sabato 20 dicembre 2014

Amarcord di Torino-Genoa, gol di Fortunato


Andrea Fortunato
di Vincenzo Paliotto (I giorni del Grifone, rubrica dedicata al club più antico d’Italia)

 Aveva bisogno di almeno un punto il Genoa in quell’assolato pomeriggio di aprile in casa dei cugini del Torino. La squadra affidata al fido Claudio Maselli arrancava nei bassifondi della graduatoria, galleggiando giusto insieme al Brescia, all’Udinese e ninetemeno che alla Fiorentina di Batistuta. Il Torino dal suo canto avrebbe avuto maggiori fortune in Coppa Italia, vincendola, dopo una grande lotta con la Roma. Maselli, reduce dalla preziosa vittoria interna ai danni dell’Udinese (gol di Branco) e che aveva rilevato in panchina con successo Gigi Maifredi, schierò così il Grifone: Spagnulo, Torrente, Andrea Fortunato, Panucci, Collovati, Branco, Ruotolo, Bortolazzi, Padovano, Skurhavy e Cavallo. Dall’altra parte Mondonico rispondeva con: Marchegiani, Cois, Sergio, Daniele Fortunato, Annoni, Fusi, Mussi, Venturin, Aguilera, Scifo e Poggi.

 
Faceva senza dubbio un certo effetto vedere dall’altra parte della barricata il Pato Aguilera con la maglia granata, ma il calcio era ed è anche questo: una questione di ex. Dopo qualche tentativo in velocità di Padovano di squassare la difesa dei locali, fu Spagnulo a metterci qualche pezza. Ma la svolta del match arrivò nella ripresa. Al 59’ il lungagnone Silenzi si trasformò nelle vesti di suggeritore, pennellando un ottimo assist per la testa di Scifo, che insaccò sul filo del fuorigioco. Un gol insomma anonimo nella dinamica creata dai suoi protagonisti. Il Genoa ebbe però una reazione fulminea e tre minuti più tardi, al 63’, impattò. L’azione nacque sull’asse Panucci-Andrea Fortunato, con potente conclusione mancina di quest’ultimo. Marchegiani venne trafitto ed il Genoa avrebbe portato a casa un ottimo punto. Anzi l’olandese John Van’t Schip, ex dell’Ajax, proprio nel finale sfiorò anche il gol della vittoria.

 Un punto fin troppo prezioso, grazie anche al quale i genoani avrebbero evitato la retrocessione (nell’anno del suo Centenario peraltro), che invece colpì la Fiorentina, pur dotata di un ottimo organico. Andrea Fortunato, classe ’71 di Salerno, fu eroe di quel match e non solo. Segnò anche nell’ultima partita contro il Milan ed a fine campionato venne ceduto alla Juventus, dopo 33 presenze e 3 gol con il Grifone. Arrivò anche alla Nazionale. Morì a causa di un male incurabile qualche anno più tardi, lasciando una profonda amarezza nel mondo del calcio.  

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