giovedì 6 marzo 2014

Di lotta e di regime


di Lorenzo Longhi (su Sky Sport)
C'è Socrates in copertina, sia nella traduzione italiana che nell'edizione originale spagnola, e non potrebbe essere altrimenti: il dottore, il leader riconosciuto della Democracia Corinthiana, è l'immagine simbolo dei calciatori di sinistra, un progressista nel Brasile della dittatura. Appunto, Calciatori di sinistra del giornalista spagnolo Quique Peinado - con gustosa prefazione di Giorgio Porrà - è appena uscito in Italia per Isbn e traccia diversi significativi ritratti di calciatori che avevano qualcosa da dire, che hanno deciso di schierarsi in quel lato della vita; su quella corsia in cui, in un mondo di auto da sogno e veline da urlo, in pochi si immettono oggi. O, quantomeno, in pochi azzardano il... coming out. Nell'antologia internazionalista di Peinado trovano spazio anche gli italiani Sollier, Lucarelli e Zampagna, il comunista spagnolo Agustin Gomez Pagola e il turco Metin Kurt, i sudamericani Tamburrini, Caszely e Reinaldo: bandiere ideologiche ed impeti di libertà, opposizioni ai regimi militari e militanza, ma anche semplici simpatie politiche comunque espresse.
Non possono mancare poi i ritratti del maoista Breitner, del portiere squatter del St. Pauli Volker Ippig e del pacifista hippy del Moenchengladbach Ewald "Lenin" Lienen, uomini e calciatori tedeschi convintamente di sinistra proprio in presenza, al di là del Muro, di un'altra Germania, quella dell'Est e del socialismo reale. Un calcio, quello della Ddr e dell'Est ex comunista in generale, piuttosto snobbato dall'editoria sportiva italiana. Ma da poche settimane per Urbone Publishing è uscito Stasi Football Club di Vincenzo Paliotto, rapido testo che racconta alcuni episodi di un sistema calcistico sui generis e lo fa senza alcuna malinconia. Poche pagine, lettura agevole, il primo tentativo di illustrare sotto alcuni aspetti un movimento che meriterebbe uno studio approfondito, considerando la complessità storico-politica di una Ddr che, anche nel pallone, ha lasciato un segno e una scia di polemiche, miti e complottismi, salvo poi svanire dopo la riunificazione, quasi in un processo di rimozione.

Al contrario, più battuto è il terreno della ex Unione Sovietica: meritano menzione in questo caso opere dettagliate come I piedi dei Soviet (Curletto, ed. Il melangolo) e Futbolstrojka (Lupi-Curletto, ed. Socialmente), ed è in fondo un peccato che un eccellente viaggio nel calcio dell'est post-comunista, Behind the Curtain di Jonathan Wilson, dato alle stampe nel Regno Unito nel 2006 da Orion, non sia ancora stato tradotto e pubblicato in Italia. Intanto, però, a 25 anni dal giorno in cui il muro venne abbattuto, qualcosa si muove.

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