di Vincenzo Paliotto (I giorni del Grifone, rubrica dedicata al club più antico d'Italia)
I
ritorni nel calcio non sempre ripagano con le stesse emozioni e con gli stessi
rendimenti originari. Tuttavia, il rientro del Principe Diego Milito a Genova dopo oltre tre anni rappresentò uno
di quei momenti effettivamente emozionanti nella storia del Genoa. L’attaccante
argentino, infatti, era approdato per la prima volta in rossoblu nel gennaio
del 2004, con il club genovese che lo aveva prelevato dal Racing Avellaneda,
una delle più prestigiose compagini argentine, storicamente detta Academica per la bellezza del suo gioco.
Il Genoa ristagnava nel torneo cadetto, ma in un anno e mezzo Milito andò in
gol ben 34 volte e l’approdo nel massimo campionato sfumò soltanto per la
presunta combine che vide coinvolti i genoani nella famigerata partita contro
il Venezia. Con la retrocessione in Serie C1 del Grifone, Milito fu ceduto alla
Real Saragozza nella Liga spagnola, con l’attaccante di Bernal che andò in gol
complessivamente in tre anni per ben 63 volte. Il ritorno del Genoa in Serie A
costituì l’occasione giusta per riportare Milito in Italia.
Dopo aver saltato la sfida dell’esordio al
Cibali contro il Catania, partita in cui peraltro il Genoa uscì battuto di
misura, Diego Milito debuttò ufficialmente in quella stagione ed in Serie A il
14 settembre del 2008 nell’infuocata sfida casalinga al cospetto del Milan.
Gasperini schierò agli ordini di Rocchi
di Firenze: Rubinho, Biava, Ferrari, Criscito, Mesto, Milanetto, Juric,
Modesto, Sculli, Gasbarroni, Milito. Il Milan dal suo canto replicò con:
Abbiati, Zambrotta, Bonera, Maldini, Favalli, Flamini, Pirlo, Ambrosini, Kakà,
Ronaldinho, Shevchenko. Cioè quella rossonera non una squadra qualunque. Il
Milan, però, trovò enormi difficioltà di fronte alla spigliatezza della squadra
di Gasperini, che infatti passò in vantaggio alla mezz’ora con uno dei soliti
guizzi di Beppe Sculli, attaccante ormai già entrato nel cuore dei genoani.
Oltretutto la difesa rossonera trovò enormi difficoltà per arginare la fantasia
di Andrea Gasbarroni in un’autentica giornata di gloria. Il fantasista si
rivelò imprendibile per i milanesi. Peccato che la sua carriera fu spesso
interrotta da abitudini come dire extracalcistiche. Ad ogni modo, il sigillo ad
una giornata indimenticabile non poteva non metterlo Milito, il giocatore più
atteso dell’incontro. Diego proprio a ridosso del 90’ in piena area di rigore
eluse con un colpo di tacco la guardia di Maldini, che lo sgambettò nettamente.
Rocchi indicò il dischetto senza attenuanti e Milito trafisse Abbiati tra il
tripudio del pubblico rossoblu. Fu quella la prima di tante prodezze di Milito,
che realizzò ben 24 gol nel corso di quel campionato, di cui ben 4 alla
Sampdoria. Preziosi lo vendette poi a peso d’oro all’Inter insieme a Thiago
Motta, non prima però che il Principe avesse scritto anche lui qualche gloriosa
pagina della storia del Genoa.
Caro Vincenzo,
RispondiEliminada un Diego all'altro: con un Perotti così si può veramente sognare !
Ciao e complimenti per la rubrica,
Chicco