Dopo
appena due anni di digiuno, il calcio inglese tornò a vincere la
Coppa UEFA grazie al fortissimo Liverpool,
che nel frattempo era passato dalla gestione di Billy Shankly a quella di Bob
Paisley. Oltretutto con il successo del 1976 il Liverpool diventò la prima
squadra europea a centrare il prestigioso bis nella Coppa UEFA. I reds si
presentavano e preannunciavano sicuramente come tra i più forti d’Europa,
considerato anche l’enorme potenziale tecnico a disposizione con Clemence, Neal,
Ray Kennedy, Toschak, ma soprattutto Kevin Keegan, il miglior talento inglese
dopo il ritiro dalle scene calcistiche di Bobby Charlton. Keegan era stato
scovato nelle file del piccolo Scunthorpe United da Shankly e lanciato
abbastanza rapidamente nell’orbita del grande calcio. Keegan, che fu autentico
primattore già nel corso della finale del 1973 contro il Borussia, non starà a
guardare neanche nel corso di questa edizione della coppa.
Bomber
olandese. L’Ajax
di Amsterdam, dopo aver dominato in Europa dal 1971 al 1973, cercava di
proseguire il proprio ciclo vincente, nonostante i molti adii, primi fra tutti
quelli di Cruyff e Neeskens, partiti alla volta di Barcelona. Gli aiacidi si
affidarono a nuovi talenti, come il centravanti Ruud Geels. Cresciuto nel
Telstar Ijimuiden e trasferitosi prima al Feyenoord e poi al Go Ahead Eagles di
Deventer, fu prelevato dall’Ajax dal campionato belga, dove si disimpegnava con
la maglia del Bruges. Ad Amsterdam visse delle incredibili stagioni dal punto
di vista della prolificità sottoporta, vincendo per ben 4 volte il titolo di
cannoniere dell’Eredivisie. Riuscì ad aggiudicarsi anche il titolo di tiratore
scelto della Coppa UEFA con 10 gol, primato che tuttavia servì poco alla sua
squadra. Dopo aver eliminato il Glentoran Belfast e l’Hertha Berlino, l’Ajax
uscì di scena al terzo turno dopo i calci di rigore contro il Levski Spartak di
Sofia. La prestigiosa parabola dei lancieri si era ormai definitivamente
eclissata.
Il
mago Happel. Dopo
il Twente Enschede, anche questa edizione della Coppa UEFA si presentò con una
grande sorpresa, rappresentata in questo caso dai belgi del Bruges, guidati da
un santone del calcio europeo come l’austriaco Ernst Happel. Dopo i fasti con
il Feyenoord e la nazionale olandese, Happel diede lustro alla squadra
nerazzurra belga, che raggiunse la finale di Coppa UEFA dopo un cammino
esaltante. L’inizio nella competizione europea fu alquanto balbettante contro i
francesi del Lione. Sconfitto in Francia con un rocambolesco 4-3, il Bruges
passò tra le mura amiche con un eloquente 3-0. Nelle seconda uscita
continentale il Bruges fu ospite dell’Ipswich Town in Gran Bretagna e sul
terreno inglese rimediò un pesante 3-0, che pareva concedere poche possibilità
di recupero nel ritorno. Happel, però, preparò la partita in maniera magistrale
e suonò l’Ipswich con un esaltante 4-0, che demolì impietosamente le ambizioni
di una squadra competitiva come quella inglese. Nel terzo turno e nei quarti di
finale i nerazzurri fecero due vittime illustri che rappresentavano il calcio
italiano. La Roma
fu superata con un doppio successo di misura, mentre il Milan perse 2-0 in Belgio e a San Siro non
andò oltre un 2-1 che premiava comunque i fiamminghi. I rossoneri milanesi,
comunque, sfiorarono il passaggio del turno,
riuscendo infatti a ribaltare la situazione con i gol di Bigon e
Chiarugi. Ad un quarto d’ora dal termine Hinderyckx, subentrato a Le Fevre,
segnò il gol della qualificazione. In semifinale, quindi, estromise il forte
Amburgo vincendo in casa per 1-0 beneficiando di un’autorete di Kaltz, dopo
aver impattato sull’ 1-1 al Volkparkstadion. Il Bruges si rivelò una squadra
spietatamente cinica, che praticava con disinvoltura la tattica del fuorigioco,
con pressing e squadra corta. Per qualsiasi formazione diventava difficile
affrontarla. Happel aveva trasformato una squadra dai precedenti non proprio
illustri in una delle più temute del continente. Il Bruges aveva vinto fino a
quel momento due soli titoli di campione in Belgio ed in Europa non vantava
certo grandi tradizioni. Il miglior risultato era stato un quarto di finale in
Coppa delle Coppe perso contro il Chelsea. Si misero in luce tra i nerazzurri
il portiere danese Jensen, il centrale austriaco Krieger, quindi il cervello
Vandereycken, il corridore instancabile Cools ed il cannoniere Lambert. Con
quattro punti di vantaggio sull’Anderlecht intanto il Bruges si stava
aggiudicando anche il suo terzo titolo di campione nazionale.
Il
colore dei reds. Il
cammino dei reds, invece, cominciò giusto con un leggero affanno procurato
dalla sconfitta di misura nel derby anglosassone ad Edimburgo contro
l’Hibernian. Tuttavia, nel ritorno ad Anfield Road i reds si imposero per 3-1,
con tripletta di John Toschak. Nel secondo turno si rivelò impressionante la
forza con cui la squadra di Paisley si sbarazzò della Real Sociedad. Gli
inglesi vinsero già largo per 3-1
a San Sebastian, ma a Liverpool inflissero un tennistico
6-0 ai malcapitati baschi. Nel terzo turno invece si arresero senza riserve i
polacchi dello Slask Wroclaw, Dopo aver perso per 2-1 in casa, a Liverpool i
polacchi beccarono un secco 3-0, firmato con una prodigiosa tripletta
dell’astro nascente Jimmy Case. Nei quarti l’undici inglese incappò in un
avversario ostico come la
Dynamo Dresda. In Germania dell’Est la gara di andata terminò
con un nulla di fatto, mentre in Inghilterra il Liverpool si affermò a fatica
per 2-1 con gol di Case e Keegan. In semifinale, invece, tentava di sbarrargli
la strada il Barcelona nientemeno guidato da Cruyff e Neeskens. I reds in
quegli anni si potevano permettere di non temere nessuno ed anche lontano dalle
mura amiche riuscivano ad imporre il loro strabiliante gioco d’attacco. Al Camp
Nou, infatti, nella gara di andata il Liverpool si impose di misura con rete di
Toschak, rendendo difficile le possibilità di passare il turno per gli
azulgrana. Infatti, con il successivo 1-1 interno, firmato dai gol di Thompson
e Rexach, la squadra di Paisley guadagnò la sua seconda finale di Coppa UEFA,
mentre in patria si aggiudicava il campionato dopo un faticosissimo testa a
testa con il Queen’s Park Rangers, preceduto in graduatoria di una sola
lunghezza.
Finale
spettacolare. Effettivamente
il Liverpool si presentò alla doppia finale contro il Bruges con un ruolo quasi
da invincibile, anche se gli uomini di Paisley dovettero ricredersi in tutta
fretta. La finale di andata infatti si disputò il 28 aprile ad Anfield Road ed
il Liverpool cercò di concretizzare subito la propria superiorità sulla carta.
I reds non avevano però fatto i conti con l’agilità tattica e l’aggressività
della formazione di Happel. I sostenitori del Liverpool quella sera infatti
vissero un brutto ed indimenticabile quarto d’ora. Al 5’ il centravanti belga Lambert
trafisse Clemence ed al 15’
il mediano instancabile Cools firmò un incredibile raddoppio che metteva in
piena crisi la squadra inglese. Il Bruges pareva cullare un sogno che si andava
sempre di più concretizzando con il passare dei minuti. Con quel Liverpool però
bisognava fare i conti fino all’ultimo minuto e non dare mai nulla per
scontato. Nell’intervallo Paisley rimase negli spogliatoi uno stanco Toschak e
al suo posto inserì il giovane e più
fresco Jimmy Case. Il Liverpool giocò un secondo tempo epico e nel giro di sei
minuti trafisse per ben tre volte il povero Jensen. Al 59’ infatti accorciò le
distanze Ray Kennedy, mentre al 61’
raccolse il punto del pari proprio il giovane Case,mentre al 65’ dagli undici metri andò in
gol proprio la stella più attesa Kevin Keegan. Il Bruges uscì letteralmente
tramortito da Anfield Road battuto per 3-2, tuttavia però ancora con la
possibilità di giocarsi la coppa sul terreno amico.
Il
risicato vantaggio acquisito dai reds, ad ogni modo, dava ancora spazio ad una
finale di ritorno molto equilibrata. Tuttavia,la finale di ritorno si risolse
in un rapido botta e risposta. Al 12’ ,
infatti, i padroni di casa passarono in vantaggio beneficiando di un rigore di
Lambert, mentre al 16’
il reuccio Keegan ristabilì subito le distanze ed il pareggio, in virtù della
vittoria dell’andata, valse al Liverpool la seconda Coppa UEFA della sua
storia. Un successo che anticipava le affermazioni dei reds in Coppa dei
Campioni. Intanto quella bellissima sfida tra Liverpool e Bruges non rimase un
episodio isolato. Le due squadre si ritrovarono ancora in finale, questa volta
di Coppa dei Campioni, nel 1978.
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