lunedì 26 novembre 2012

Coppa UEFA Story: Il trionfo del Goteborg nell'82


Il Goteborg del 1982
Dopo i successi incontrastati raccolti dai maggiori paesi calcistici della Vecchia Europa, la stagione del 1981/82 registrò nell’Albo d’Oro della Coppa UEFA una novità assoluta. Infatti, vinse il titolo continentale come sorpresa assoluta la compagine svedese dell’ IFK Goteborg, mai assurta prima agli onori della cronaca europea. Fondato nel 1904, il Goteborg si era affermato molte volte nel campionato svedese, ma nelle coppe europee non aveva mai fatto registrare qualcosa di trascendentale. Del resto lo stesso calcio svedese una sola volta nella sua storia aveva portato un proprio club ad una finale europea: nel 1979 con il Malmoe che approdò alla finale della Coppa dei Campioni e battuto dal Nottingham Forest. La pochezza dei risultai a livello di club andava motivata soprattutto con il fatto che il calcio svedese rimaneva ancora legato ad uno stato dilettantistico, con i migliori talenti che cercavano fortune in altri campionati. Per questo in pochi avrebbero effettivamente scommesso sul Goteborg.

Il giovane Eriksson. I blavitt, così soprannominati quelli del Goteborg, tuttavia si affidarono ad un giovane tecnico di Torsby quale Sven Goran Eriksson che conferì alla squadra un gioco brillante ed allo stesso tempo redditizio. L’avventura degli svedesi iniziò nella vicina Finlandia sul campo dell’Haka Valkeakoski, dove i blavitt prevalsero per 3-2. Il successo al ritorno fu ben più netto con un largo 4-0. Già al secondo turno, però, gli scandinavi trovarono molte difficoltà per aver ragione dello Sturm Graz. 2-2 in Austria e sofferto 3-2 a Goteborg con gol di Tommy Holmgren, Nilsson e Fredriksson. Al terzo turno gli uomini di Eriksson rivelarono tutta la loro solidità estromettendo gli ostici rumeni della Dinamo Bucarest, battuti 3-1 all’Ullevi di Goteborg e di misura a domicilio, con gol ancora di Nilsson, vera bocca da fuoco della squadra. Un’altra grossa impresa si registrò, comunque, nei quarti di fronte all’ostico Valencia, rinforzato dall’austriaco Welzl e dal danese Arnesen. Proprio quest’ultimo realizzò una doppietta sul terreno di casa, impattata però dai gol di Corneliusson e Nilsson. All’Ullevi neanche gli spagnoli la spuntarono e Tomy Holmgren e l’implacabile Fredriksson dal dischetto fissarono il punteggio sul 2-0 finale. Gli uomini di Eriksson sembravano spesso irriducibili e si rivelarono tali in semifinale anche al cospetto del Kaiserslautern. Infatti, i tedeschi in casa non andarono oltre l’1-1 con gol di Hofeditz e Corneliusson. A Goteborg una gara tiratissima, invece, si risolse dopo i supplementari. Reti di Tommy Holmgren e Geye e gol decisivo su calcio di rigore nei supplementari del solito Stig Fredriksson. L’IFK Goteborg, tra la sorpresa generale, approdò alla doppia finale contro il quotato Amburgo.

La stella di Nilsson. Il vero trascinatore de Goteborg, che avrebbe vinto il suo primo trofeo europeo rimanendo imbattuto, si riconosceva senza ombra di dubbio nel centravanti Torbjorn Nilsson, che con 9 reti risultava anche il capocannoniere del torneo. Cresciuto nei dilettanti del Jonsderes, passò al Goteborg nel ’75 e, dopo una fugace esperienza per nulla redditizia nel PSV Eindhoven, si propose come inarrestabile bomber del Goteborg. Dopo la performance europea passò in forza per un paio di stagioni proprio a quel Kaiserslautern che lo aveva scoperto protagonista. Tornò quindi al Goteborg, dove chiuse la carriera di professionista. Nel 1982 con la sua squadra centrò il tris vincendo lo scudetto, la Coppa di Svezia e la Coppa UEFA.

La forza del Kaiserslautern. Eliminare il Kaiserslautern per il Goteborg era stata effettivamente un’impresa, in quanto i tedeschi si erano comportati benissimo fino alle semifinali, addirittura vincendo in casa con punteggi larghi contro solidi avversari. Dopo aver eliminato l’Akademik Sofia, nel secondo turno in casa superò per 4-0 lo Spartak Mosca ed al terzo per 4-1 il Lokeren guidato da un certo Gregosz Lato. Tuttavia, la vittoria clamorosa arrivò nei quarti contro il Real Madrid. Le merengues si imposero per 3-1 al Bernabeu e si recarono al Fritz Walter Stadion convinti di passare il turno. Il Kaiserslautern quella sera fu irresistibile e spinto sulle corsie esterne da Briegel e Brehme infilò per cinque volte la porta del Real. I gol portavano la firma di Funkel due volte, Eilenfeldt, Bongartz e Geye. Il Real Madrid visse una notte da incubo, il Kaiserslautern sperava in una finale purtroppo mai raggiunta.

L’Amburgo di Hrubesch. La squadra favorita del torneo era comunque indicato nell’Amburgo del santone del calcio europeo Ernst Happel. Gli anseatici nell’ 80 avevano perso in finale la Coppa dei Campioni contro il Nottingham Forest, ma in Bundesliga stavano registrando ottime cose ed erano alla ricerca della loro definitiva consacrazione. Tuttavia, il cammino dell’Amburgo iniziò con un’inopinata sconfitta interna per mano degli olandesi dell’Utrecht. Anche se nel retour-match i tedeschi si imposero con uno straripante 6-3. Arrivò, quindi, anche una sconfitta a Bordeaux, seppur di misura per 2-1. Poi salì in cattedra il centravanti della nazionale il panzer Horst Hrubesch, che con una doppietta schiantò i francesi al Volkparkstadion. Il bomber si confermò decisivo anche contro i temibili scozzesi dell’Aberdeen, vittoriosi in casa per 3-2, con l’Amburgo tenuto a galla da una doppietta del suo centravanti. Gli amburghesi regolarono poi la pratica scozzese con una vittoria tra le mura amiche per 3-1. Ad impensierire lo formazione di Happel fu inaspettatamente il sorprendente Neuchatel Xamax, squadra elvetica, battuta soltanto per 3-2 ad Amburgo. In casa gli svizzeri però non riuscirono a schiodare il risultato dallo 0-0. In semifinale, quindi, l’Amburgo fece un sol boccone degli slavi del Radnicki Nis, sorpresa del torneo. L’Amburgo perse di misura in Jugoslavia per 2-1, ma in casa si rifece senza appello con il punteggio di 5-1, aspettando la doppia finale. Nel frattempo sullo scenario nazionale l’Amburgo si fregiava per lo seconda volta dello scudo della Bundesliga, precedendo in classifica di tre lunghezze l’irriducibile Colonia.

Un grande Goteborg. Tuttavia, nella doppia finale l’Amburgo di Happel partiva senza dubbio con i favori del pronostico. Gli amburghesi avrebbero potuto aver la meglio del Goteborg del giovane Eriksson, che però non aveva mai perso nella corso della Coppa.

 Nella gara di andata all’Ullevi di Goteborg, ad ogni modo, i blavitt si imposero di misura grazie ad un gol nel finale di gara dell’infaticabile centrocampista Tord Holmgren. La situazione rimaneva tuttavia ancora a vantaggio dell’Amburgo, che avrebbe potuto recuperare il passivo al Volkparkstadion. L’undici di Eriksson si scoprì in effetti non proprio sprovveduto. La rosa era composta completamente da calciatori svedesi, ad eccezione del panchinaro norvegese Schiller, e quasi tutti i giocatori non erano considerati dei professionisti. Tuttavia, si mise in luce l’elegante libero Glenn Hysen, il biondo centrocampista Stromberg, il centravanti Dan Corneliusson, più gli irriducibili Tord e Tommy Holmgren ed il capitano Stig Fredriksson.

 Quindici giorni più tardi ad Amburgo, comunque, il Goteborg riservò una spiacevole sorpresa alla squadra teutonica, superata largamente tra le mura amiche per 3-0. Aprì le marcature Corneliusson, quindi raddoppiò il cannoniere del torneo Torbjorn Nilsson e nel finale Stig Fredriksson dal dischetto realizzò il gol del clamoroso ed umiliante 3-0 che consegnava senza appelli la Coppa UEFA al Goteborg.

 Un exploit non casuale. Infatti, molti componenti di quella squadra sbarcarono a breve nei maggiori tornei continentali: Stromberg e Corneliusson in Italia, Nilsson in Germania, Hysen in Olanda, mentre Sven Goran Eriksson avrebbe intrapreso una grande carriera di tecnico, portandolo in Portogallo, Italia ed Inghilterra.

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