martedì 18 settembre 2012

Il valzer delle panchine comincia


 L’appuntamento è stato rinviato soltanto di qualche giorno, tutt’al più di qualche settimana, ma all’altezza della terza giornata di campionato Zamparini, il Presidente del Palermo, ha dato subito il via al valzer delle panchine. Fatale al buon Sannino il pareggio interno contro il Cagliari, tanto da indurre il numero uno rosanero a metterlo alla porta e a chiamare Gianpiero Gasperini, fermo al palo dopo l’esonero patito lo scorso anno con l’Inter.  Zamparini è ormai nel mondo del calcio da anni, prima una lunga militanza nel Venezia poi lo sbarco a Palermo, dove è pur vero che ha portato la squadra dall’anonimato della Serie B fino al palcoscenico dell’Europa League, ma è altrettanto vero che ha confermato ampiamente la sua fama di mangia-allenatore. Soltanto un tecnico è resistito sulla panchina del Palermo per un’intera stagione, nel 2004/2005 il buon Guidolin, successivamente poi esonerato ed anche richiamato. L’anno scorso Pioli non cominciò neanche il campionato, ma ci son passati un po’ tutti dall’esonero di Zamparini, da Zenga a Balalrdini, Silvio Baldini, Bortolo Mutti e tanti altri ancora, persino l’amatissimo Delio Rossi che nel 2011 portò i rosanero alla finale di Coppa Italia. Anche in questo caso Sannino, allenatore di buon calibro, non ha avuto il tempo sufficiente per lavorare ed imporre una propria idea di gioco, con la proprietà che oltretutto ne ha avallato neanche le scelte del mercato. Con tutti gli allenatori che ha fatto fuori Zamparini potrebbe completare mezzo album delle figurine Panini, ma il suo esonero facile è uno dei tanti ed ulteriori elementi che rispecchiano un calcio italiano assolutamente povere tecnicamente ed anche nella sua progettualità.

 La scuola italiana ne continua a sfornare di talenti, forse tanti quanti ne produce la Spagna, ma è il successivo progetto tecnico e strutturale che rivela delle crepe preoccupanti. Forse al di là del Napoli, della Fiorentina e della Sampdoria ed in parte la Juventus, la gran parte delle squadre di Serie A hanno operato con poco costrutto e scarsa cognizione di logica, smantellando organici validi e costruendone altri con troppa fantasia dei procuratori e troppo poca attenzione al progetto di crescita. Anche il Palermo di Zamparini in tal caso si conferma essere un porto di mare con tanti nuovi che arrivano, in parte anche illustri sconosciuti, e con qualcuno decente che se ne va senza sbattere la porta e senza suscitare clamori più di tanto. Gli stranieri che arrivano in Italia attualmente non sono ormai più dei top-player ma il loro ingaggio non è soltanto una questione economica, ma anche un aspetto di credibilità. Una credibilità che il calcio italiano adesso non ha. Intanto a Palermo si accettano scommesse, quanto tempo resisterà Gasperini? L’ex-tecnico del Genoa è stato anche giocatore a Palermo dal 1978 al 1983, giocando anche la finale di Coppa Italia del 1979.

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