mercoledì 8 maggio 2013

Minuto di raccoglimento, fischi ad Andreotti


 
Giulio Andreotti, 7 volte Capo del governo
Aurelio Andreazzoli si è detto meravigliato che il minuto di raccoglimento predisposto per ricordare Giulio Andreotti sia stato fischiato dai tifosi della Roma, prima del match interno dell’Olimpico peraltro perso malamente contro il Chievo. Un minuto di raccoglimento, ci mancherebbe non viene negato a nessuno, figuriamoci ad uno come Andreotti che nella Capitale e non solo si era circondato di seguaci di vario genere, tra il popolino ma soprattutto nell’emisfero delle conoscenze più alte, anche se dubitiamo che addirittura qualche eminenza e personalità fosse più in alto dello stesso Giulio. Probabilmente un senso di coscienza il popolo italiano comincia ad averlo o vorrebbe pretenderlo ed allora gli ultras della Curva Sud romanista (ma in verità gran parte dello stadio) si mettono a fischiare la memoria di un ex-Presidente del Consiglio contestato, offuscato dal ricordo della storia e persino (ma non ne dubitavamo) in attesa di uno o più processi.

 Una coscienza popolare ostacolata e spesso spiazzata da un’inconsueta meraviglia da parte di alcuni protagonisti e anche di giornalisti come se la figura di Andreotti fosse al di sopra di ogni sospetto o quasi e come se qualcuno da qualche parte si fosse inventato qualcosa di inaudito sul suo conto. L’Italia bigotta che continua a mascherare tutto e tutti, anche in momenti di evidente difficoltà. In tal caso si parla soltanto di una coscienza popolare, ma il candido Andreazzoli ingenuamente forse dice: Mi sono meravigliato, perché credo sia la prima volta in vita mia che sento tanti fischi per un lutto, al di là delle motivazioni, che non capisco quali possano essere. Però, mai mi era capitato e sono rimasto perplesso”.


 Non ha trovato molte persone d’accordo lo stesso Andreazzoli. In tanti nel proprio animo hanno pensato che quel minuto di raccoglimento fosse inutile (a proposito verrà osservato in tutti i campi della A) e che magari uno come Andreotti andava pure fischiato, nonostante fosse un tifoso sfegatato della Roma. Del resto Enrico Mentana quasi in contemporanea in prima serata alle ore 21 e 10 su La7 mandava in onda il film di Paolo Sorrentino dal titolo inequivocabile de Il Divo, dedicato proprio alla figura controversa di Giulio Andreotti.

 Ma il nostro si sa è un paese in cui si può dire tutto ed il contrario di tutto, anche in barba a processi in corso, a prove schiaccianti e a delitti irrisolti. Tra le tante cose che Andreotti fece in vita qualcuno ricorda che sventò il trasferimento di Falcao dalla Roma all’Inter e che nel 1965 fece eleggere Presidente del sodalizio giallorosso Franco Evangelisti, il suo braccio destro per evitarne il fallimento. Poi lesse anche il discorso inaugurale alle Olimpiadi di Roma del 1960. In proposito ebbe molti elogi o presunti tali, ma non quelli di Pier Paolo Pasolini, che su Vie Nuove scrisse: “Credo sia difficile immaginare un discorso più retorico e provinciale del suo”. Abbiamo scomodato addirittura Pasolini, ma l’Italia in ogni caso rimane un paese in cui si teme o si ha vergogna di dire la verità o semplicemente quello che si pensa.

Nessun commento:

Posta un commento