Non si trattava di una sfida normale per l’inizio
degli Anni Settanta. Cagliari e Lazio
rivendicavano rispettive prospettive di grandezza. Gli isolani avevano vinto il
loro primo Scudetto nel 1970 e godevano delle prestazioni di Gigi Riva, uno dei
più grandi del calcio italiano, ma anche del calcio mondiale. Un campione
autentico che nessuno era riuscito a portar via dall’isola. Neanche i miliardi
degli Agnelli. Al tempo era difficile dir di no ai soldi della Juve, ma Gigi
Riva rifiutò in quanto era attaccato alla sua adottiva Sardegna e soprattutto perchè
tutti quei soldi erano spropositati per un solo giocatore. “Per oltre un miliardo di lire dovrei far gol in ogni partita”,
questo o qualcosa del genere fu il suo commento di fronte all’offerta dei bianconeri
e forse questa non era una cosa possibile.
Dall’altra parte, invece, la Lazio era
diventata grande, ma gli mancava il sigillo di uno Scudetto che aveva mancato
proprio nel 1973 sul filo di lana. La solita Juventus aveva beffato i biancocelesti
ed il Milan. Ma la Lazio aveva Giorgio Chinaglia, altro attaccante
inarrestabile, che aveva dato vita ad un gruppo esplosivo agli ordini di
Tommaso Maestrelli, l’allenatore, e puntava senza mezzi termini all’affermazione
in campionato.
Non a caso la Lazio sbancò Cagliari alla
settima giornata del 2 dicembre del 1973. Il mattatore di giornata fu neanche a
dirlo proprio Giorgione Chinaglia, autore al 21’ del primo tempo della rete
decisiva. Il Cagliari in verità viveva un momento difficile, mentre la Lazio si
mise in testa alla classifica e vi rimase fino alla fine di quello storico
campionato che gli consegnò il primo Scudetto.
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