giovedì 19 dicembre 2013

Eintracht, le Aquile di Francoforte


di Vincenzo Paliotto

 
Nelle strade di Bordeaux
L’Eintracht Francoforte non rientra proprio nel ristretto novero delle squadre più blasonate del calcio tedesco. La sua bacheca dei trofei non può essere in tutti i sensi paragonata a quella delle altre big di Germania. Un solo titolo nazionale, infatti, figura nel palmarès dei rossoneri, peraltro conquistato nel 1959 e cioè ancora in epoca di pre-Bundesliga. Mentre 4 sono i successi raccolti in Coppa di Germania, l’ultimo dei quali è del 1988 propiziato da un gol di Lajos Detari, ed un‘importante affermazione conseguita a livello internazionale, con la vittoria della Coppa UEFA nel 1980 ai danni del Borussia Moenchengladbach. Ma, nonostante tutto, l’Eintracht Francoforte è una dei club più amati e seguiti come numero di spettatori di Germania. Oltretutto dal 1996 ad oggi le Aquile sono state più volte costrette alla discesa poco edificante nella cadetteria tedesca.

Coppa dei Campioni. L’Eintracht è stato fondato nel 1899, anche se il suo nucleo calcistico aveva visto al luce qualche anno prima, precisamente nel 1894, sotto le insegne del Germania. Ma l’Eintracht in ogni caso è stato da sempre riconosciuto come il vero orgoglio di Francoforte sul Meno, non fosse altro tra le altre cose che nel 1960 andò a disputare a Glasgow la finale di Coppa dei Campioni, poi malamente persa per 7-3 di fronte ad un immenso Real Madrid. Ma questo cambia poco. L’Eintracht fu la prima squadra tedesca a combinare qualcosa di buono a livello internazionale.

I più caldi di Germania. I tifosi dell’Eintracht sono comunque indiscutibilmente
L'invasione di Bordeaux
conosciuti come tra i più facinorosi e caldi di Germania. Il loro gruppo portante è formato dagli Ultras Frankfurt 97, dalla loro data di nascita risalente al 7 luglio 1997. Le sue performance attuali sono ormai sotto gli occhi di tutti, persino in maniera stupefacente. Gli ultras rossoneri nel corso di questa stagione hanno sciorinato prestazioni incredibili soprattutto nel corso dell’Europa League. Hanno iniziato con una trasferta a Cipro in casa dell’Apoel Nicosia con circa 2.000 tifosi al seguito. Ma piano piano questi numeri stupefacenti sono cresciuti. Ed infatti quelli dell’Eintracht erano in oltre 3.000 in occasione della sfida in casa del Maccabi Tel Aviv, non un avversario qualunque insomma, mentre a Bordeaux la cifra dei sostenitori al seguito ha superato ogni più lecita previsione. Quelli dell’Eintracht sono sbarcati in Francia in 15.000, dando vita ad un autentico spettacolo e stabilendo probabilmente un record, come dicono i ben informati, della più vasta tifoseria vista in trasferta in una coppa europea. Quasi tutti i tedeschi quelli sera a Bordeaux indossavano un giubbotto arancione, materializzandosi in una coreografia incredibile. Cifre che non sono destinate probabilmente neanche ad abbassarsi. Infatti, si pensa già alla sfida dei sedicesimi di finale tra febbraio e marzo contro il Porto e sono tanti i tifosi che si stanno prenotando per l’imperdibile sfida al Das Antas di Oporto. L’Eintracht Francoforte, comunque, ha una tifoseria tendenzialmente di sinistra, che dunque la porta a non pochi scontri con le fazioni neonaziste che popolano la Germania. Peter Fischer è il Presidente dell’associazione dei tifosi, che conta circa 22.000, ma che controlla in parte anche il bilancio dello stesso club, in maniera tale che i tifosi possano avere un resoconto sulla situazione finanziaria della loro squadra.


 I ragazzi dell’80. Del resto la tradizione europea dell’Eintracht Francoforte è abbastanza importante. Nel 1960 le Aquile persero la finale di Coppa dei Campioni e nel ’76 arrivarono fino alle semifinale di Coppa delle Coppe, estromesse dal West Ham United. Ma nel 1980 arrivò il sorprendente successo in Coppa UEFA. L’Eintracht eliminò avversari non facili: gli scozzesi dell’Aberdeen, i rumeni della Dinamo Bucarest, gli olandesi del Feyenoord, i ceki dello Zbrojovka Brno, mentre in semifinale ed in finale fu la volta di due connazionali. Addirittura il Bayern Monaco ed il Borussia Moenchengladbach. Il Bayern aveva prevalso in casa per 2-0, ma a Francoforte andò incontro ad una serata veramente memorabile per i colori rossoneri. L’Eintracht vinse infatti ai supplementari per 5-1, in quella che fu la notte magica del club. Poi nella doppia finale l’Eintracht perse 3-2 in trasferta e quindi si impose in casa di misura, grazie al decisivo gol del panchinaro Schaub. Era quella una squadra eterogenea, ma di sorprendente qualità. Tra i pilastri vi erano, infatti, Jurgen Pahl e Norbert Nachtweich, due tedeschi dell’est che avevano varcato il Muro fuggendo dal ritiro della loro Under 21, quindi metteva in mostra la sua classe l’austriaco Bruno Pezzey, supportato dal fuoriclasse Bernd Holzenbein e dal giovane cannonieri Bernd Nickel. La chiava esotica della squadra era il sudcoreano Cha Bum Kun, un vero e proprio precursore, autore di diversi gol decisivi.

I rivali del Kickers. La maggiore rivalità che vede coinvolto l’Eintracht è quella nei confronti del Kickers Offenbach, squadra che un tempo poteva godere di maggior prestigio. Del resto proprio nei confronti del loro maggior storico avversario è legata una delle indelebili pagine della storia dell’Eintracht, che infatti nel ’59 conquistò il suo primo titolo battendo in finale per 5-3 dopo i supplementari proprio il Kickers Offenbach. Dagli stessi addetti ai lavori è ricordata come una delle sfide più belle della storia del calcio nazionale. Anche il Kaiserslautern, altra ostica formazione della Sassonia, rappresenta un avversario storico per le sorti dell’Eintracht. Le cui sfide hanno da sempre infiammato il calcio tedesco. Ma lo stesso Eintracht deve anche fare i conti con un propria rivalità stracittadina al cospetto dell‘FSV Frankfurt, compagine ad ogni modo molto meno blasonata. Niente al momento pare scalfire il blasone ed il prestigio cittadino dell’Eintracht Francoforte, il cui nome è sempre portato in alto dai suoi impagabili tifosi.

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