venerdì 29 novembre 2013

Europa League 2014: La forza del blasone


I tifosi dell'Eintracht in trasferta a Bordeaux
La forza del blasone.  Un nutrito plotoncino di compagini blasonate ha già staccato in anticipo il biglietto per il passaggio del turno. Superano, infatti, la fase a gironi squadre che almeno una volta nella loro storia hanno vinto qualcosa in ambito continentale: Fiorentina, Lazio, Siviglia, Valencia, Tottenham Hotspur ed Eintracht Francoforte. Mancano ancora all’appello, ma potranno rimediare nell’ultima partita a disposizione, la Dinamo Kiev ed il PSV Eindhoven, che hanno incassato due brutti stop al cospetto delle rivelazioni Genk e Ludogoretz. Il vero spettacolo di questa giornata di Europa League lo hanno regalato però l’Eintracht ed i suoi tifosi, presentatisi in 15.000 nella trasferta decisiva a Bordeaux, dove le aquile hanno vinto meritatamente di misura. Erano coloratissimi. Tutti o quasi indossavano un giubbotto di colore arancione per regalare una coreografia straordinaria.

Virtù belghe. Il buon momento del calcio belga si riflette anche in Europa League, dove il
Philip Desmet nel Waregem del 1986
Genk di Mario Been (ex-giocatore del Pisa di Anconetani) ha già passato il turno, battendo di misura la Dinamo Kiev, e potrebbe essere imitato dallo Zulte Waregem, vittorioso per 2-1 sul terreno del Wigan Athletic. I rossoverdi dello Zulte sono sorti nel 2001 e rappresentano una sorta di continuazione del vecchio SV Waregem che, fondato nel 1925, vide poi bruscamente interrotta la propria storia nell’estate del 2001. Di lì, quindi, l’idea di una fusione con lo Zulte, altra compagine della regione delle Fiandre dell’Ovest. Lo Zulte Waregem, dopo il 2° posto in campionato della passata stagione, proviene dai preliminari di Champions League, dove è stato eliminato dal PSV Eindhoven. Il passaggio del turno non sarebbe una novità in Europa League per lo Zulte, visto che impresa analoga gli riuscì anche nel 2007, dove fu poi fermato dal Newcastle United. Ad ogni modo, il vecchio Waregem vanta poi trascorsi ben più importanti. Nel 1974, infatti, vinse la Coppa del Belgio e nel 1986 arrivò fino alle semifinali in Coppa UEFA, estromesso dal Colonia di Littbarski. In quella edizione i fiamminghi eliminarono anche il Milan, dopo una vittoria esterna a San Siro. Era il Waregem di Danny Veyt, Desmet e del colored Mutombo.  

AZ Alkmaar. Tra le qualificate ai trentaduesimi di finale spicca anche il nome dell’olandese AZ Alkmaar, unica squadra dei Paesi Bassi al momento a dare un po’ di onore al calcio nazionale, dopo gli incredibili passi falsi del PSV Eindhoven. L’AZ ’67, predecessore nella denominazione del club attuale, arrivò in finale di Coppa UEFA del 1981, battuto poi da un solido Ipswich Town. Era la squadra dei talentuosi Peters (futuro genoano), del pluricannoniere Kees Kist, un’autentica macchina da gol, e di Pier Tol, eccentrico trequartista. Una squadra capace di vincere il titolo nazionale nel 1981 e di interrompere l’egemonia assoluta da sempre appartenuta al triumvirato composto da Ajax, Psv e Feyenoord. Attualmente, invece, l’AZ, squadra comunque seguitissima in tutta la Frisia, dà ampio spazio ai giovani, su tutti il figlio d’arte Gudelj e l’islandese Gudmudsson. Anche l’AZ, come altri club olandesi, è una vera fucina di talenti.

Capocannonieri. Il 28 centrocampista Olcan Adin con 5 reti agguanta in vetta alla classifica dei marcatori Jermaine Defoe del Tottenham Hotspur. La sua tripletta è servita a battere per 4-2 l’Apollon di Limassol e quindi a far guadagnare alla sua squadra un meritato superamento del turno.

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