martedì 24 marzo 2015

EuropaLeague2015: Fiorentina, nuovo ritorno a Kiev


di Vincenzo Paliotto

 
La Fiorentina 68/69
I giornali sovietici non risparmiarono titolini sui loro quotidinai per l’occasione. “La Fiorentina è la squadra migliore mai vista in URSS”. I viola gigliati avevano, infatti, compiuto una grande impresa a Kiev contro i campioni nazionali della Dynamo nel secondo turno della Coppa dei Campioni. La squadra di Pesaola, dopo aver eliminato all’esordio gli svedesi dell’Osters Vaxjo, erano chiamati ad affrontare questa squadra ucraina imbottita di nazionali dell’URSS e di cui giustamente si nutriva un grande timore riverenziale. Ma un gol di Chiarugi e l’altro di Maraschi, intervallati dal momentaneo pareggio di Serebriannikov, spianarono la strada ad una Fiorentina autarchica e brillante, con in rosa un solo straniero: il brasiliano Amarildo. La Fiorentina vinse dinanzi ai quasi 85.000 spettatori che gremivano l’impianto di Kiev. L’impresa dei gigliati venne completata nella gara di ritorno a Firenze, in cui impattando a reti inviolate la Fiorentina guadagnò il passaggio ai quarti di finale. I viola poi caddero nei quarti per mano del fortissimo Celtic.

 Del resto, le imprese della Fiorentina non erano casuali in Europa. La squadra toscana fu la prima italiana a dire qualcosa di importante nelle manifestazioni internazionali. Finalista in Coppa dei Campioni nel 1958, prima italiana a raggiungere questo traguardo, perse soltanto perché dovette affrontare il grande Real Madrid al Chamartin nell’atto decisivo, mentre nel 1961 si aggiudicò la Coppa delle Coppe a spese dei Rangers Glasgow, diventando la prima italiana a vincere una coppa europea.

Fiorentina 89/90
 Tuttavia, quel viaggio a Kiev non rimase isolato nella storia del club fiorentino, in quanto la compagine viola sarebbe ritornata in un’altra occasione molto importante all’altezza del terzo turno della Coppa UEFA edizione 1989/90. La Fiorentina del compianto Bruno Giorgi, pur in difficoltà evidenti in campionato, aveva invece eliminato in coppa l’Atletico Madrid di Futre ai rigori, il Sochaux e quindi incrociava le non tenere ambizioni della Dynamo. Gli ucraini nell’occasione erano guidati dal mitico Valery Lobanovskj, che aveva idealizzato un calcio da laboratorio proprio in questo angolo dell’Unione Sovietica. Molti della Dynamo anche questa volta erano approdati in nazionale ed avevano impressionato a Mexico 86 e volevano farlo anche a Italia 90, dopo essere giunti secodni alla Coppa Europa del 1988. Portavano nomi importanti come Mikhailichenko, Protassov, Litovchenko, Bessonov, Kuztentsov, Bal e Chanov. Ma anche questaa volta la Viola compì l’impresa. A Perugia (si giocava in campo neutro per i lavori di ristrutturazione al Franchi in vista di Italia 90), gli bastò un rigore di Roberto Baggio per aver ragione dello scomdo avversario, mentre ai viola riuscì di ritornare imbattuti anche questa volta dall’immensità dello stadio di Kiev. La Fiorentina avanzò, sfatando il pronostico e diventando l’incubo della Dynamo Kiev.

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