Andrea Fortunato |
di Vincenzo
Paliotto (I giorni del Grifone,
rubrica dedicata al club più antico d’Italia)
Aveva bisogno di almeno un punto il Genoa in
quell’assolato pomeriggio di aprile in casa dei cugini del Torino. La squadra
affidata al fido Claudio Maselli arrancava nei bassifondi della graduatoria,
galleggiando giusto insieme al Brescia, all’Udinese e ninetemeno che alla
Fiorentina di Batistuta. Il Torino dal suo canto avrebbe avuto maggiori fortune
in Coppa Italia, vincendola, dopo una grande lotta con la Roma. Maselli, reduce
dalla preziosa vittoria interna ai danni dell’Udinese (gol di Branco) e che aveva
rilevato in panchina con successo Gigi Maifredi, schierò così il Grifone:
Spagnulo, Torrente, Andrea Fortunato, Panucci, Collovati, Branco, Ruotolo,
Bortolazzi, Padovano, Skurhavy e Cavallo. Dall’altra parte Mondonico rispondeva
con: Marchegiani, Cois, Sergio, Daniele Fortunato, Annoni, Fusi, Mussi,
Venturin, Aguilera, Scifo e Poggi.
Faceva senza dubbio un certo effetto vedere
dall’altra parte della barricata il Pato Aguilera con la maglia granata, ma il
calcio era ed è anche questo: una questione di ex. Dopo qualche tentativo in
velocità di Padovano di squassare la difesa dei locali, fu Spagnulo a metterci
qualche pezza. Ma la svolta del match arrivò nella ripresa. Al 59’ il
lungagnone Silenzi si trasformò nelle vesti di suggeritore, pennellando un ottimo
assist per la testa di Scifo, che insaccò sul filo del fuorigioco. Un gol
insomma anonimo nella dinamica creata dai suoi protagonisti. Il Genoa ebbe però
una reazione fulminea e tre minuti più tardi, al 63’, impattò. L’azione nacque
sull’asse Panucci-Andrea Fortunato, con potente conclusione mancina di quest’ultimo.
Marchegiani venne trafitto ed il Genoa avrebbe portato a casa un ottimo punto. Anzi
l’olandese John Van’t Schip, ex dell’Ajax, proprio nel finale sfiorò anche il
gol della vittoria.
Un
punto fin troppo prezioso, grazie anche al quale i genoani avrebbero evitato la
retrocessione (nell’anno del suo Centenario peraltro), che invece colpì la
Fiorentina, pur dotata di un ottimo organico. Andrea Fortunato, classe ’71 di
Salerno, fu eroe di quel match e non solo. Segnò anche nell’ultima partita
contro il Milan ed a fine campionato venne ceduto alla Juventus, dopo 33
presenze e 3 gol con il Grifone. Arrivò anche alla Nazionale. Morì a causa di
un male incurabile qualche anno più tardi, lasciando una profonda amarezza nel
mondo del calcio.
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