mercoledì 4 marzo 2015

Esterophilia: Deportivo Calì-Millonarios

Deportivo Calì-Millonarios (Calì, 21/05/1950, Prima Divisione colombiana)
Deportivo Calì: Sanchez, Morales, Rodriguez, Garcia, Giudice, Castro, Cervino, Sastre, Valeriano, Walter, Valarino. All: Carlos Peucelle

Millonarios: Cozzi, Pini, Zuluaga, Aves, Rossi, Soria, Mosquera, Pedernera, Di Stefano, Higis, Aguilera. All:  Adolfo Pedernera

Reti: Valeriano Lopez 12', 35', 78', Cervino 22', Aguilera 44', Walter 66', 85'.

Arbitro: Diego De Leo

Appena un anno dopo l'introduzione del professionismo avvenuta nel 1948, un' altra rivoluzione della governance calcistica scosse il movimento colombiano: la DIMAYOR, l'ente preposto all'organizzazione di eventi calcistici, aveva optato per la scissione dalla Adefutbol, la federazione calcistica colombiana, affrancandosi, così facendo, anche dalla FIFA stessa. La scomunica, ricevuta dal massimo organismo calcistico mondiale, porterà benefici sia in termini di spettacolo che di finanze al movimento cafeteros. Non essendo più affiliata alla FIFA, la Colombia, sarà, per un quinquennio, un vero e proprio eden calcistico: tetti salariali abbattuti, emolumenti non regolamentati e possibilità, per i presidenti colombiani, di ricoprire d'oro le stelle delle proprie squadre.
Proprio i lauti ingaggi e le faraoniche condizioni contrattuali vigenti in Colombia, attrarranno nel paese alcuni tra i talenti più luccicanti del panorama sudamericano. Tratta privilegiata sarà quella con l'Argentina:  ad agevolare  l'esodo su questa rotta ci penserà poi uno sciopero, svoltosi in concomitanza degli avvenimenti colombiani, indetto dai calciatori argentini in seguito alle schermaglie verbali volate tra l'AFA, la leggendaria federazione calcistica argentina e Juan Domingo Peron, all'epoca presidente della repubblica albiceleste. Fu cosi che molti dei talenti in forza alle più blasonate compagini argentine, River Plate in primis, decisero di emigrare in Colombia. 

Grazie alla disponibilità economica del presidente Alfonso Senior e alle virtù affabulatorie di Carlos Aldabe, calciatore argentino stanziatosi al Campin già da un paio d'anni, furono i Millonarios ad accalappiarsi il maggior numero di stelle: nel giugno del 49' sbarca a Bogotà Adolfo Pedernera, seguito due mesi dopo da Alfredo di Stefano e Nestor Rossi, tutti e tre provenienti dal River Plate. Pieno di traversie e stratagemmi invece il traferimento il traferimento di Julio Cozzi, estremo difensore agile ed armonioso nello stile: per eludere il divieto anti-diaspora varato da Peron, "Gardel che affronta i palloni", cosi come era soprannominato da stampa e tifosi a motivo della sua eleganza, fissa le nozze a Montevideo, in Uruguay; poi, una volta esauritasi la cerimonia nunziale, vola indisturbato nella capitale colombiana. Sono i primi anni di El Dorado, in Colombia tutto sommato si vive bene e le prospettive di facili guadagni allettano un po' tutti. Ed è per queste ragioni che qualcuno, pur di mettere le grinfie su una montagna di pesos, si accolla uno stressante viaggio transcontinetale: è il caso di Mario Heriberto "El Atomico" Boyè, che dopo una sola stagione lascia il Genoa, fiutando la possibilità di ottimizzare i propri guadagni oltreoceano.
La gloria non si farà attendere: a fine anno i Millonarios festeggiano il primo titolo della propria storia, conquistato in virtù di una migliore differenza reti nei confronti del Deportivo Calì. Tutti si aspettano lo stesso identico duello l'anno successivo. Ma tra la squadra di Di Stefano e quella di un altro grande goleador dell'epoca, Valeriano Lopez Mendiola, si inserisce un terzo incomodo: il Deportes Caldas, capace di beffare a sorpresa le due più autorevoli litiganti. Nonostante ciò, il Clasico Anejo (cosi come è stata ribattezzata la rivalità tra Ambajadores e Azucareros, evidenziando le radici storiche della sfida) di quell'anno, non mancherà di stupire, passando alla storia per le abnormi dimensioni del punteggio finale: coinciderà infatti con la più umiliante sconfitta della "M" nel classico "antico".
Il 21 Maggio 1950, tra le mura amiche dell'Estadio Departamental, che sarebbe stato in seguito intitolato a Pascal Guerrero, poeta e fautore dell'opera, Los Verdiblancos impartiranno una severa lezione agli omologhi capitolini.  El Tanque de Casma, al secolo Valeriano Lopez Mendiola,  implacabile centravanti d'area dalle galattiche medie realizzative (1.04), paragonabili soltanto a quelle di due mostri sacri del calcio sudamericano come Bernabè Ferreyra e Arthur Friedenreich, aprirà le danze, permettendo ai padroni di casa di portarsi in vantaggio. Il peruviano, considerato da molti come il più forte colpitore di testa di sempre, si ripeterà altre due volte, infilando Cozzi al 35' e al 78'. Nel mezzo spazio alle segnature di Camillo Rodolfo Cervino, attaccante dalle fattezze gentili con alle spalle gloriosi trascorsi all'Independiente e che in futuro indosserà anche la casacca degli acerrimi rivali dell'America, e di Aguilera Alcides, che proverà ad alleggerire il passivo siglando la rete della consolazione per gli uomini di Pedernera, allenatore-giocatore dei capitolini.
Gli ex assi del River Plate, Di Stefano, "El Divino" Pedernera e Nestor Rossi, resteranno a bocca asciutta anche nella ripresa, quando assisteranno impotenti al crollo della squadra. Los Verdiblancos  non si faranno scrupoli e approfitteranno della resa incondizionata del Millos per dare al risultato proporzioni bibliche: ci sarà gloria anche per Fernado Walter, autore di una doppietta. Finirà con sei reti sul groppone per i campioni in carica: un risultato pesantissimo che tutt'oggi rappresenta il nadir capitolino nel Clasico Anejo. Nonostante il rovinoso scivolone di Calì, Los Albizules riusciranno a sopravanzare in classifica il Deportivo Calì, anche se entrambe verrano beffate dal sorprendente Deportes Caldas, sodalizio antenato dell'odierno Once Caldas. E se i tre punti non serviranno a Los Azucareros per operare il sorpasso in classifica ai danni dei capitolini, neanche la tripletta realizzata da Veleriano Lopez Mendiola, permetterà a quest'ultimo di rimanere imperituramente al vertice della graduatoria riservata ai cannonieri di questo clasico: El Tanque de Casma verrà superato nelle epoche successive da Alberto de Jesus "El Tigre" Benitez, calciatore verdiblancos che tra il '75 e l'82 impallinerà i portieri della "M" in ben sedici occasioni.

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