di Vincenzo Paliotto
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La Fiorentina 68/69 |
I
giornali sovietici non risparmiarono titolini sui loro quotidinai per
l’occasione. “La Fiorentina è la squadra
migliore mai vista in URSS”. I viola gigliati avevano, infatti, compiuto
una grande impresa a Kiev contro i campioni nazionali della Dynamo nel secondo
turno della Coppa dei Campioni. La squadra di Pesaola, dopo aver eliminato
all’esordio gli svedesi dell’Osters Vaxjo, erano chiamati ad affrontare questa
squadra ucraina imbottita di nazionali dell’URSS e di cui giustamente si
nutriva un grande timore riverenziale. Ma un gol di Chiarugi e l’altro di
Maraschi, intervallati dal momentaneo pareggio di Serebriannikov, spianarono la
strada ad una Fiorentina autarchica e brillante, con in rosa un solo straniero:
il brasiliano Amarildo. La Fiorentina vinse dinanzi ai quasi 85.000 spettatori
che gremivano l’impianto di Kiev. L’impresa dei gigliati venne completata nella
gara di ritorno a Firenze, in cui impattando a reti inviolate la Fiorentina
guadagnò il passaggio ai quarti di finale. I viola poi caddero nei quarti per
mano del fortissimo Celtic.
Del resto, le imprese della Fiorentina non
erano casuali in Europa. La squadra toscana fu la prima italiana a dire
qualcosa di importante nelle manifestazioni internazionali. Finalista in Coppa
dei Campioni nel 1958, prima italiana a raggiungere questo traguardo, perse
soltanto perché dovette affrontare il grande Real Madrid al Chamartin nell’atto
decisivo, mentre nel 1961 si aggiudicò la Coppa delle Coppe a spese dei Rangers
Glasgow, diventando la prima italiana a vincere una coppa europea.
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Fiorentina 89/90 |
Tuttavia, quel viaggio a Kiev non rimase
isolato nella storia del club fiorentino, in quanto la compagine viola sarebbe
ritornata in un’altra occasione molto importante all’altezza del terzo turno della
Coppa UEFA edizione 1989/90. La Fiorentina del compianto Bruno Giorgi, pur in
difficoltà evidenti in campionato, aveva invece eliminato in coppa l’Atletico
Madrid di Futre ai rigori, il Sochaux e quindi incrociava le non tenere
ambizioni della Dynamo. Gli ucraini nell’occasione erano guidati dal mitico
Valery Lobanovskj, che aveva idealizzato un calcio da laboratorio proprio in
questo angolo dell’Unione Sovietica. Molti della Dynamo anche questa volta
erano approdati in nazionale ed avevano impressionato a Mexico 86 e volevano
farlo anche a Italia 90, dopo essere giunti secodni alla Coppa Europa del 1988.
Portavano nomi importanti come Mikhailichenko, Protassov, Litovchenko,
Bessonov, Kuztentsov, Bal e Chanov. Ma anche questaa volta la Viola compì
l’impresa. A Perugia (si giocava in campo neutro per i lavori di
ristrutturazione al Franchi in vista di Italia 90), gli bastò un rigore di
Roberto Baggio per aver ragione dello scomdo avversario, mentre ai viola riuscì
di ritornare imbattuti anche questa volta dall’immensità dello stadio di Kiev.
La Fiorentina avanzò, sfatando il pronostico e diventando l’incubo della Dynamo
Kiev.
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