venerdì 31 gennaio 2014

1972/73: Il Liverpool vince la Coppa UEFA


 La stagione dell’esordio della neonata Coppa UEFA aveva regalato grandi soddisfazioni al massimo organismo calcistico continentale ed era stato molto seguita dai tifosi del Vecchio Continente. La vittoria del Tottenham Hotspur non aveva fatto altro che prolungare la supremazia dei club inglesi nella terza competizione europea. Tuttavia, gli stessi Spurs infiammarono i turni iniziali della nuova edizione della Coppa UEFA, riportando successi convincenti ai danni di Lyn Oslo, Olympiakos Pireo, Stella Rossa di Belgrado e Vitoria Setubal, approdando alle semifinali. Mattatore delle serate europee del Tottenham era stato ancora una volta l’incontenibile Chivers, che aveva risolto i confronti con Stella Rossa e Vitoria Setubal.

L’anno dei reds. Ad ogni modo, un’altra squadra inglese stava guadagnando grossi consensi negli ambienti internazionali. Questa squadra era il Liverpool che Billy Shankly stava costruendo con grande sapienza. Il condottiero del Liverpool si riconosceva nel “baronetto” Kevin Keegan, giocatore di grande estro e continuità, affiancato poi dal possente gallese John Toschak, quindi da Ian Callaghan, da Heighway e dallo spettacolare portiere Ray Clemence. Il Liverpool eliminò nel corso della Coppa UEFA l’Eintracht Francoforte, l’AEK Atene e quindi due ostiche formazioni della Oberliga, il massimo campionato della Germania Est, la Dinamo Berlino e la Dinamo Dresda. Gli uomini di Shankly arrivarono in semifinale senza aver mai patito una sconfitta. L’urna del sorteggio impietosamente per le semifinali mise il Liverpool di fronte al Tottenham per un fratricida e spettacolare sfida. Oltretutto i reds stavano viaggiando bene anche in campionato ed infatti si sarebbero aggiudicati il titolo con tre lunghezze di vantaggio sull’Arsenal. La doppia sfida con gli Spurs fu molto combattuta ed equilibrata ed infatti a White Hart Lane  i reds furono condannati alla sconfitta per 2-1 da una doppietta di Peters, rispondendo con il solo Heighway. Keegan e soci, comunque, ribaltarono il risultato ad Anfield Road imponendosi per 1-0, grazie ad una marcatura di Lindsay, e guadagnando così l’accesso alla doppia finale.

Una macchina da gol. La vera squadra spettacolo di questa edizione della Coppa UEFA fu, comunque, senza ombra di dubbio la compagine tedesca del Borussia Moenchengladbach, allenata dal maestro del calcio d’attacco Hannes Weisweiler. Il Borussia si affermò come una delle squadre più forti in assoluto degli Anni Settanta e, dopo aver vinto per due volte la Bundesliga, cercava una grande affermazione in campo internazionale. Il ruolino di marcia della squadra teutonica si rivelò a  dir poco impressionante con successi spettacolari e roboanti. Nel primo turno fu spazzato via l’Aberdeen, battuto 3-2 in Scozia e 6-3 a Norimberga, dove spesso il Borussia giocava le proprie gare interne. Quindi, fu la volta degli sprovveduti danesi dell’Hvidovre, superati con un doppio 3-1. Ma il vero capolavoro Weisweiler lo realizzò in sfide tutte tedesche battendo nel piccolo Bokelberg Stadion per 5-0 il Colonia e per ben 7-1 il Kaiserslautern, approdando così in semifinale. Il Borussia si presentava come una inimitabile macchina da gol ed in semifinale sarebbe stato certamente difficile opporsi anche per la rivelazione olandese Twente Enschede, che stava crescendo all’ombra delle grandi Ajax e Feyenoord. In effetti il doppio confronto fu senza storia ed il Borussia si affermò per 3-0 in casa e per 2-1 in trasferta, conquistando così il meritato accesso alla prima finale europea della sua storia. Le imprese del piccolo Gladbach ormai avevano un’eco importante non solo in Germania, ma in tutta Europa. Del resto Weisweiler poteva contare su una squadra decisamente ben assortita, dove Heynckes era la punta di diamante, ma Netzer e Bonhof due grandi faticatori e geometri del centrocampo. In difesa si esaltavano le doti di Berti Vogts, mentre rimaneva importante lo spirito gregario di Kulik e Rupp. Mentre soltanto due erano i giocatori stranieri, entrambi danesi: Henning Jensen ed il talentuoso Allan Simonsen.

Principi del gol. Nello spiccato schieramento offensivo della squadra di Weisweiler esaltò le proprie doti il forte Jupp Heynckes, che con 11 gol si laureò cannoniere di questa edizione della Coppa UEFA. Un primato, tuttavia, da condividere con l’olandese del Twente Jan Jeuring. Il centravanti olandese si esaltò soprattutto nelle gare contro la Dinamo Tblisi, il Frem Copenaghen e l’OFK Belgrado, risultando quasi sempre decisivo. Jeuring spese quasi tutta la propria carriera nel Twente, risultandone il primatista di reti sia in campionato, con 103 centri, che in Europa, con 19 gol complessivi. Il primato di Heynckes, invece, era tutt’altro che casuale ed il centravanti riuscì a ripetersi in campo internazionale sia con il suo Borussia che con la nazionale tedesca, con cui vinse la Coppa del Mondo nel ’74 e la Coppa Europa nel ’72. Heynckes era cresciuto nel Borussia, con cui aveva quasi sempre militato, ad eccezione di una breve parentesi nell’ Hannover, dove era stato ceduto in prestito. Nel ’65 nella sua stagione d’esordio con il Borussia nella Seconda Divisione tedesca aveva realizzato ben 23 gol. Con il Borussia si aggiudicò quattro volte la Bundesliga ed una Coppa UEFA, più due titoli di massimo cannoniere del campionato nazionale nel ’74 e nel ’75. Effettivamente Heynckes si identificava come un cannoniere ineguagliabile e puro talento del calcio tedesco.

Finale spettacolare. All’appuntamento finale della seconda edizione della Coppa UEFA, dunque, giunsero le due squadre più quotate sulla carta, che inoltre giocavano un calcio spiccatamente offensivo e che avrebbero dato vita ad un doppio confronto spettacolare. Non a torto gli addetti ai lavori consideravano le due squadre come le più forti e competitive del momento.

 La gara di andata si disputò il 9 maggio del 1973 ad Anfield Road, ma fu sospesa dopo 27’ a causa della pioggia torrenziale. Il match si giocò il giorno dopo ed il Liverpool inscenò una prestazione impeccabile, passando per due volte già nel primo tempo. Shankly diede spazio a John Toschak in attacco che mise fortemente in apprensione la retroguardia tedesca, non molto dotata come caratteristiche nel controbattere le offensive aeree. Weisweiler, invece, schierò Netzer al centro della difesa, perdendo quindi geometria a centrocampo ed impoverendo la propria squadra di idee. I due gol portavano la firma di Kevin Keegan al 21’ e al 32’, servito in entrambe le occasioni dalle sponde aeree di Toschak. Nella ripresa al 61’ triplicò Lloyd con un colpo di testa. Il Borussia rimase praticamente tramortito dalla forza d’urto dell’attacco dei reds e fu costretto a rimandare ogni velleità nel retour-match del Bokelberg Stadion di quindici giorni più tardi, anche perché fallì un calcio di rigore che Clemence fu bravo a neutralizzare. Nonostante il notevole passivo, i tedeschi non si scoraggiarono e credettero comunque di firmare un’impresa clamorosa. Nel primo tempo al 29’ e al 40’ lo scatenato Heynckes riuscì a sorprendere per due volte Clemence e ad accorciare sensibilmente lo svantaggio dal Liverpool. Grande protagonista questa volta era stato in positivo proprio Gunther Netzer con i suoi lanci calibrati. Nella ripresa, però, il Borussia non riuscì più a violare la porta inglese  e Keegan e soci si portarono a casa il loro primo trofeo europeo della loro storia. Tuttavia, la sfida appassionante ed infinita tra Liverpool e Borussia Moenchengladbach avrebbe vissuto un altro intenso capitolo nel 1976/77, quando le due squadre si ritrovarono nella finale di Coppa dei Campioni.

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