocare è divertente e gratuito. Dopo aver visitato l'app su Facebook, i fan potranno votare assegnando direttamente la loro preferenza allo sportivo scelto. L'atleta che otterrà il punteggio più alto passerà al turno successivo, l'altro abbandonerà la gara.

 

Il torneo è suddiviso in 7 giornate di gioco, dai sessantaquattresimi alla finalissima.

 

 

Chi sarà lo sportivo del 2015? Vota  cliccando qui

 

 

 

 

Emanuele Fabiani | Ufficio Stampa e Community Manager | Superscommesse.it

 

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giovedì 9 luglio 2015

Due a zero. Lo Steaua è campione d'Europa


di Vincenzo Paliotto

 Marco Bagozzi, che con molta frequenza riusciamo a leggere con piacere sulle pagine de L’Opinione Pubblica, è autore di libri di letteratura sportiva dall’indubbio gusto dell’approfondimento e soprattutto dell’inedito. Dopo il libro Con lo spirito Chollima, dedicato alla storia del calcio nordcoreano e che ha destato molta curiosità tra gli addetti ai lavori, e quindi un altro volume ancora sulla sport di Pyongyang  e della Mongolia con vincere con Gengis Khan, Bagozzi ha dato alle stampe per Urbone Publishing nel settembre del 2014 un libro sull’epopea della Steaua Bucarest in Coppa dei Campioni del 1986 dal titolo Due a zero. 1986: la Steaua Bucarest è Campione d’Europa. Quella vinta dal club rumeno con grande sorpresa in finale ai danni del Barcellona ai calci di rigore.

 Bagozzi è un profondo conoscitore della storia del calcio, ma soprattutto degli eventi storici ed in questo volume riesce ad intersecare perfettamente la storia della Steaua con le vicende politiche rumene. Anche perché i Ceausescu, dittatori del paese e che gestivano anche le sorti agonistiche della formazione bucarestina, con la storia del calcio nazionale c’entrano parecchio. L’autore ci introduce in questo spaccato storico molto interessante, rievoca i nomi e le imprese di quegli straordinari protagonisti, vivendo poi partita per partita quella stagione nella massima competizione nazionale fino alla finale di Siviglia e al grande smacco portato ai danni del Barca. Tra i protagonisti ovviamente i riflettori sono puntati sul grande eroe Helmut Ducadam, il portiere che neutralizza tutti i calci di rigore dei catalani, ma che qualche mese dopo scompare misteriosamente dal panorama calcistico rumeno.

 Tuttavia, quella di Ducadam non è la sola storia ad effetto di questo volume di 70 pagine (al prezzo di 7,50 euro), ma assolutamente ben fatto. Il capitano Tudorel Stoica subiva la maggiori ripercussioni da parte della Securitate, la polizia politica che serviva le sorti degli eterni rivali della Dinamo Bucarest. Il padre di Stoica che abita a Galati e che aveva l’unica colpa di alzare un po’ il gomito, veniva sistematicamente incarcerato prima di ogni Marele Derby, cioè il derby tra Steaua e Dinamo. Quindi, si passa a raccontare anche della prestigiosa vittoria in supercoppa Europea ai danni della Dynamo Kiev, propiziata da un gol di Georghe Hagi, che la Steaua prelevò dallo Sportul Studentesc. La Juventus lo cercò per dare in cambio una fabbrica della FIAT a Bucarest, ma non fu sufficiente. I Ceausescu lo vollero a tutti costi alla steaua, ma forse anche questa è un’altra storia.

 Il libro, ad ogni modo, si avvale della preziosa prefazione di Federico Buffa, un maestro nel raccontare le storie di calcio. Un prefazione di prestigio che Bagozzi ed il libro meritano.

martedì 7 luglio 2015

La città del football


di Vincenzo Paliotto

Non c’è al momento classifica di merito per quanto riguarda la letteratura sportiva che questo libro non abbia scalato. La città del football- Viaggio nella Londra del calcio è il vero libro rivelazione di questi ultimi mesi. Pubblicato nel settembre del 2014 da Urbone Publishing e a firma di Gianni J Galleri il libro è un vero e proprio viaggio non soltanto calcistico nella Londra del football, la culla del calcio mondiale. L’autore con uno stile semplice ed impeccabile è, del resto, bravissimo nella sua escursione londinese a districarsi tra una marea di aneddoti e storie curiose di ogni tipo che ci fanno vivere la Londra del calcio con un retrogusto inedito.

 Del resto Gianni J Galleri è totalmente addentrato nel calcio inglese attraverso le pagine del suo blog London Football, da cui ovviamente l’idea del libro partorisce. Un viaggio trasversale, che lascia spazio al blasone e al clima vincente di Chelsea, Arsenal, e Tottenham Hotspur in particolare, ma che poi al momento opportuno scende nei dettagli di un calcio marginalmente noto, ma non per questo meno affascinante. Il Sutton United specializzato a vincere il Torneo Anglo-Italiano, la storia del Wimbledon, il terreno sintetico del Queen’s Park Rangers, club per il quale si paventava un’improponibile fusione con il Fulham, il fascino del West Ham United ed il suo violento ed intramontabile derby con il Millwall, il Leyton Orient, il Brentford, ma più di tutte le vicende incredibili di Hendon, Enfield, Daghenam & Redbridge, Thurrock, Corinthian and Casual, Carshalton Athletic, Bromley, , Barnet e Wingate and Finchley.

 La città del football, d’altra parte, è un libro totalmente vissuto, in quanto totalmente vissuto nella realtà pagina per pagina dall’autore, che riesce a raccontare di ogni squadra e di ogni stadio con una dovizia di particolari inedita e frutto esclusivamente della sua esperienza personale. Se vi piace il calcio inglese non potete farne a meno di leggerlo, ma non solo questo è un volume di grande interesse per chi è legato al mondo calcio, un mondo del calcio possibilmente meno moderno e molto più vicino al sapore della tradizione e all’attaccamento alla maglia. In 138 pagine ed al prezzo di 12,00 euro, la guida reale e senza fronzoli alla Londra calcistica.

lunedì 6 luglio 2015

I pionieri del pallone


di Vincenzo Paliotto
Sarebbe scontato definirlo come “un libro da non perdere” nella biblioteca degli sportivi ed in particolar modo degli appassionati di calcio. Ma il volume dal titolo affascinante e di indubbio richiamo storico I pionieri del pallone rappresenta senza dubbio qualcosa di affascinante e di irrinunciabile per chi ama il calcio. Come sottolineano gli autori: “Questo non è antico, è l’essenza del calcio!”, in quanto il libro ripropone i profili tra una miriade di aneddoti e storie delle squadre che hanno segnato la nascita del calcio nei vari paesi. Una ricerca non circoscritta soltanto al Vecchio Continente, ma praticamente a sfondo planetario. Ed in questo lavoro si riscoprono le origini del gioco del calcio che per tanti rimane ancora inderogabilmente il più bello del mondo.

 Gli autori si chiamano Stefano Balzaretti, Maurizio Siviero e Alfredo D’Alessandro, mentre Riccardo Zanini si è occupato della parte grafica, una grafica diremmo determinante, ad ogni modo, per la bellezza del volume stesso. Il loro viaggio di ricerca storica ed iconografica parte inevitabilmente dal Regno Unito, con le vicende dello Sheffield FC, la prima squadra di calcio al mondo, ma non solo. Hallam FC, Cray Wanderers, Notts County sono le prime tra le tappe inglesi, ma poi si viaggia con altrettanta precisione e ricchezza di aneddoti in Gran Bretagna. Tanti i nomi blasonati, come quelli del First Vienna, Besiktas, Amburgo, Monaco 1860, il nostro Genoa. Tuttavia, il viaggio nella storia si fa ancora più affascinante negli altri angoli del mondo, con i brasiliani del Flamengo, gli uruguagi del Penarol Montevideo, i paraguaiani del Club Olimpia Asunciòn, fino agli egiziani dell’Al Alhy e agli indiani del Mohun Bagan.

 Non hanno mancato proprio niente nel loro dettagliato racconto gli autori, soffermandosi sulle vicende storiche delle squadre, ma in ogni caso scendendo sempre nei particolari di natura sociale, politica e religiosa. I vari profili delle squadre si arricchiscono, quindi, di immagini e fotografie imprescindibili, che rendono l’intero volume ancora più godibile. Non direi di tralasciare proprio nulla delle oltre 200 pagine in carta patinata del volume, in quanto ogni storia raccontata è di indubbio interesse storico. Il fascino sembra soprattutto legato alle squadre inglese, ma vi stupirete e rileggere le origini del calcio in ogni angolo del mondo. Indovinato anche il prezzo del volume di 15,00 euro, considerata l’ottima qualità della carta e la ricchezza di immagini. Un lavoro di ricerca e di settore che definiremmo senza dubbio riuscito.

Combinado Cilè-Perù

di Vincenzo Lacerenza (www.calciofuorimoda.blogspot.com)
Con il trattato di Lima del 1929, sottoscritto anche grazie all’alacre opera di mediazione degli Stati Uniti d’America, si estinguono gli ultimi strascichi della Guerra del Pacifico: al Perù viene riconsegnata la provincia di Tacna, mentre il Cile, che nel 1904 aveva firmato i trattati di pace con la Bolivia, sottraendole, di fatto, l’unico sbocco sul Pacifico, si vede confermata la patria podestà sulla provincia di Arica.
Ma già un anno prima del trattato di Lima, come spesso accade, è lo sport, in questo caso il calcio, ad anticipare firme e strette di mano. A favorire la normalizzazione dei rapporti tra i due paesi, al calor bianco durante gli anni della lotta per i giacimenti di salnitro, ci pensa il viaggio in Perù del Santiago FC: i calciatori cileni, i primi a varcare le frontiere peruviane, si presentano a Lima con tanto di omaggio floreale e con il vessillo peruviano che campeggia in bella mostra sulle divise. Iniziativa replicata, un mese più tardi, dai peruviani: tocca all’Atletico Chalaco ricambiare la cortesia, porgendo il proprio ramoscello d’ulivo al Colo Colo. Fu proprio in occasione di queste gare, organizzate per incoraggiare il ritorno ad una normalità delle relazioni, che a Walter Sanhueza, l’allora numero uno del Cacique, si accende la lampadina: in accordo con un faccendiere peruviano di estrazione irlandese, tale Jack Gubbins, avrebbero allestito un “combinado”, una formazione mista, composta da atleti peruviani e cileni, da inviare in tourneè nel Vecchio Continente.
Ingolositi dai potenziali proventi della tourneè, i due, assemblarono in fretta e furia la squadra, senza badare ad alchimiche distribuzioni delle quote di rappresentanza: il collettivo, da subito ribattezzato “Combinando del Pacifico”, poteva contare su diciassette elementi, di cui quattro cileni: si trattava dei colocolini Montero, Luco, vero fiore all’occhiello della spedizione, Schneberger e Subiabre, il capocannoniere cileno alla rassegna iridata del 1930. Imbarcatosi a bordo dell’Alkmaar il 25 Agosto del ’33, mentre i Cile era in pieno corso di svolgimento il primo torneo nazionale della storia del paese, il “Combinando del Pacifico”, salpò alla volta dell’Europa dal porto peruviano di Callao. Nell’interminabile traversata oceanica, non mancarono momenti difficili: a seminare il panico tra i passeggeri fu sopratutto il caso di Luis de Souza Ferreyra, colpito da un appendicite nel bel mezzo dell’Atlantico, come abbiamo potuto apprendere dal diaro di Roberto Luco, idolo del Colo Colo che, al rientro della tourneè, si sarebbe accasato al Boca Juniors: attanagliato dai dolori lancinanti, data l’assenza di personale medico a bordo, Ferreyra avrebbe dovuto stringere i denti fino allo sbarco. Assistito dalla moglie di Gubbins, Ferreyra tiene duro e sopravvive: in Inghilterra lo operano d’urgenza, salvandogli prodigiosamente la vita. Ma non la tourneè: messo fuori causa dall’appendicite, Luis è costretto ad abbandonare ogni velleità calcistica.

Se l’esperienza di Ferreyra si può già dirsi conclusa, quella dei suoi compagni è appena iniziata: si parte dal Regno Unito, si prosegue in Germania, dove, a Berlino, la selezione viene ricevuta da Adolf Hitler in persona, con il Fuhrer che, s’improvvisa operatore di mercato e cerca, senza esito, di far leva sulle radici germaniche di Schneberger per convincerlo a giocare nell’Herta Berlino, quindi ci si sposta in Costa Azzurra, prima di fare tappa in Spagna. E’ un tour massacrante: poco confortevoli spostamenti in treno, gare ravvicinate e addirittura incontri simultanei. Il teatro dell’assurdo lo si sfiora nel paese iberico, quando a Gubbins sovviene la felice idea di fissare due gare per lo stesso giorno: una col Real Madrid e l’altra con il Barcellona. Non essendo i calciatori dotati del dono dell’ubiquità, il combinado del Pacifico viene frazionato: uno affronterà i catalani e l’altro, innervato anche da due francesi ed un austriaco, sfiderà le Merengues. Entrambe le gare avranno essiti catastrofici: una formazione soccomberà 4-1 con i blaugrana, mentre l’altra farà addirittura peggio, venendo annichilta con un roboante 10-1 dalla Casablanca, che verrà accolto con sdegno in Sudamerica. Con un bilancio in perfetto equilibrio – tredici vittorie, tredici pari e tredici sconfitte (tenendo conto anche di alcune gare disputate in Sudamerica) – il 18 Febbraio del 1934, per il combinado scocca l’ora del rientro: il giocattolo di Gubbins tocca terra a Callao il 7 di Marzo. E’ un rientro trionfale: tra ali di folla festanti, alcuni cronisti raccolgono le dichiarazioni della delegazione cilena, tanto telegrafiche quanto significative: “Hemo sido bien tratados por los peruanos”, dicono prima di fare rientro a Santiago. Quella volta, dopo anni di gelo e di occhiate in cagnesco, Cile e Perù furono una cosa sola. Un fatto storico-sportivo indimenticabile, di enorme potenza significativa, destinato però a rimanere un unicum. Già un anno più tardi, le due nazionali tornano a rivaleggiare più agguerrite che mai: ad offrire l’occasione è il Campeonato Sudamericano del ’35.
Inserite nel girone conclusivo, in compagnia delle super favorite Uruguay ed Argentina, il 26 Gennaio, all’Estadio Nacional di Lima, è in programma il primo, storico, Clasico del Pacifico, disputato nell’ambito del torneo continentale. Per restare in corsa, per quanto possibile, è vietato sbagliare: il Cile è uscito con le ossa rotte dal match inaugurale con l’Argentina, mentre, il Perù, padrone di casa, si è arreso alla rete dell’uruguaiano Castro. Come degli evergreen, sugli spalti, riecheggiano le diatribe sulla chalaca e la chilena, i campanilismi sulla cueca e quelli sul pisco: “sono tutte cose che abbiamo inventato noi” dicono i peruviani, “è roba nostra, poche storie”, rispondono piccati i cileni.
A mettere daccordo tutti, in attesa del prossimo duello, ci pensa, dopo appena cinque giri di lancette, Alberto Montellanos, “el Hombre Culebra”, goleador dell’Alianza Lima che, in un’ epoca come quella, dove il pallone da solo non consentiva di vivere, alternava le brachette di tela alla tuta blu: il totem aliancista, noto per aver trafitto “el Divino” Zamora, durante una tourneè del Deportivo Espanol nella municipalità limena, sbarcava il lunario svolgendo la mansione di operaio presso una fabbrica tessile di La Victoria.
Nonostante il successo, però, la ciurma al soldo di Telmo Carbajo – “el Abuellito”, bandiera dell’Atletico Chalaco, da lui portato al trionfo nazionale nel 1930 – nulla potrà al cospetto dei colossi rioplatensi: con l’affermazione della Celeste sulla Seleccion, propiziata dai talenti Castro e Ciocca, la manifestazione [1] prese, per la settima volta, la via di Montevideo.

venerdì 3 luglio 2015

EuropaLeague2016: scende in campo il turno preliminare


di Vincenzo Paliotto
Goleade. Il Brondby ne ha rifilati ben 9 agli sprovveduti sammarinesi dello Juvenes/Dogana, una sfida in fin dei conti nei termini improponibile mentre è finita in goleada anche la trasferta dello Slovan Bratislava a Gibilterra . Poi ci sono stati altri risultati che hanno coinvolto le squadre materasso. Ma il dato più estasiante proviene dal Boleyn Ground di Londra. Non per il fatto che il West Ham United abbia vinto per 3-0 sugli andorrani del Lusitanos in un pronostico, ma per i ben 34.966 paganti. Cifre al momento improponibili in Italia e per giunta al 2 luglio. Sakho con una doppietta e Tomkins hanno firmato la vittoria degli hammers.

Il crollo della Stella Rossa. La sconfitta più clamorosa è venuta dal Marakanà di Belgrado con la Stella Rossa battuta a domicilio dai kazaki del Kairat Almaty, in gol con l’ivoriano Gohu e Kunatayev. I serbi sono stati penalizzati dall’espulsione dopo appena tre minuti di Pavlicevic, che ha ovviamente segnato le sorti dell’incontro. L’Aberdeen dal suo canto non è andato oltre l’1-1 in macedonia contro lo Shkendija, pur essendo passato in vantaggio per primo con McGinn, ma gli scozzesi hanno palesato le loro difficoltà. E’ andata meglio all’Hajduk Spalato che ha pareggiato per 1-1 in Estonia ed al Ferencvaros con lo stesso punteggio in casa degli olandesi  a Deventer contro il Go Ahead Eagles.

Male gli italiani. Non c’erano italiane in campo, ma italiani si ed è andata male sia a Damiano Tommasi che a Fabrizio Miccoli. Il primo (Presidente anche dell’Associazione Italiana Calciatori) è tornato in campo a 41 anni con i sanmarinesi de La Fiorita, battuti però sonoramente dal Vaduz, la migliore squadra del Liechtenstein. Ha giocato, invece, poco Miccoli nelle file dei maltesi del Birkirkara, incapace di battere in casa i lituani dell’Ulisses.

I più antichi. Il Newton, compagine gallese fondata nel 1875, è la squadra con la data di nascita più antica ai nastri di partenza della competizione ed ha battuto per 2-1 il Valletta tra le mura amiche. Spera ovviamente in una clamorosa qualificazione.