venerdì 7 marzo 2014

La Top11 del Portogallo di sempre


di Antonio Vespasiano (giornalista di Calcio2000)

Gli albori del gioco del calcio non hanno certo visto il Portogallo tra le Nazionali protagoniste,  non solo a causa di un limitato bacino d’utenza, ma anche per via del livello economico piuttosto scadente e della decentrata posizione geografica del Paese, che non ha mai facilitato frequenti interscambi con le restanti realtà europee. Negli ultimi decenni, però, si è assistito ad una costante crescita del movimento calcistico, soprattutto a livello giovanile, dove ben può affermarsi che i portoghesi sono una delle potenze mondiali. Oggi come oggi, pur se la “Gereção de Ouro” dei vari Figo, Rui Costa, Fernando Couto è ormai esaurita, il trend resta sempre positivo, con picchi di stupefacente magnificenza visto il terrificante talento di Cristiano Ronaldo. CR7 è l’uomo nuovo a cui il Portogallo intero s’aggrappa nella speranza di rinverdire i fasti degli anni ’60. Se solo si potesse porre rimedio all’assenza cronica di un centravanti di razza.

 

Fatta eccezione per la sfilza di successi delle rappresentative giovanili, tra cui due Campionati del Mondo Under-20 (1989, 1991), la bacheca portoghese non registra alcun trofeo. La Selecção infatti è sempre arrivata ad un passo dal conquistare un meritato alloro, senza però riuscire a centrare alcun successo. Fu così nel ’66, quando i lusitani, alla loro prima apparizione in un Mondiale, sfiorarono la finalissima, battuti solo dall’Inghilterra, chiudendo poi al terzo posto e passando così alla storia come “Os Magriços”. Delusione questa che fa il pari con quella Europea del 2004, quando il connubio tra vecchi leoni (Figo, Rui Costa) e giovani leve (Deco, Ronaldo) non bastò ad arginare il miracolo Grecia. Senza dimenticare le semifinali all’Olimpiade del 1996, ai Mondiali del 2006 e agli Europei del 1984, del 2000, nonché ”l’Injusticia” Eurotelevisiva di Donetsk.


 

LA FORMAZIONE DI SEMPRE

 

DIFESA DEL ‘66

La combinazione tra successi ottenuti e qualità espresse probabilmente fa di ALBERTO COSTA PEREIRA il miglior portiere nella storia del Portogallo. Quattro finali di Coppa dei Campioni alle spalle di cui due vinte (quella del ’61 grazie alle sue strepitose parate). Protagonista anche nel terzo posto dei lusitani ai Mondiali del ’66. Nonostante l’altezza tra i pali era agile ed elegante. Dava sicurezza all’intero reparto, comandandolo sempre con autorità. Il ruolo di riserva lo affidiamo a VÍTOR BAÍA. Senso della posizione e freddezza le sue migliori qualità. Col Porto ha vinto dieci Campionati, una Coppa Uefa, una Champions League e una Intercontinentale. Il successo in Coppa delle Coppe col Barça ne fa uno dei pochissimi giocatori ad avere trionfato nelle tre manifestazioni UEFA.

A destra per l’attaccamento alla maglia della Nazionale (sfumata la qualificazione ad USA ’94 non seppe trattenere le lacrime) e le sue qualità di atleta (secondo Bryan Robson: «Ha due cuori e quattro gambe. È estremamente difficile trovare un giocatore come lui») i galloni di titolare spettano a JOÃO DOMINGOS PINTO. Storico terzino del Porto, unico club col quale abbia mai giocato, vincendo tra l’altro la Coppa dei Campioni del 1987. È stato 42 volte, sulle 70 totali, “Capitão” della Nazionale. A sinistra HILÁRIO DA CONCEIÇÃO un’istituzione allo Sporting Lisbona dove ha vinto tre Campionati e tre Coppe nazionali. Raggiunse l’apice della carriera ai Campionati del Mondo del ’66 dove si distinse come uno dei migliori dei suoi. Laterale di spinta, la velocità era la sua arma migliore sia in fase offensiva, dove non faceva mai mancare il suo apporto, sia in quella difensiva dove sapeva distinguersi in chiusure repentine.

Al centro si erge la figura di GERMANO, considerato il miglior difensore portoghese di tutti i tempi. Le sue eccellenti qualità tecniche gli permettevano di giostrare anche da centrocampista. Capitano dei lusitani nelle qualificazioni al Mondiale del ’66, un brutto infortunio, però, non gli permise di ritagliarsi la sua fetta di gloria nelle fasi finali. Si è rifatto ampiamente vivendo da protagonista il fantastico ciclo del Benfica degli anni ’60. Suo compagno di reparto è RICARDO CARVALHO difensore di gran classe, vero e proprio regista arretrato che sa unire alla tecnica qualità difensive e tempismo negli interventi. Dopo i successi col Porto ha vinto pure al Chelsea e successivamente al Real Madrid (praticamente il Gotha del calcio europeo). Fedelissimo di Mourinho, in Nazionale conta un secondo posto agli Europei del 2004 e un quarto ai Mondiali del 2006.

Come riserve scegliamo di schierare a destra ARTUR CORREIRA laterale difensivo moderno, pericolosissimo nelle sue folate offensive. Idolo di quel Benfica che nel ’72 si arrese all’Ajax nelle semifinale di Coppa dei Campioni. Secondo l’allenatore dei lancieri Kovács era il miglior terzino d’Europa. 35 presenze ed un gol in Nazionale. A sinistra adattiamo un difensore centrale che merita però di far parte dei nostri all-stars, si tratta di VICENTE LUCAS, spietato marcatore di Pelè ai Mondiali del ’66. “O Rey” disse che era miglior difensore che contro cui avesse mai giocato. Stella del piccolo Belenenses, in Nazionale raccolse 20 presenze e la soddisfazione di essere stato tra gli eroi che centrarono lo storico terzo posto in Inghilterra. I due centrali di riserva sono HUMBERTO COELHO, ennesimo protagonista dei “Magriços”. Al Benfica vinse otto Scudetti e sei Coppe nazionali. Stopper di notevole efficacia, non disdegnava spingersi in avanti, tant’è che ha chiuso la carriera con 60 reti all’attivo. Miglior calciatore portoghese nel 1974. Chiudiamo con FERNANDO COUTO, difensore arcigno, cattivo quanto basta ma carismatico ed eccezionale nel gioco aereo. I successi con le maglie di Porto, Barcellona, Parma e Lazio ne hanno fatto un vincente a tutti gli effetti. 110 le sue presenze in Nazionale.

 

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