venerdì 20 giugno 2014

FIFAWorldCup2014: il Mondiale latinoamericano


 Non prendiamoci in giro! In barba alle ideologie e alle convinzioni sul calcio globale i Mondiali di calcio dovrebbero essere disputati sempre e comunque in un paese in cui il gioco del football è di primaria e religiosa importanza. La FIFA si è prodotta in un autogol clamoroso, tenendo lontana la Coppa del Mondo dall’America Latina per così tanti anni. In Brasile anche le partite per certi versi più insignificanti stanno diventando uno spettacolo godibile, così come forse da troppo tempo non lo era la Coppa del Mondo. Sarà forse anche perché il Brasile è il vero paìs do futebol in senso ineguagliabile. Effetto che invece non si è riprodotto quando la rassegna iridata è stata proposta nell’improponibile versione statunitense o in Sud Africa, con tutto il rispetto per il messaggio universale di pace di Nelson Mandela. Ma il calcio vero è un’altra cosa ed ha bisogno pur sempre delle sue tradizioni e del pubblico. Certo che sta facendo discutere da mesi la tensione sociale interna che il Brasile fatica a mascherare al resto del mondo e che non riesce neppure a tenere a bada in certe circostanze. Il Terzo ed il Quarto Mondo hanno bisogno di considerazione, ma non soltanto nell’ambito del contentino calcistico, proiettando nelle sfere alte del calcio un arbitro proveniente da una federazione sconosciuta o poco più. Non basterà a Blatter e compari portare la Coppa del Mondo nel deserto del Qatar o altrove per presentare il calcio come un fenomeno globale.

 Ad ogni modo, le compagini latinoamericane stanno facendo un’ottima figura, forse come da tempo non capitava ad un Mondiale. E dopo aver celebrato il Messico ed il Costa Rica, in attesa del riscatto dell’Ecuador, ottengono risultati rilevanti il Cile, la Colombia e l’Uruguay, al di là ovviamente di Brasile ed Argentina, le maggiori accreditate a vincere il titolo. La Colombia sta facendo bene anche senza il suo maggior talento Falcao, mentre il Cile vuol rinverdire fasti antichi e rincorrendo uno dei risultati più prestigiosi della sua storia. Nel 1962, nei Mondiali giocati a domicilio, il Cile di Sanchez, Rojas e Toro ed allenato da Fernando Riera giunse al 3° posto, fermato solo dal Brasile e da Garrincha, ed arrivato lontano a furor di popolo e al gioco duro dei suoi interpreti. Il Cile, dopo Brasile, Argentina ed Uruguay, è tra le latinoamericane che vanta uno dei piazzamenti più prestigiosi nella storia, il 3° posto appunto, ma non ha mai vinto la Copa America. Una fattore strano o quasi.

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