Nel calcio meraviglioso e tecnicamente godibile degli Anni Ottanta poteva anche accadere che una nobile provinciale del calibro dell'Hellas Verona vincesse il titolo di Campione d'Italia. Il calcio italiano riusciva forse ancora per poco a sfuggire a certe logiche di potere e al servilismo della geopolitica, anche se il "potere" vero e proprio in un certo qual modo predominava anche in quegli anni, ma senza farsene accorgere troppo. Ma i miracoli esistevano e qualche volta accadevano anche nella vita terrena ed uno come Osvaldo Bagnoli, non a caso conosciuto come il Mago della Bovisa, portò gli scaligeri dalla Serie B al Tricolore nel giro di pochi anni. Bagnoli ottenne la promozione dalla cadetteria nel 1982, quindi, dopo due finali di Coppa Italia perse contro Juventus e Roma, ed una partecipazione alla Coppa UEFA, riuscì a primeggiare in Serie A nel 1985.
Un titolo raggiunto grazie alla grande compattezza della squadra veronese, arroccatasi intorno ai veterani del club quali Garella, Tricella, Di Gennaro, Volpati, Fanna e Sacchetti e che poi riscoprì l'altetismo e la caparbietà di due nuovi stranieri, Elkjaer e Brigel, praticamente inarrestabili.
La certezza matematicadel titolo arriva il 12 maggio del 1985 a Bergamo contro l'Atalanta. I bergamaschi, però, non fanno nessuno sconto. Al Verona basta un punto, ma i nerazzurri passano al 41' con Perico con un bellissimo colpo di testa su cross di Donadoni, scatenando così qualche scontro tra tifosi sugli spalti. Al 51' pareggia proprio il danese Elkjaer, uno dei migliori stranieri arrivati in Italia negli Anni Ottanta.
Sarò impopolare ma amavo quel Verona.....
RispondiEliminaNon direi che sei impopolare. In più di un'occasione il Verona ed i veronesi sono risultati antipatici, ma in questo caso la storia gli ha dato ragione. Bagnoli aveva due grandi stranieri (Elkjaer e Briegel) ed un grande portiere, Garella, che vinse mezzo Scudetto da solo.
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